Valle del Metauro: in camper alla scoperta di luoghi e tesori sconosciuti
A zonzo a ritmo slow in questa terra di confine sull’Appennino umbro-marchigiano alla ricerca del bello in queste atmosfere medievali e rinascimentali, curiosità, scoperte ed eccellenze gastronomiche, ma soprattutto molto ricettiva con tanti approdi gratuiti
di Marzia Mazzoni
Questo itinerario è nato per caso, senza programmazione, senza pianificazione, cosa molto anomala e strana secondo il nostro modo di viaggiare. La pianificazione è avvenuta in loco grazie al sito della Regione Marche che fornisce tante indicazioni.
Ogni tappa è stata una piacevole scoperta, un crescendo di emozioni e di cose inaspettate.
Voto finale? 10 lode a questa zona per ricettività e per l’attenzione verso il turista.
Siete pronti a partire insieme a noi? Ecco il nostro itinerario con tutte le indicazioni.
Benvenuti a bordo!
Ecco il video dei ricordi di viaggio
Il valico appenninico di Bocca Serriola (m 730 slm) che fa da confine tra Umbria e Marche, molto amato dai motociclisti, ci porta in questa vallata tutta da scoprire.
Siamo nella VALLE DEL METAURO, poco conosciuta e al di fuori del turismo di massa, ha tanto da raccontare al visitatore che vuole prendersi tempo e scoprirla in tutti i suoi angoli, poi ha la grande particolarità di essere molto ricettiva per noi turisti itineranti in camper grazie alla presenza di tante aree sosta quasi sempre gratuite.
Il primo borgo che incontriamo e che invita a fermarsi e ci da il benvenuto in questo delizioso angolo di Marche è APECCHIO.
APECCHIO – città della birra
O per meglio dire “capitale della birra artigianale di qualità”...
La cosa buffa e curiosa è che visitiamo questo borgo il 6 agosto, dichiarata giornata mondiale della birra: che coincidenza!
Lorenzo ed io non siamo grandi bevitori di birra, preferiamo di gran lunga molto di più il vino, però la cosa ci incuriosisce e ci fa piacere scoprire questa eccellenza made in Italy.
L’area camper è in paese (attenzione che il venerdì è giornata di mercato!), comoda per raggiungere i vari punti di interesse.
Sul sito turistico www.vivereapecchio.it abbiamo scaricato sullo smartphone la mappa con il percorso consigliato; è possibile comunque ritirarla in forma cartacea così come altro materiale informativo all’Ufficio Turistico che si trova sotto al Palazzo Ubaldini.
Apecchio, posta nel crocevia tra Marche, Toscane e Umbria, era all’interno della Vaccareccia, ovvero il territorio attraversato dal fiume Biscubio e dominato dalla famiglia degli Ubaldini di origini toscane, il palazzo principale del borgo ne porta il nome e racconta la storia di questi signori. Siamo ad un’altitudine di 493 metri slm.
Il percorso consigliato si snoda tra luoghi sacri quali piccole chiese con all’interno deliziosi affreschi e crocifissi lignei oppure luoghi storici che raccontano del Medioevo e della comunità ebraica.
Tanti i punti di interesse che si ammirano in questo saliscendi di viuzze e deliziosi scorci.
Tutto è molto genuino qui, anche le persone che ci vivono che seguono il nostro “ficcanasare” in queste viuzze con tanta ospitalità scambiando anche qualche parola senza farsi remora se siamo “foresti”.
La birra è protagonista di questo borgo, che viene prodotta artigianalmente con l’acqua del Monte Nerone e la si abbina con il tartufo, altro protagonista della zona. Qui la chiamano “alogastronomia” il connubio tra birra di qualità, prodotti del territorio e cultura locale.
Scopriamo all’interno dello IAT che c’è una vera e propria “strada della birra” che tocca varie località marchigiane, tra cui anche Apecchio… Eh, ci mancherebbe che non ci fosse, la chiamano “città della birra”!
Dove gustarla? Acquistandola nei vari negozi di alimenti presenti nel borgo, nei ristoranti e bar, ma anche nel birrificio Collesi che si trova a pochissimi chilometri fuori Apecchio.
Cascata della GORGACCIA
Notiamo le indicazioni poste sul viale di Velluto e decidiamo di raggiungere questo punto di interesse immerso nella natura incontaminata che attornia Apecchio.
Dista circa 3 chilometri dal punto sosta camper oppure 2 se si calcola il percorso dall’acqua sulfurea al termine del Viale di Velluto da dove parte il sentiero indicato con i numeri 238A – 239.
La camminata non è impegnativa perché non presenta difficoltà altimetriche, serve però un abbigliamento adeguato (scarponi e bastoncini se siete insicuri nel muovervi) perché si attraversano alcuni guadi e passaggi un po’ fangosi.
Il sentiero inizialmente è ampio e scende verso l’alveo del Fosso dei Tacconi, poi si prosegue per tratti ombreggiati fino ad arrivare alla suggestiva Cascata della Gorgaccia, molto affascinante con la sua bella pozza d’acqua che sembra una piscina.
Causa forte siccità di questo periodo, non ha una grossa portata d’acqua, sicuramente la primavera è il periodo migliore per ammirarla.
Lasciamo Apecchio e raggiungiamo il prossimo borgo dell’Alta Valle del Metauro.
PIOBBICO: il Borghetto e il Club dei Brutti
Percorriamo soltanto una decina di chilometri per raggiungere questa nuova tappa, cambia però il panorama e l’imponenza del Monte Nerone domina questo tratto di vallata.
L’area camper gratuita è comoda come approdo e si trova a pochi passi dal paese.
Piobbico a metri 339 slm è racchiusa tra le due montagne dell’Appennino umbro-marchigiano che danno una suggestiva panoramica molto “green”: il Monte Nerone (m 1526 slm raggiungibile con una camminata abbastanza impegnativa visto il dislivello da affrontare) e monte Montiego (m 975 slm).
La camminata verso il centro regala scorci naturalistici e paesaggistici di grande fascino, anche se l’effetto WOW di Piobbico è il suo Borghetto. Atmosfere medievali che si respirano entrando nelle porte di accesso di questo nucleo di case che abbracciano il Castello Brancaleoni che domina l’abitato.
Immergersi in queste viuzze regala a noi visitatori curiosi tanti scorci da ammirare e fotografare.
Il castello è visitabile (a pagamento) ed è possibile prenotare una guida per scoprire in maniera più approfondita la storia ed accedere ad alcune sale. Noi entriamo senza guida e ammiriamo il bello di questo luogo di grande fascino. Alcune sale ospitano attrezzi e oggetti del lavoro rurale e di antichi mestieri.
La visita è davvero molto interessante.
Scendendo verso il paese, si visitano alcune chiese presenti, ma la cosa più curiosa è il sentiero dei folletti, nulla di particolare in questo senso, ma di grande fascino perché è una passeggiata panoramica che regala scorci molto suggestivi verso il Borghetto. Non è impegnativa e si può percorrere con calzature normali.
La cosa più curiosa però di questo borgo è il Club dei Brutti, sì avete letto bene: una vera e propria Associazione Nazionale, pensate che ci sono ben più di 30.000 iscritti. Il tutto nacque nella seconda metà del 1800 quando il numero di donne in attesa di marito contava 128 zitelle contro 67 celibi e soprattutto superava il limite dei dei 35 anni. La zitella era un peso per la famiglia, quindi un gruppo di padri decise di creare questa Associazione per poter “accasare” le proprie figlie. Attualmente ha altri scopi, però la cosa curiosa rimane e sapete qual è lo slogan? “La bruttezza è na’ virtù, la bellezza è schiavitù”!
Lasciamo Piobbico e il fascino del monte Nerone e proseguiamo per raggiungere la prossima tappa che in tanti la conoscono per la sua particolarità molto “pregiata”.
ACQUALAGNA: capitale del tartufo
Questo paese verso le Gole del Furlo non ha bisogno di tante presentazioni, è famoso in tutto il mondo per il suo fungo ipogeo che qui richiama appassionati da tutto il mondo, soprattutto in autunno quando si svolge la Fiera Nazionale del Tartufo.
Ne vale una sosta tutto il periodo dell’anno non soltanto per visitare il centro storico che di per sé risulta abbastanza anonimo, ma in realtà per visitare il Museo del Tartufo che si trova in piazza E. Mattei 1 (dove si trova la casa natale di Enrico Mattei – il fondatore dell’Eni).
Più che una mostra è una vera e propria esperienza multisensoriale visitare questo museo che attraverso le varie sale e postazioni multimediali racconta tutto ciò che ruota attorno al tartufo; noi ci facciamo coinvolgere a ficcanasare tutte le sale e trascorriamo un’oretta ed entrare nel vivo di ciò che rappresenta il tartufo per Acqualagna, ora e in passato.
Pensate che qui ad Acqualagna sono passati nomi noti comeTony Curtis, l’attore americano, ma anche Tognazzi, Mastroianni e altre celebrità, sì perché ad Acqualagna è l’unico posto sul pianeta dove sono presenti 9 varietà di tartufo e tutta l’economia del paese ruota attorno a questo.
Dopo l’esperienza del museo, ci spostiamo nella bottega di fronte per far scorta di salse al tartufo e portare a casa questi souvenir mangerecci che ci faranno rivivere il ricordo di questa vacanza. Sarebbe bello poter uscire da questo schermo e farvi “annusare” l’aroma di questo prezioso prodotto del sottosuolo e coinvolgervi in questa esperienza… però, ahimè non è ancora stato inventato nulla di questo… Pazienza! Vorrà dire che dovrete andarci di persona e scoprire il tutto con il vostro naso e palato...
MONTE PETRANO: un altopiano con prati immensi
Ci concediamo una piccola deviazione sul tema “valle del Metauro” e ci allontaniamo di qualche chilometro dal percorso per raggiungere la vetta del Monte Petrano.
Da Cagli si risale su e dopo 12 tornanti si arriva sulla cima di questo monte, che con i suoi 1162 metri slm è la più bassa vetta rispetto ai vicini Catria e Nerone, ma la cosa più spettacolare è questo altopiano di prati dove si trova questo piccolo campeggio, molto spartano e con servizi essenziali.
Al nostro arrivo in serata veniamo accolti da un vento fortissimo, un’atmosfera magica e poco dopo un tramonto da favola… Come inizio non è male, eh?!? Tramonti spettacolari saranno in totale 2, come le notte che trascorreremo qui.
Se vi volete rilassare, questo è il posto giusto. Il luogo è molto suggestivo con panorami mozzafiato e viste che spaziano dal Conero al monte Titano di San Marino fino alle vette dell’Umbria come il monte Cucco.
Dicono che il monte Petrano sia un luogo magico a qualsiasi stagione, come ad esempio a maggio quando si riempie di narcisi. Noi era tanto tempo che lo avevamo inserito nella “lista dei desideri” dei luoghi da visitare e finalmente siamo riusciti ad esaudire questo nostro volere, lasciandoci soddisfatti e soprattutto emozioni al di sopra delle aspettative.
Dopo il fresco relax del monte Petrano, ritorniamo verso la vallata e raggiungiamo la prima località dell’Alta Valle del Metauro: Fossombrone.
FOSSOMBRONE – storia, arte e natura sulle sponde del Metauro
Siamo a quota 118 metri slm e la temperatura è nettamente diversa da quella del monte Petrano, il caldo si fa sentire pure qui.
Parcheggiamo il camper e a piedi raggiungiamo il centro storico che si struttura su due livelli: la parte basse su via Garibaldi dove sotto ai portici si trovano tantissimi palazzi storici, ci facciamo affascinare da questi edifici, ma soprattutto da questi ricchi portali decorati in arenaria, spesso a bugne, che attestano l'attività degli scalpellini della vicina Sant'pIpolito (un paesino a 7/8 chilometri famoso fin dal Medioevo per le sue cave di pietra e marmo e l’arte degli scalpellini9, in molti sono presenti anche curiosi “bussarelli” (una signora del posto ce li indica chiamandoli così) chiamati comunemente batacchi.
Troviamo quasi tutte le chiese chiuse e ci spiace perché avremmo voluto visitarle all’interno visto che per molte sono citate cose belle da vedere all’interno, proseguiamo fino alla Cattedrale dove dalla piazza antistante, si risale e si raggiunge la parte alta di Fossombrone: la cittadella.
Assolutamente da non perdere è l’occhio di Fossombrone, che si può ammirare nel parco fluviale e dove il ponte della Concordia con il suo arco riflesso forma un vero e proprio “occhio”. Questo ponte fu realizzato in pietra del Furlo e rivestito di mattoni, venne però distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale ad opera dei Tedeschi, e ricostruito nel 1947 fedele all’originale.
Fossombrone per gli amanti dell’arte offre anche una ricca offerta quali la Casa Museo Quadreria Cesarini e la Pinacoteca civica.
A circa 2,5 km da Fossombrone verso Calmazzo ci sono le Marmitte dei Giganti. Fermando il camper nei parcheggi disponibili si raggiunge questa forra dove è possibile noleggiare le canoe oppure scendere a piedi e godersi di un bagno rigenerante nel fiume Metauro.
Tutto molto affascinante così pure queste “marmitte dei giganti” e questo canyon scavato nella roccia.
SANTUARIO DEL BEATO BENEDETTO
Una strada in salita ci porta in cima ad un colle dove tra piante di cipresso sorge il Convento Santuario del Beato Benedetto Passionei dei Frati Francescani Cappuccini, qui siamo in frazione di Colle San Giovanni. Il panorama che si gode da quassù è spettacolare. All’interno della Chiesa sono custodite alcune opere d'arte di un certo pregio quali: il coro ligneo del settecento, la Madonna con i santi, tela posta sull'altare maggiore in legno del 18º secolo. Nella cappella di sinistra sono custodite le reliquie del beato Benedetto Passionei (Marco Passionei).
Lasciamo Fossombrone e ci dirigiamo verso Urbino, che non visitiamo perché già vista e vissuta un paio di anni fa (vi invitiamo anzi a leggere il nostro itinerario → A spasso per Urbino: 10 (+1) tappe imperdibili) e ci fermiamo invece nel paese natale del Bramante: Fermignano.
FERMIGNANO: Bramante e palio della Rana
Il piccolo paese, che si affaccia sulle rive del fiume Metauro ad un’altitudine di 200 metri slm, è famoso per aver dato i natali a Donato Bramante, il famoso architetto rinascimentale che noi ricordiamo per la sua bella e famosa scala nei Musei Vaticani, anche se durante la sua vita realizzò tantissime altre opere.
Fermignano è anche “città della birra” che se avete letto questo itinerario dall’inizio ricorderete che anche Apecchio lo è, questi paesi sono inseriti in questo circuito chiamato “le strade della birra” (borghi e birra artigianale nella Regione Marche).
Passeggiando per le vie di questo borgo si può ammirare la sede del Comune, dove un tempo sorgeva la casa natale del Bramante, proprio qui si trova anche un piccolo locale adibito ad ufficio turistico, vale la pena entrare ed ammirare la collezione di rane, sì avete letto bene: rane, di tutte le dimensioni e tipologie. Questo è perché Fermignano è famosa per il Palio della Rana che si svolge tutti gli anni in aprile dove 7 contrade si disputano per vincere l’ambito trofeo.
Vi consigliamo di raggiungere il ponte sul fiume Metauro dove sorge la torre Medievale e da qui si ammirano scorci molto caratteristici. Localini caratteristici e botteghe di prodotti tipici completano il quadro di questo paese.
Lasciamo Fermignano per raggiungere la prossima tappa: URBANIA.
Il BARCO DUCALE
Si trova poco sopra il paese di Urbania dove sorge questa affascinante residenza nobiliare voluta da Federico da Montefeltro nel 1465 come riserva di caccia. Un tempo Urbania era chiamata Casteldurante e questa zona, secondo il duca era un luogo idoneo per trascorrere il tempo libero che raggiungeva via terra o via fiume, perché proprio qui sotto al Barco Ducale scorre il fiume Metauro.
Pensate che un complesso sistema di chiuse permetteva al Duca e ai suoi ospiti di raggiungere il Palazzo Ducale (o viceversa da Barco) tramite imbarcazione.
Quello che ammiriamo ai giorni nostri fu un un convento dedicato a San Giovanni Battista della seconda metà del XVIII secolo che oggi viene utilizzato come Residenza Artistica e Creativa, una targa ricorda anche il defunto cantante Ivan Graziani a cui viene dedicato questo Centro Musicale, in quanto il cantautore era amico di questi luoghi. Attorno si trova un bel parco dove è possibile passeggiare e praticare attività fisica.
Decidiamo di pernottare nell’area camper proprio di fronte al Barco Ducale per beneficiare della frescura serale che da qui si gode e anche della prospettiva molto affascinante di questo posto.
URBANIA: capitale d’Italia della Befana, città della ceramica (e delle mummie)
Molti la conoscono per la città della Befana grazie agli eventi che ogni anno richiamano tanti turisti nel periodo dell'Epifania.
Noi invece la ricorderemo per il suo fascino, un paese ordinato e molto interessante da visitare a ritmo slow in questo centro storico lastricato a sampietrini dove spuntano chiese, palazzi e scorci molto suggestivi.
E che dire della curiosità del museo delle mummie e della loro bizzarra storia? Molto interessante e soprattutto unico, tanto che anche il National Geographic prese in studio questi corpi mummificati. Ma andiamo per gradi che ve la raccontiamo per benino.
Lasciamo il camper nel parcheggio con camper service del piazzale delle corriere che si trova a inizio paese e percorrendo via Garibaldi raggiungiamo la piazza da cui si dipanano le varie vie del centro storico, la prima a destra Corso Vittorio Emanuele ospita lo IAT dove gentilmente ci viene fornita la mappa di Urbania e tutte le informazioni per la visita.
Il percorso è semplice da fare grazie ai numeri apposti con una targa in ceramica fissati su ogni monumento che corrisponde a quello indicato sulla mappa. Tante chiese presenti, tutte molto affascinanti anche se quella più famosa ed attrattiva è quella della Chiesa dei Morti dove all’interno sono custodite le mummie. L’ingresso a pagamento permette di accedere a questo luogo dove sono esposti i corpi mummificati di persone che furono ritrovate nei terreni adiacenti alla Chiesa. Il simpatico custode ci racconta con una bella chiacchierata di circa 20 minuti la storia di questi corpi, il perché della conservazione ma soprattutto li spiega uno ad uno e ne narra la vita e la loro storia. Davvero una visita molto curiosa e affascinante.
Con lo stesso biglietto si accede alla visita del museo Leonardi dove all’interno sono custodite opere d’arte e maioliche perché ricordiamo che qui un tempo quando Urbania si chiamava Casteldurante, si producevano le più belle maioliche del Rinascimento.
“… e la piccola tavola del tè era pronta con tazze e sottocoppe in maiolica di CastelDurante, antiche forme d’inimitabile grazia…” (Gabriele D’Annunzio – Il Piacere)
Dal ‘94 Urbania è riconosciuta come “zona di produzione della ceramica artistica e tradizionale”, fu il primo Comune delle Marche a ricevere questo marchio, entrando a far parte dell’AICC (associazione italiana della città della Ceramica). Sinceramente avremmo voluto trovare qualche negozietto che esponesse queste eccellenze artistiche, cosa che invece non vediamo in nessuna via… Pazienza!
Il punto più suggestivo per fotografare Urbania è dal Ponte del Riscatto, così chiamato perché un tempo quando l’antica Durante era tutta rinchiusa all’interno delle possenti mura, per accedervi bisognava pagare un obolo, per l’appunto un riscatto.
La CASCATA DEL SASSO
Ci spostiamo di pochi chilometri da Urbania per raggiungere Sant’Angelo in Vado. L’area attrezzata è dislocata in periferia, vicino alla zona artigianale, dista dal paese circa un paio di chilometri. Ci fermiamo per il pranzo qui all’ombra degli alberi, scomoda per visitare Sant’Angelo sul Vado, ma comodissima invece per la cascata.
Una piccola passeggiata e ci troviamo di fronte a quelle che vengono definite dagli esperti “dal punto di vista paesaggistico, tra le 10 balze più belle d’Italia” e noi ci crediamo perché sono davvero proprio suggestive.
SANT’ANGELO IN VADO: tra tartufo bianco, mosaici e bellezze storiche
Lasciamo il camper in sosta in un parcheggio vicino al supermercato COOP e le insegne che balzano subito agli occhi sono quelle della mostra mercato che ogni anno da ottobre si svolge qui per celebrare uno dei prodotti clou: il tartufo bianco.
A piedi ci incamminiamo per visitare quella che fu la Tifernum Mataurense, la città romana sulle sponde del Metauro vicino alla strada consolare Flaminia e parte dell’antica Massa Trabaria, la regione storica così chiamata perché da lì provenivano i tronchi per realizzare travi che che venivano trasportate a Roma lungo lungo il fiume Tevere.
Il paese è molto carino tra palazzi storici, chiese e deliziosi scorci che attendono solo di essere immortalati. Lo visitiamo a ritmo slow questo borgo, come del resto avrete capito è il nostro stile, passeggiando tra queste viuzze dove spunta ora la facciata di un edificio storico, ora un localino caratteristico e anche botteghe che vendono prodotti locali come le carni provenienti dai pascoli circostanti.
Curiosa la chiesa di San Filippo su base ottagonale, bella la piazza dove si trova il palazzo Comunale con la statua del Papa, ma la cosa più affascinante e straordinaria qui a Sant’Angelo in Vado è la Domus del Mito, ovvero la casa con mosaici che visitiamo accompagnati da una simpatica signora dell’Ufficio Turistico che ci introduce all’interno dell’area visitabile (ingresso a pagamento).
La parte visitabile è la metà circa di ciò che era la vera e propria Domus del Mito, un’area di 480 metri quadri contro i 1000 esistenti. I mosaici sono bellissimi, di grande fascino e soprattutto ben conservati, viene considerato il più cospicuo tesoro ritrovato nelle Marche negli ultimi anni. I pavimenti rappresentano soggetti vari a tema mitologico. C’è una leggenda che sostiene che la DOMUS fu un omaggio degli Dei per celebrare l’amore contrastato ma indissolubile tra il ricco romano Mennenio e la povera celtica Nicia. Una storia che narra anche di tartufo e una figura maschile in un mosaico ne riporterebbe uno in mano. Fermatevi all’ufficio turistico e fatevi consegnare i vari depliant che narrano di questa storia curiosa ma molto affascinante.
Salutiamo Sant’Angelo in Vado e ci apprestiamo a raggiungere una delle ultime tappe di questo itinerario alla scoperta della Valle del Metauro: Mercatello sul Metauro.
MERCATELLO SUL METAURO: un borgo bello bello
L’area camper completamente gratuita con allaccio elettrico e una temperatura gradevole, siamo a quota m 429 slm, ci danno il benvenuto in questo paese a pochi chilometri da Sant’Angelo in Vado.
Mercatello sul Metauro è insignito come uno dei “Borghi più belli d’Italia” e “Bandiera Arancione” del TCI, riconoscimenti che li merita appieno.
Il paese ha origini storiche antiche, trovandosi al confine tra le due Regioni, Marche ed Umbria, era punto strategico di scambi commerciali e la piazza Garibaldi era il luogo dove avveniva e dove tuttora si tiene il mercato.
All’ingresso del paese si trova la statua di Santa Veronica Giuliani, che nacque qui a Mercatello il 27 dicembre 1660 protettrice dei giocatori di scherma (decreto pontificio del 2017).
La chiesa di San Francesco è la prima che si incontra, la visita all’interno avviene solo con la guida che accompagna alla scoperta di questo edificio religioso che raccoglie tante opere di grande pregio.
La camminata nel centro storico è piacevole attorniati da questa atmosfera d’altri tempi caratterizzata dalle case in sasso e da tanti scorci molto suggestivi.
Tante chiese disseminate in queste vie invitano ad entrare per ammirare il patrimonio artistico, vi segnaliamo di grande interesse e fascino all’interno della Chiesa della Collegiata un’icona raffigurante la Madonna col Bambino antecedente al 1100, importante testimonianza di arte bizantina.
D’obbligo è una camminata verso il fiume Metauro per ammirare lo scorcio “romantico” che offre (la tabella con #baciami e #kissme invita pure a fermarsi per un momento di dolci effusioni).
Castello della Pieve e Dante
A 2 chilometri da Mercatello in direzione Borgo Pace, si trova una vera e propria curiosità che in tante guide turistiche non viene menzionata e fortunatamente a noi l’hanno segnalata e così la vogliamo condividere perché merita davvero di essere visitata: il Castello della Pieve e Dante
Una deviazione verso destra e percorrendo una strada bianca si raggiunge questo gruppo di case chiamato “castello della Pieve” dove ora è presente un country house.
Al centro si trova una torre che ricorda il povero Dante, sì proprio il nostro Sommo Poeta perché proprio qui il 4 ottobre del 1301 Carlo di Valois e Corso Donati decisero il suo esilio.
Molto suggestivo il luogo, frequentato da stranieri in vacanza, però sicuramente ne vale una sosta fugace per visitare questo delizioso borgo storico.
BORGO PACE: dove si incontrano il Meta e l’Auro
Il paesino non ha tanto da offrire dal punto di vista storico, visto che fu raso al suolo in seguito ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.
L’antica Locanda la Diligenza è uno dei pochi edifici storici rimasti, qui tra l’800 e il ‘900 avveniva il cambio dei cavalli prima di affrontare il valico di Bocca Trabaria che porta in Umbria.
Qui partono tante passeggiate e la natura è incontaminata e rigogliosa, c’è però un luogo molto suggestivo dove si forma il fiume Metauro. Imboccando una stradina dietro alla chiesa si raggiunge il punto dove il torrente Meta e il torrente Auro si incrociano e insieme danno vita la METAURO, protagonista di questo nostro viaggio.
Nelle adiacenze del luogo c’è il Museo dei carbonai nell’edificio di una conceria dismessa, che ricorda l’antico mestiere di queste terre, purtroppo noi lo troviamo chiuso.
LAMOLI: l’abbazia di San Michele Arcangelo
Ultima tappa di questo nostro itinerario alla scoperta della Valle del Metauro è l’abbazia Benedettina di Làmoli, fondata prima dell’anno 1000.
L’interno sobrio e spoglio è comunque di grande fascino, un romanico primitivo frutto di restauri che l’hanno riportata al suo aspetto originario.
Visitabile è pure la cripta che custodisce documenti e paramenti. Nel chiostro si trova il Museo dei Colori naturali, che purtroppo ahimè troviamo pure questo chiuso.
Il nostro viaggio si conclude percorrendo il valico di Bocca Trabaria che con i suoi 1049 metri ci fa entrare dritti dritti in Umbria. Ci fermiamo per “spezzare” il viaggio nel punto sosta di Verghereto (FC – m 812 slm) e dormire al fresco.
Prima di lasciarvi vi raccontiamo però un po’ di cose buone...
Eccellenze gastronomiche: non solo tartufo
Acqualagna, Sant’Angelo in Vado si presentano già con il loro biglietto da visita di essere una la capitale del tartufo e l’altra la città del tartufo bianco, insomma un riconoscimento che a livello non solo nazionale le fa riconoscere un po’ ovunque.
Nella zona però si mangia e si beve bene anche al di fuori del tartufo, che non piace a tutti per il suo odore e sapore inconfondibile e molto particolare.
La Regione Marche ha istituito anche la “strada della BIRRA” un percorso che tocca i borghi con vocazione brassicola (produrre birra in poche parole), ecco allora su questo itinerario da noi realizzato i luoghi dove potrete gustare birra artigianale:
- Apecchio con il birrificio Collesi
- Fermignano con il birrificio il Mulino Vecchio
Per noi amanti del vino, la zona non soddisfa appieno il nostro interesse, unico vino che abbiamo assaggiato è il Bianchello del Metauro Doc, un vino fresco e giovane che si presta ad essere bevuto in abbinamento a tanti piatti vista la sua versatilità.
Qui siamo nella patria della crescia sfogliata e per favore non chiamatela piadina, sono cugine tra loro per vicinanza e quasi somiglianza ma hanno sapori nettamente diversi e anche la consistenza le diversifica. Noi gustammo per la prima volta la crescia sfogliata ad Urbino e ne restammo molto entusiasti, c’è chi preferisce una chi l’altra, sta di fatto che è da assolutamente assaggiare. Quel gusto saporito che le da il pepe che la fa molto ricordare e anche portare nel cuore.
Abbiamo acquistato anche la casciotta di Urbino (non caciotta, eh?!?!!!) e il tutto nacque da un impiegato del ministero nel Cinquecento fece un errore di trascrizione e da allora ha questo nome inconfondibile, tra le altre curiosità è stato il primo formaggio a ricevere la DOP (denominazione di origine protetta). Noi lo abbiamo gustato tagliato a fette sottili, insieme al lonzino marchigiano (un tipico salume locale) e utilizzato come farcitura della crescia sfogliata calda… Provare per credere che piatto godurioso!
Un consiglio per i primi piatti? I passatelli asciutti o in brodo sono una specialità da non perdere. L’elenco di piatti tipici è lunghissimo e soprattutto goloso, fatevi trasportare dal vostro istinto e sedetevi in qualche localino per assaporare questi sapori, porterete a casa tanti ricordi indelebili di questa terra molto ospitale.
Dove sostare
La zona è molto camper friendly grazie agli innumerevoli approdi quasi tutti gratuiti. Qui trovate quelli da noi utilizzati.
Ad Acqualagna è presente anche il camper service in via Kennedy.
Indice Regione
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