2020, Abruzzo
E veniamo all’ultima tappa di questa cavalcata trentennale, sicuramente la più strana insieme a quella del 2012, per i motivi che ognuno di voi capirà benissimo. Durante il lockdown mi consolai dei weekend rinchiusi rifacendo radicalmente gli interni del mio van, per cui decidemmo che sarebbe stato quello il mezzo delle ferie estive; riguardo alla meta, volevamo rimanere in Italia per non avere rogne legate a quarantene o altro, d’altronde non volevamo intrupparci in strutture sovraccariche di persone. Pensammo quindi di sperimentare una zona fino ad allora in massima parte sconosciuta a noi, dirigendoci in Abruzzo.
A quote inferiori ai 1000 metri si scoppiava dal caldo tanto più che, per l’affollamento delle strutture, eravamo costretti sempre in sosta libera e quindi dormire in un camper caldo senza poter tenere aperte le finestre per far circolare l’aria. Detto questo, però: che meraviglia!!!! Volendo dire cosa m’è rimasto in testa delle vacanze dello scorso anno, non vi parlo di un posto ma di tanti luoghi e di una sensazione di libertà assoluta che è impossibile provare con un camper nelle regioni del nord Italia; cito a braccio: Rocca Calascio all’alba, Santo Stefano di Sessanio alla luce dei lampioni, gli animali bradi a Campo Imperatore, le passeggiate nella piana di Castelluccio (sì, lo so che è in Umbria), il panorama dalla Majella, l’Eremo di San Bartolomeo in Legio quando alla mattina non c’è ancora nessuno, il lago di Campotosto con il pernottamento vicino al gregge e i cani che vengono a cercare un po’ di cibo. Penso si sia capito quanto questi luoghi mi siano entrati dentro.