2003, Valle della Loira (Francia)
Dopo le esaltanti gesta dell’anno precedente, fu molto difficile pensare ad un viaggio che non sfigurasse al confronto, ma in effetti riuscimmo abbastanza nell’impresa perché decidemmo di affidarci ad un classico: i Castelli della Loira. Per non fare solo castelli, allargammo alle grandi cattedrali gotiche e includemmo nel viaggio anche Bourges, Le Mans, Chartres oltre ai grandi centri che si trovano sulle sponde del fiume. Sinceramente: i castelli sono bellissimi, non c’è dubbio, vale assolutamente la pena visitarli ma dopo un po’ si rischia di finire in un tour un po’ alienante, per cui è intelligente non seguire solo questo tema ma inserirlo nel contesto generale di una zona che è bellissima.
Quell’anno fu particolarmente caldo, superammo i 40°C nella valle e i giornali insistettero molto sulla “Canicule”, ovvero la canicola che solo in Francia causò tra 11.000 e 15.000 morti a seconda delle stime; in un contesto del genere il rischio di rovinarsi le vacanze era alto ma fummo fortunati a riuscire a gestire bene la situazione. In effetti i ricordi sono tanti e anche qui identificarne uno in particolare è molto difficile, per cui mi affido a due situazioni casuali che capitarono davvero in modo fortuito.
Ci fermammo per una pausa pranzo di trasferimento presso il parcheggio di un museo a caso e scoprimmo così il “Musée des Blindés” di Saumur, una collezione sorprendente di mezzi corazzati che, per un appassionato come me cresciuto a soldatini, fu davvero sbalorditiva; ovviamente ci trascorremmo l’intero pomeriggio, ad onore della pazienza di quella santa donna di mia moglie.
L’altra situazione fortuita fu … in Italia: rientrando nel pomeriggio attraverso la Val Susa, ci prese la voglia di salire alla Sacra di San Michele: non avendo capito che eravamo sul percorso sbagliato, ci addentrammo per una salita ripida e strettissima, trovandoci ad un certo punto di fronte al divieto di transito per rimorchi … che fare? Troppo tardi, non si riusciva ad invertire la marcia, per cui continuammo sperando nella fortuna (che ci assistette) e nel motore da 150 CV che casualmente avevamo a disposizione. Inutile dire che fummo ripagati dalla visita in un luogo e ad un orario meravigliosi.