Giorno 3 - Incantevoli borghi e l'eremo di Fonte Avellana
Stanotte fa veramente fresco (il termometro segna la temperatura esterna di 14°C), mettiamo il plaid sul letto e continuiamo a dormire godendoci questo posto veramente silenzioso.
Al risveglio troviamo una giornata soleggiata anche se le previsioni non sono ottimistiche per il pomeriggio, così decidiamo di non intraprendere escursioni in quota.
Partiamo con il camper e percorrendo la strada statale 424 (chiamata anche statale cesanense) raggiungiamo in pochi chilometri PERGOLA (PU – m 264 s.l.m.), “Comune Amico del Turismo Itinerante”.
Famosa in tutto il mondo per il museo che conserva i Bronzi dorati di Cartoceto, la cittadina di Pergola ci accoglie animata, grazie alle bancarelle di ambulanti che si trovano nel corso per la “fiera d'estate”.
Bello il centro storico con antichi palazzi, la Cattedrale (ex-Chiesa di Sant'Agostino), le varie chiese e scorci caratteristici che si affacciano nelle vie lastricate. Raggiungiamo il museo (a pagamento – vietato fotografare) che conserva vari reperti archeologici, interessante è la raccolta di monete, ma di spettacolare fascino è il “Gruppo dei Bronzi Dorati” l'unico gruppo di bronzo dorato esistente al mondo di epoca romana e giunto ai nostri giorni (immagini e dettagli sul sito ufficiale http://www.bronzidorati.com).
Terminiamo la visita di Pergola, riprendiamo il camper e raggiungiamo S. LORENZO IN CAMPO (PU – m 209 s.l.m.) “paese tipico per la coltivazione di farro e cipolla”, parcheggiamo il camper in zona campo sportivo e vista l'ora decidiamo di pranzare prima di visitare il paese.
Forte vento e nuvole nere e minacciose, ma fortunatamente senza pioggia, non ci impediscono però di vedere S. Lorenzo in Campo, con un bel centro storico di strade lastricate a ciottoli e sampietrini, dove sorge l'abbazia di S. Lorenzo (purtroppo chiusa – per le visite sono disponibili alcuni numeri di telefono n.d.r.) del sec. VIII-IX, bella la fontana che anticipa la salita verso il Palazzo Della Rovere, dove hanno sede il Teatro Comunale Tiberini e il 'Museo Archeologico del Territorio di Suasa'. Una targa ricorda che in una modesta casa di S. Lorenzo in Campo è nato il “tenore dei due mondi” Mario Tiberini (qui nato nel 1826). Bello anche il Palazzo Amatori.
Un cartello indica di raggiungere la frazione di MONTALFOGLIO come balcone panoramico, in soli tre chilometri si raggiunge questo borgo dall'aspetto tipicamente medievale. Silenzioso e tranquillo questo pugno di edifici racchiuso tra le mura dove il tempo sembra essersi fermato, dal balcone panoramico si gode di un bellissimo panorama su tutta la vallata. Fuori dal paese si trova anche un antico lavatoio.
Il tempo regge ancora senza minacciare pioggia e così decidiamo di proseguire il nostro tour alla scoperta di questi borghi silenziosi e pieni di fascino. Questa volta è di turno FRATTE ROSA (PU – m 419 s.l.m.) famoso come “centro artigianale della terracotta (o dei cocci come qui vengono chiamati)”.
Il paese sorge a cavallo fra le valli del medio Metauro e del medio Cesano, sulla cima di una collina circondata dal verde dei campi coltivati e dei numerosi vigneti. Reduce della festa di Ferragosto, troviamo dove le persone indaffarate a sgomberare le strade e ci chiedono scusa per non poter mostrare il loro paese al meglio, ci rallegra questo gesto di amore verso il proprio territorio da parte degli abitanti nei confronti dei turisti. Bello e caratteristico il centro storico dove la terracotta è la vera protagonista di tutto, dall'insegna, ai numeri civici, ai campanelli, alle targhe...tanti sono gli oggetti prodotti da questo tipico materiale della zona che ne ha fatto un vero e proprio simbolo di Fratte Rosa, il colore terracotta delle abitazioni crea un armonioso connubio.
Curioso un profondo pozzo, che sorge nel sottoportico del Palazzo Comunale, d'epoca malatestiana (sec. XIV).
Raggiungiamo fuori paese il convento di Santa Vittoria cercando il museo tematico e un'aula tecnologica specifica della terracotta, ma purtroppo lo troviamo chiuso. Ci fermiamo da uno dei produttori di terracotte che ormai da oltre 200 secoli lavora a mano i propri manufatti ed acquistiamo anche noi un “coccio” da portare casa.
Lasciamo Fratte Rosa per raggiungere CASTELLEONE DI SUASA (AN – m 206 s.l.m.), famoso per la coltivazione della cipolla uno degli alimenti più importanti nell'economia locale (i castelleonesi erano famosi come "cipollari").
Il paese dislocato sulla destra orografica del fiume Cesano, ha un centro storico raccolto che si affaccia sulla piazza principale. Il Museo archeologico ospita reperti dell'antica città romana di Suasa, “fondata dai romani dopo la battaglia di Sentino agli inizi del III secolo a.C. su un terrazzamento alla destra del fiume Cesano, lungo la diramazione della via Flaminia arcaica che passando per Sentinum (Sassoferrato) conduceva a Sena Gallica, (Senigallia). (da wikipedia)”. Chiediamo all'addetto al museo indicazioni per l'area archeologica fuori paese e ci risponde che la necropoli è visitabile solo su prenotazione e con un discreto anticipo. Incuriositi, ci avviamo con il camper verso l'area, e attraverso un pertugio della rete entriamo (ci sono anche altri 2 ragazzi che prima di noi hanno avuto la stessa idea!!!). I lavori di scavo ancora in corso, stanno portando alla luce una monumentale area di origine romana di notevole interesse. Ci accontentiamo di questa frugale visita e decidiamo di raggiungere SERRA SANT'ABBONDIO, dove si trova l'EREMO DI FONTE AVELLANA (PU – m 680 s.l.m.).
Colpo di fortuna, arriviamo giusto in tempo per l'ultima visita guidata delle 17.30! Bellissimo il complesso monastico camaldolese, uno dei più famosi d'Italia, (sito ufficiale http://www.fonteavellana.it/). La parte visitabile è ridotta a 4 ambienti, una minima parte di tutto il complesso, è vietato fotografare all'interno; interesse e curiosità desta il racconto della guida in merito alle vicende legale al monastero, dove si parla anche di Dante e la Divina Commedia, nonché aneddoti curiosi sull'architettura dell'edificio dove ogni spazio non è dato al caso! Sembra di essere all'interno di qualche scena del “Nome della Rosa” di Umberto Eco!
Terminata l'interessante visita, ci rendiamo conto che la giornata è volata e ci siamo fatti letteralmente trasportare da questo tour alla scoperta del territorio assaporando chilometro dopo chilometro la bellezza della zona.
Ritorniamo con il camper all'area il Cinisco a Frontone per la cena e per una serata tranquilla a guardare la TV, ci prepariamo moralmente per l'escursione impegnativa di domani!