2011, Östergötland (Svezia)
Questo fu il definitivo anno di svolta, perché ci trovammo soli soletti, con i nostri ragazzi ormai indipendenti in tema di vacanze. Erano anni che ci dicevamo che sarebbe stato bello andare in Scandinavia e perdersi nella natura immensa di quei territori, magari pagaiando sui numerosi laghi: decidemmo che era venuto il momento, tra l’altro ora avevamo due canoe singole, leggere e maneggevoli. Prendemmo quindi la strada del nord e ci fermammo in Svezia, in un bel campeggio sul lago Övre Fölingen: in Scandinavia la stagione delle ferie estive parte dal “Midsommar” (24 giugno) e si conclude a fine luglio – sì, cavolo, sono 5 settimane! - per cui noi arrivammo a stagione conclusa e quindi laghi, foreste, sentieri erano tutti per noi.
Qui sono davvero in crisi, le impressioni sono tantissime e selezionarle è più difficile del solito; su tutto però emergono tre elementi “sensoriali”, il primo dei quali è legato ai piedi: camminammo nelle foreste che sono ricoperte da una quantità tale di muschio che sembrava di vagare su un tappeto di gomma, una sensazione stranissima. La seconda riguarda la vista e mi riferisco ai tramonti: lunghissimi data la latitudine, e con colori assolutamente pazzeschi che non trovo modo di descrivere a parole: non ti stanchi mai di guardare il cielo a bocca aperta, sembra non finire mai e ogni momento è diverso. L’ultima sensazione è riferita all’udito: mentre pagaiavamo in mezzo ai laghi eravamo in un silenzio assoluto, totale, un’esperienza del tutto singolare giacché anche gli uccelli ormai erano migrati e si facevano sentire solo raramente. Per le nostre orecchie mediterranee a volte il silenzio era così spinto che ci mettevamo a cantare pagaiando e mi ricordo distintamente un “Fratelli d’Italia” ululato a squarciagola nel bel mezzo del lago!