Diario di viaggio
Monte Catria e la Valle del Cesano:
turismo slow marchigiano
Cinque giorni alla scoperta di una delle valli più affascinanti della regione, in camper... naturalmente, ma anche con belle passeggiate!
FRONTONE (PU) - CASTELLO (PU) - PERGOLA (PU) - S. LORENZO IN CAMPO (PU) - MONTALFOGLIO (PU) - FRATTE ROSA (PU) - CASTELLEONE DI SUASA (AN) - EREMO DI FONTE AVELLANA (PU) - FRONTONE-CAPRILE (PU) - Escursione trekking MONTE CATRIA (PU) - MONDAVIO (PU) - CORINALDO (PU) - MONTE PORZIO (PU) - MONDOLFO (PU)
Commenti e consigli:
Nell'entroterra marchigiano, divisa tra le province di Pesaro/Urbino ed Ancona, si trova la Valle del Cesano che prende il nome dall'omonimo fiume che nasce dal Monte Catria e sfocia tra Marotta e Senigallia. Quaranta chilometri di una vallata che corre dai monti, attraversa colline verdeggianti e fertili, rigogliose e ricche di storia, arte e cultura per giungere fino al mare Adriatico.
In ogni comune sono presenti le tracce di storia che trova le proprie tracce nei palazzi, chiese, conventi, scavi archeologici, rocche, fortificazioni, musei, pinacoteche; la Valle del Cesano viene considerata uno dei territori più ricchi ed attraenti della Regione Marche.
È una zona che offre un turismo per 4 stagioni; una terra che si offre ospitale al turista che cerca luoghi tranquilli ma ricchi di proposte culturali, sono presenti anche luoghi di culto di interesse storico e non solo religioso, e soprattutto per gli amanti della natura che cercano località al di fuori del turismo di massa. Buone le proposte rivolte anche agli sportivi grazie all'offerta di sentieri per trekking, per gli amanti della MTB che cercano itinerari freerider e downhill il Monte Catria propone percorsi a loro dedicati, da non trascurare anche che d'inverno la zona si trasforma in stazione sciistica.
Un consiglio che vi diamo è quella di visitare la Valle del Cesano con ritmi slow cercando di assaporare i vari aspetti della zona e coglierne la loro vera tipicità.
La Valle del Cesano è molto ricettiva ai turisti all'aria aperta grazie agli innumerevoli punti sosta con presidio ecologico per carico-scarico ed aree attrezzate.
Approfondimenti sulla zona, vi consigliamo il sito ufficiale www.lavalledelcesano.it
Prodotti e piatti tipici:
Non ci vogliamo soffermare sui prodotti e piatti tipici marchigiani, ma vogliamo invece sottolineare le vere tipicità della zona, eccole:
- nel comune di Fratte Rosa esiste ormai da secoli la produzione artigianale dei famosi “cocci” ovvero le terrecotte di uso casalingo, vere e proprie opere d'arte di manifattura frutto di un'esperienza tramandata da anni
- la zona è riconosciuta tipica per la coltivazione della cipolla e del farro (soprattutto a San Lorenzo in Campo)
- buona la produzione di miele e olio grazie al clima che permette la coltivazione dell'olivo
- la carne della zona è quella della “marchigiana” la tipica mucca che si trova anche oggi a pascolare nei verdi pascoli del monte Catria
- Frontone è capitale anche della tipica crescia, che nella zona ci tengono a precisare “da non confondere con la piadina” che va gustata con i salumi, la salsiccia, formaggi
- le visciole (o ciliegie selvatiche) sono tipiche di queste zone da cui si ricavano tante preparazione e soprattutto il vino di visciole (o visciolato o anche visner)
Zona tipica di produzione dei vini: Pergola DOC e Colli Pesaresi DOC; Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC (nel comune di Corinaldo).
Giorno 1 - arrivo a Frontone
Camper pronto sotto casa e verso le ore 14.15 partiamo! Decidiamo di non percorrere tutta l'autostrada per timore del traffico intenso. Così percorriamo la Via Emilia fino a Rimini Sud, entriamo in A14 fino a Fano (PU).
Utilizzando la comodissima via Flaminia raggiungiamo la località di FRONTONE (PU – n 412 s.l.m.), verso le ore 18.15 siamo all'area camper Il Cinisco.
Frontone viene chiamata la “piccola Svizzera delle Marche” per il suo clima salubre e la temperatura mite.
Il profumo di menta selvatica mentre parcheggiamo il camper nella piazzola, ci fa già pregustare la vacanza immersi nella natura!
Dopo cena, ci avviamo verso il centro di Frontone, un pugno di case raccolte lungo la strada di percorrenza, stasera si svolge l'ultima serata della Festa del Cacciatore con menù tipico e musica liscio. Vorremmo mangiarci un gelato ma scopriamo che l'unica gelateria del paese è su al Castello (che sorge sulla collina) e quindi ci accontentiamo di uno confezionato acquistato al bar. Andiamo a dormire con il sottofondo del fiume Cinisco che scorre proprio di fianco al nostro camper!
Giorno 2 - Borgo e castello di Frontone, relax al fiume
Una bella dormita e al risveglio troviamo una bella giornata di sole ma ventosa (fuori ci sono 18°C).
Ore 9.15 ci incamminiamo verso il colle che sovrasta Frontone. Una bella passeggiata che affrontiamo con calma per gustarci il panorama che ci attornia dove spicca imponente il monte Catria con la Croce, il monte Acuto e le altre vette; la salita si affronta in circa 45' di cammino e si arriva al delizioso borgo di CASTELLO (PU – m 585 s.l.m.). Il cucuzzolo del colle è sovrastato dal castello, il borgo si snoda in un saliscendi di stradine tutte lastricate a ciottoli, svetta una bella torre ad orologio, ma soprattutto da qui si ammira un magnifico panorama a 360° sulla vallata e a perdita d'occhio.
Ci dilettiamo a passeggiare in queste viuzze ammirando scorci veramente deliziosi, dove si aprono portoni di antico stile che conducono a ristoranti e locali storici con insegne in ferro battuto dove vengono serviti i piatti della tradizione (crescia e quant'altro).
Bella la chiesetta di Santa Maria Assunta del XIII secolo con l'interno in stile neoclassico, conserva all'interno opere di pregevole valore.
In attesa dell'apertura del castello, oggi prevista per le ore 11.00 (orario festivo), ci fermiamo a chiacchierare con una coppia di turisti romani avvezzi ormai della zona che ci danno alcuni consigli utili per la visita del territorio. Ore 11.00 visitiamo il Castello (a pagamento), una costruzione dell'undicesimo secolo e la sua storia è legata a quella delle signorie di Cagli, Gubbio e Urbino, si presenta possente ed inespugnabile grazie alla sua posizione arroccata sulla cima del ripido colle. Gli interni non conservano arredi originali, di interessante si trova una statua lignea di San Frontone.
Rientriamo in area attrezzata, giusto in tempo per organizzare una succulenta grigliata, cosa che accomuna anche gli altri vacanzieri visto il profumo di carne che si sparge nell'area.
Pomeriggio di relax a prendere il sole, un salto al fiume vicino, che proprio nel tratto adiacente all'area forma delle cascatelle. L'acqua è molto fredda, per noi inaffrontabile per un bagno, per alcuni ragazzi invece è un momento di svago trasformando questo luogo in una simil-piscina.
In serata il cielo si annuvola e cala la temperatura verso i 20°. Trascorriamo una serata tranquilla e... anche Ferragosto è passato!
Giorno 3 - Incantevoli borghi e l'eremo di Fonte Avellana
Stanotte fa veramente fresco (il termometro segna la temperatura esterna di 14°C), mettiamo il plaid sul letto e continuiamo a dormire godendoci questo posto veramente silenzioso.
Al risveglio troviamo una giornata soleggiata anche se le previsioni non sono ottimistiche per il pomeriggio, così decidiamo di non intraprendere escursioni in quota.
Partiamo con il camper e percorrendo la strada statale 424 (chiamata anche statale cesanense) raggiungiamo in pochi chilometri PERGOLA (PU – m 264 s.l.m.), “Comune Amico del Turismo Itinerante”.
Famosa in tutto il mondo per il museo che conserva i Bronzi dorati di Cartoceto, la cittadina di Pergola ci accoglie animata, grazie alle bancarelle di ambulanti che si trovano nel corso per la “fiera d'estate”.
Bello il centro storico con antichi palazzi, la Cattedrale (ex-Chiesa di Sant'Agostino), le varie chiese e scorci caratteristici che si affacciano nelle vie lastricate. Raggiungiamo il museo (a pagamento – vietato fotografare) che conserva vari reperti archeologici, interessante è la raccolta di monete, ma di spettacolare fascino è il “Gruppo dei Bronzi Dorati” l'unico gruppo di bronzo dorato esistente al mondo di epoca romana e giunto ai nostri giorni (immagini e dettagli sul sito ufficiale http://www.bronzidorati.com).
Terminiamo la visita di Pergola, riprendiamo il camper e raggiungiamo S. LORENZO IN CAMPO (PU – m 209 s.l.m.) “paese tipico per la coltivazione di farro e cipolla”, parcheggiamo il camper in zona campo sportivo e vista l'ora decidiamo di pranzare prima di visitare il paese.
Forte vento e nuvole nere e minacciose, ma fortunatamente senza pioggia, non ci impediscono però di vedere S. Lorenzo in Campo, con un bel centro storico di strade lastricate a ciottoli e sampietrini, dove sorge l'abbazia di S. Lorenzo (purtroppo chiusa – per le visite sono disponibili alcuni numeri di telefono n.d.r.) del sec. VIII-IX, bella la fontana che anticipa la salita verso il Palazzo Della Rovere, dove hanno sede il Teatro Comunale Tiberini e il 'Museo Archeologico del Territorio di Suasa'. Una targa ricorda che in una modesta casa di S. Lorenzo in Campo è nato il “tenore dei due mondi” Mario Tiberini (qui nato nel 1826). Bello anche il Palazzo Amatori.
Un cartello indica di raggiungere la frazione di MONTALFOGLIO come balcone panoramico, in soli tre chilometri si raggiunge questo borgo dall'aspetto tipicamente medievale. Silenzioso e tranquillo questo pugno di edifici racchiuso tra le mura dove il tempo sembra essersi fermato, dal balcone panoramico si gode di un bellissimo panorama su tutta la vallata. Fuori dal paese si trova anche un antico lavatoio.
Il tempo regge ancora senza minacciare pioggia e così decidiamo di proseguire il nostro tour alla scoperta di questi borghi silenziosi e pieni di fascino. Questa volta è di turno FRATTE ROSA (PU – m 419 s.l.m.) famoso come “centro artigianale della terracotta (o dei cocci come qui vengono chiamati)”.
Il paese sorge a cavallo fra le valli del medio Metauro e del medio Cesano, sulla cima di una collina circondata dal verde dei campi coltivati e dei numerosi vigneti. Reduce della festa di Ferragosto, troviamo dove le persone indaffarate a sgomberare le strade e ci chiedono scusa per non poter mostrare il loro paese al meglio, ci rallegra questo gesto di amore verso il proprio territorio da parte degli abitanti nei confronti dei turisti. Bello e caratteristico il centro storico dove la terracotta è la vera protagonista di tutto, dall'insegna, ai numeri civici, ai campanelli, alle targhe...tanti sono gli oggetti prodotti da questo tipico materiale della zona che ne ha fatto un vero e proprio simbolo di Fratte Rosa, il colore terracotta delle abitazioni crea un armonioso connubio.
Curioso un profondo pozzo, che sorge nel sottoportico del Palazzo Comunale, d'epoca malatestiana (sec. XIV).
Raggiungiamo fuori paese il convento di Santa Vittoria cercando il museo tematico e un'aula tecnologica specifica della terracotta, ma purtroppo lo troviamo chiuso. Ci fermiamo da uno dei produttori di terracotte che ormai da oltre 200 secoli lavora a mano i propri manufatti ed acquistiamo anche noi un “coccio” da portare casa.
Lasciamo Fratte Rosa per raggiungere CASTELLEONE DI SUASA (AN – m 206 s.l.m.), famoso per la coltivazione della cipolla uno degli alimenti più importanti nell'economia locale (i castelleonesi erano famosi come "cipollari").
Il paese dislocato sulla destra orografica del fiume Cesano, ha un centro storico raccolto che si affaccia sulla piazza principale. Il Museo archeologico ospita reperti dell'antica città romana di Suasa, “fondata dai romani dopo la battaglia di Sentino agli inizi del III secolo a.C. su un terrazzamento alla destra del fiume Cesano, lungo la diramazione della via Flaminia arcaica che passando per Sentinum (Sassoferrato) conduceva a Sena Gallica, (Senigallia). (da wikipedia)”. Chiediamo all'addetto al museo indicazioni per l'area archeologica fuori paese e ci risponde che la necropoli è visitabile solo su prenotazione e con un discreto anticipo. Incuriositi, ci avviamo con il camper verso l'area, e attraverso un pertugio della rete entriamo (ci sono anche altri 2 ragazzi che prima di noi hanno avuto la stessa idea!!!). I lavori di scavo ancora in corso, stanno portando alla luce una monumentale area di origine romana di notevole interesse. Ci accontentiamo di questa frugale visita e decidiamo di raggiungere SERRA SANT'ABBONDIO, dove si trova l'EREMO DI FONTE AVELLANA (PU – m 680 s.l.m.).
Colpo di fortuna, arriviamo giusto in tempo per l'ultima visita guidata delle 17.30! Bellissimo il complesso monastico camaldolese, uno dei più famosi d'Italia, (sito ufficiale http://www.fonteavellana.it/). La parte visitabile è ridotta a 4 ambienti, una minima parte di tutto il complesso, è vietato fotografare all'interno; interesse e curiosità desta il racconto della guida in merito alle vicende legale al monastero, dove si parla anche di Dante e la Divina Commedia, nonché aneddoti curiosi sull'architettura dell'edificio dove ogni spazio non è dato al caso! Sembra di essere all'interno di qualche scena del “Nome della Rosa” di Umberto Eco!
Terminata l'interessante visita, ci rendiamo conto che la giornata è volata e ci siamo fatti letteralmente trasportare da questo tour alla scoperta del territorio assaporando chilometro dopo chilometro la bellezza della zona.
Ritorniamo con il camper all'area il Cinisco a Frontone per la cena e per una serata tranquilla a guardare la TV, ci prepariamo moralmente per l'escursione impegnativa di domani!
Giorno 4 - salita al monte Catria
Buone le previsioni meteo per la giornata, così ci prepariamo per raggiungere la vetta del Monte Catria, che in questi giorni abbiamo ammirato dalle varie angolazioni panoramiche.
Accompagnati dai gestori dell'area attrezzata, con la navetta raggiungiamo la frazione di CAPRILE.
Lorenzo mi ha convinto ad utilizzare la funivia, o meglio la bidonvia o anche cestovia*, per me che soffro di vertigini è un'impresa non indifferente affrontare 20 minuti sospesi all'interno di questo cesto per uno sbalzo di 1000 metri di altitudine. L'alternativa sarebbe la salita a piedi, ma considerando lo sforzo andata e ritorno...OK! Un bel respiro e ci provo! (L'area attrezzala è convenzionata con la funivia, c'è anche lo sconto del 20%: almeno qualcosa di positivo c'è! La bidonvia viene utilizzata anche da chi vuole scendere dalle piste di MTB e d'inverno dagli sciatori. ndr).
Esperienza forte, che non so se ripeterei, ma poi vedendo scendere bambini sorridenti, credo che sia una scelta molto personale!
AGGIORNAMENTO → * il 12 febbraio 2019 è stata inaugurata la nuova cabinovia sul monte Catria. l’impianto dotato di 98 cabine chiuse permette il raggiungimento alle piste da sci e il Rifugio per le passeggiate in quota in circa 20 minuti.
Prima tappa al Rifugio Cotaline, proprio all'arrivo della bidonvia, siamo a quota 1400 metri; chiediamo informazioni e dettagli per raggiungere la vetta del monte Catria, ci viene in aiuto il marito di Erica (la proprietaria dell'area attrezzata) con tutte le indicazioni necessarie.
E così animati da spirito avventuriero partiamo per questa escursione che si presenta per il primo tratto piacevole e non troppo in salita, belli gli scorci panoramici che si incontrano durante il tragitto, qualche incontro con i cavalli allo stato brado e le mucche di razza marchigiana che pascolano. Nei pressi del Rifugio Vernosa (chiuso) a quota 1502, ci fermiamo per un pranzo al sacco frugale, poi ci avviamo per l'ultimo tratto e da qui il l percorso diventa più erto ed impegnativo.
Passato il primo tratto di bosco a faggeta, si prosegue verso la cima camminando su una mulattiera sassosa godendo un meraviglioso panorama. Raggiungiamo finalmente la cima del Monte Catria, vento fortissimo, siamo a quota 1701 o meglio 1700,8 m come certe cartine segnalano, la croce metallica che caratterizza la vetta ha una lunga storia che vi invitiamo a leggere sul sito ufficiale (clicca QUI). Da qui si gode un meraviglioso panorama dominando tutta la regione fino ad abbracciare anche la costa adriatica ed il confine con l'Umbria, uno scenario a 360° davvero mozzafiato.
Dopo il raggiungimento dell'obiettivo decidiamo di scendere per la stessa strada della salita, anche se alcune guide consigliano di seguire il filo del crinale Nord. Al Rif. Vernosa assistiamo ad un episodio spiacevole che ci lascia esterrefatti, in tanti anni che frequentiamo l'ambiente montano non c'era mai successo di vedere una cosa simile. Alcune ragazze erano in procinto di cucinarsi un pic-nic con un fornellino, alcune mucche al pascolo hanno scavalcato il recinto di legno ed una di loro si è imbizzarrita e ha attaccato una ragazza, “scornandola” verso la parete del rifugio per poi impossessarsi del bottino, ovvero il contenuto del tegame. La ragazza era molto spaventata, per fortuna non ha riportato malesseri fisici, alla nostra offerta di aiuto, ci hanno tranquillizzato che andava tutto bene, riprendiamo il cammino per la discesa con un certo stupore per l'accaduto. Al Rifugio Cotaline (andata e ritorno compreso di pranzo al sacco, assistenza incidente mucca abbiamo impiegato circa 4 ore), decidiamo di scendere a piedi a Caprile, così imbocchiamo la mulattiera sassosa che a serpentina ci farà percorrere circa 900 metri in discesa....tradotto in tempo, circa 3 ore! Davvero una bella escursione! Questa passeggiata ci ha permesso di ammirare tanti scorci, quali le Balze che stagliano la roccia delle pareti montuose.
Ore 18.00 siamo a valle, stanchi ma soddisfatti della bella escursione, qualche chiacchiera con altri gitanti che avevamo incontrato durante il nostro cammino, chiamiamo la navetta e rientriamo in camper giusto il tempo per una doccia ristoratrice e raggiungere il centro di Frontone dove stasera si svolge la 58° Sagra del Coniglio in porchetta, un'ottima occasione per assaggiare piatti tipici della tradizione marchigiana a prezzi popolari. Ci aggreghiamo al tavolo di una simpatica compagnia e così trascorriamo allegramente la serata.
Giorno 5 - tra rocche, torri e paesi medievali
Ci sveglia come ogni mattina il canto del gallo, lo ignoriamo e restiamo ancora a letto, ultimo giorno di vacanza, ce la prendiamo con calma!
Operazioni di carico e scarico, saldiamo il conto e salutiamo la simpatica e solare Erica, proprietaria dell'area e ore 10.15 si parte direzione MONDAVIO (PU – m 280 s.l.m.). Parcheggiato il camper nel comodo parcheggio adibito per la sosta, raggiungiamo a piedi questo affascinante borgo insignito anche dal TCI nell'elenco delle “bandiere arancioni”.
Domina il centro storico un capolavoro assoluto dell’architettura militare rinascimentale: la Rocca Roveresca di Mondavio, edificata fra il 1482 ed il 1492, è una vera e propria testimonianza della genialità del suo autore, l'architetto Francesco di Giorgio Martini; anche se non fu ultimata secondo i suoi progetti e in parte è stata modificata, è una delle opere d'architettura fortificata più innovative del secondo Quattrocento (la pianta della rocca è del tutto diversa da ogni altra fortificazione dell'epoca). All'interno museo di rievocazione storica e armeria (a pagamento). Ammiriamo questa bellissima costruzione, intatta e dall'aspetto possente che affascina chi come me ama i castelli, rocche, fortezze ecc.
Il paese porta ancora i segni della Festa Medioevale (Caccia al cinghiale) che si è svolta fino a Ferragosto.
Bella anche la piazza sui cui si affaccia il Palazzo municipale e la chiesa con il chiostro di San Francesco. Ci fermiamo in un negozio per comperare qualche prodotto tipico: pan nociato (pane con noci, formaggio) e le beccute (biscottoni grandi preparati con farina di mais e frutta secca). Una bella passeggiata nelle vie lastricate dove alcune verso est ci fanno scorgere pure all'orizzonte il mar Adriatico.
Riprendiamo il camper e ci spostiamo per raggiungere CORINALDO (AN – M 203 s.l.m). Sostiamo nella bella area camper con anche corrente gratuita! Pranziamo e poi sotto uno splendido sole ci accingiamo a visitare questo paese insignito anche come uno dei “Borghi più belli d'Italia” e con il senno di poi possiamo affermare che se lo merita proprio!
Corinaldo presenta una cinta muraria (sec. XV) lunga m 912 metri intercalata da torri e porte d'accesso tra le meglio conservate della regione Marche. Bellissimo questo percorso perimetrale da godersi con tutta tranquillità passeggiando ammirando anche i camminamenti di ronda, i torrioni (del Calcinaio, della Rotonda, di guarda dello Scorticatore ecc..), salire e scendere le scalette.
Bellissima anche la salita alla piazza principale alberata chiamata il Tirreno attraverso la Piaggia, ovvero una gradinata di 100 scalini, nel primo tratto si ammira anche il pozzo della polenta (una storia, una leggenda legata a questo pozzo che ha dato vita ad una festa che ogni anno si tiene a Corinaldo a metà luglio). Nel centro storico di Corinaldo si possono ammirare varie chiese e collegiate, tra queste spicca il Santuario di Santa Maria Goretti, originaria del paese.
Bello anche il Palazzo Comunale preceduto da un lungo ed ampio porticato.
Lasciamo la bellissima Corinaldo e raggiungiamo alle porte del paese la casa natale della giovane martire. Fortunatamente la casa è aperta (visita su prenotazione) per una gita parrocchiale, così cogliamo l'occasione per visitare l'edificio che diede i natali a Maria Goretti con all'interno qualche arredo dell'epoca e la storia della santa.
Raggiungiamo il paese di MONTE PORZIO (PU – m 105 s.l.m.), lasciamo il camper in un parcheggio cittadino e a piedi raggiungiamo il piccolo centro storico caratterizzato da un complesso monumentale formato da palazzi storici racchiusi su una piazza lastricata.
Ultima meta del tour nella Valle del Cesano è MONDOLFO (PU – m 144 s.l.m.) insignito come uno dei “Borghi più belli d'Italia” racchiude un bel centro storico all'interno di una doppia cerchia muraria (purtroppo avendo visto in precedenza quelle di Corinaldo ci sembrano queste più banali). Bella la piazza principale su cui si affaccia il Palazzo Comunale con la Torre Civica. Straordinario è il punto panoramico da cui si riesce a scorgere anche la Dalmazia, davvero una bella prospettiva verso il mare!
Tante le chiese disseminate a Mondolfo, bello il complesso monumentale di Sant'Agostino. Palazzi e scorci caratteristici completano la visita a Mondolfo.
Sono le 17.15 concludiamo la nostra vacanza imboccando l'A14 a Marotta-Mondolfo, traffico sostenuto e verso le 19.45 siamo a casa!
Ancora una volta abbiamo potuto apprezzare la bellezza della regione Marche, ma soprattutto la ricettività verso il turismo all'aria aperta, un segno di grande disponibilità ed accoglienza verso i viaggiatori itineranti.
Dove sostare
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