2018, Ungheria
Visto che l’anno precedente l’accoppiata Escort cabiolet e carrello era stata azzeccata, la ripetemmo ma con meta l’Ungheria; questa volta i panorami furono completamente diversi, soprattutto pianura leggermente ondulata, e quindi la goduria fu inferiore, ma comunque giudizio complessivamente positivo. La nazione non è troppo grande, quindi cercammo di visitare, oltre all’area di Budapest, anche le zone orientali al confine con Ucraina e Romania, il sud e l’ovest. Come detto, dal punto di vista paesaggistico l’Ungheria non ci colpì particolarmente, così come non trovammo troppo interessante la zona orientale o il mitico Lago Balaton: molto più interessanti le città come Pécs, Sopron, Eger col suo castello, ma soprattutto Budapest.
Proprio la capitale è la meta per cui davvero vale la pena fare un viaggio in Ungheria: non mi è mai capitato di preferire in maniera così preponderante una metropoli rispetto alla regione circostante, ma in questo caso è proprio così. Nonostante la massiccia presenza di turisti, la città mantiene la sua atmosfera particolare, infatti proprio a Budapest sono legati i ricordi più forti. Il primo, sicuramente strano alle orecchie di molti, è la vecchia linea 1 della metropolitana che scorre sotto Andrássy út, uno spettacolo con le sue piastrelle bianche d’altri tempi e le colonnine in ghisa: una cosa simile l’ho vista solo in alcune stazioni di Parigi, ma qui le proporzioni sono … da bomboniera. L’altro ricordo è legato alle terme Gellért, un complesso spettacolare in stile Art Déco: per darvi la misura di quanto mi sia piaciuta quest’esperienza vi dirò che ci siamo tornati su mia insistenza, nonostante a me non piaccia proprio andare alle terme!