Sestiere CASTELLO
Una lingua di terra, una penisola protesa verso il mare, se è vero che Venezia viene rappresentata come un grande pesce, come scritto all'inizio, il sestiere Castello né è la coda.
Caratterizzano questo sestiere gli spazi più ampi, con zone residenziali dove i panni stesi su calle e campi hanno un loro appeal fotografico. Un fascino sobrio, dove vi accorgerete che lasciando il sestiere San Marco, molto frequentato e per l'appunto rumoroso e caotico, qui troverete silenzio e pace.
Andiamo alla scoperta del nostro primo obiettivo della “caccia al tesoro”, che si trova in campo Santi Giovanni e Paolo (2), dove sorgono la bellissima chiesa dedicata agli omonimi santi, è un grandioso esempio di architettura gotica veneziana, adiacente si trova l'ospedale civile di Venezia – la Scuola Grande di San Marco – un edificio rinascimentale che conserva il ricordo di un drammatico matricidio, se notate attentamente sulla parte del muro tra la porta d'ingresso dell'ospedale e la parte destra della facciata, a circa 30 cm da terra si nota una strana incisione, è la figura di un uomo con il cuore in mano. Storia vera o leggenda, questa incisione ricorda questo tragico omicidio qui ricordato da un vecchio scalpellino. Non siamo impazziti ad avervi portati fino a qui, per un'incisione anche poco evidente, vale sicuramente una visita questa zona, poco conosciuta, ma che sicuramente merita di essere scoperta.
Prossima tappa qui al sestiere Castello è Campiello Santa Giustina detto de Barbaria (3), uno spazio raccolto e tranquillo, ci è piaciuto molto, suggestivo e pittoresco scorcio della fontana con adiacente il pozzo coperto e nel lato corto, l'oratorio, una costruzione dall'aspetto semplice, ma in questo contesto assume un suo particolare fascino.
Raggiungiamo poi San Francesco dalla Vigna (4), dove dalla guida leggiamo che si trova la cappella della visione di S. Marco, che purtroppo non riusciamo a vedere in quanto la chiesa è chiusa (visita su richiesta nell'orario di apertura). Nel caso riuscite ad entrarvi, dalle indicazioni lette, ci sono tantissime cose da vedere: lo straordinario orto del convento, la chiesa, una cabala musicale pitagorica... se riuscite a visitarla, fatecelo sapere!
Nei pressi di Calle Zorzi, nel sotoportego di Corte Nova (5), è posta all'ingresso una lunetta con un'iscrizione che ricorda alcuni fatti prodigiosi legati alla Madonna, ma la cosa più curiosa è una pietra rossa, a ricordo del punto dove, durante l'epidemia di peste del 1630, fu posto un dipinto della Vergine con San Rocco (patrono degli appestati), San Sebastiano e San Lorenzo Giustiniani (protettori delle epidemie), qui nel sotoportego gli abitanti si radunavano per pregare. Quando l'epidemia cessò, fu messa appunto questa pietra rossa a ricordo.
Ammiriamo dall'esterno la sede del Gran Priorato dell'ordine di Malta a Venezia (6) (lo sapevate che è l'unica organizzazione al mondo con i privilegi di uno stato extraterritoriale?).
Una tappa romantica è quella che vi porterà in sotoportego dei Preti (7), verso la salizada del Pignater noterete sotto alla trave in legno un cuore di mattoni, a ricordo di un amore tra un pescatore ed una sirena, una leggenda che viene tramandata in questo luogo, c'è chi dice che toccandolo si vedrà realizzato il proprio desiderio entro l'anno.... tentar non nuoce!!!
Poco distante si trova la Pasticceria Alla Bragora (8) (Salizada Sant'Antonin, 3604), ambiente tranquillo che noi abbiamo scelto per una “dolce pausa”. Seduti nei tavolini interni, ci siamo gustati alcuni dolcetti tipici veneziani: zaeti (o xaeti, come si dice da queste parti), i bussolai buranelli e tanti altri. Buon rapporto qualità/prezzo!
Ammiriamo dall'esterno la chiesa di San Martino, ma il nostro prossimo obiettivo è raggiungere l'arsenale (9), che ci appare maestoso ed imponente grazie alle mura di cinta, torri, un portale d'ingresso ornato da statue. Stiamo andando alla ricerca delle iscrizioni runiche (caratteri grafici che comparvero già dal 300 d.C.) che sono poste su uno dei quattro leoni, le troviamo grazie ad una ragazza che le stava mostrando ad un amico. Guardano la facciata dell'arsenale, è il leone di sinistra che riporta iscrizioni runiche su entrambi i lati, questo a ricordo delle sue origini, che riconducono al porto del Pireo in Grecia e le scritte racconterebbero la sua storia legata a battaglie, conquiste, vincitori e vinti. Ammiriamo anche la bella meridiana posta su una torre dell'arsenale, ne siamo appassionati e quindi ogni occasione è buona per cercarle ovunque!
La statua di Giuseppe Zolli, in viale Garibaldi, è il nostro prossimo obiettivo. Posta all'interno dei giardini della Biennale (10), vi consigliamo di farci un giro attorno e vi accorgerete che da un lato si trova la statua di Garibaldi, ma alle sue spalle, si trova quella di un uomo, per l'appunto Giuseppe Zolli, una leggenda (una delle tante presenti qui a Venezia!), sta di fatto che questo fu posto come eterna guardia del corpo contro un dispettoso fantasma con la camicia rossa che molestava i passanti. Il fantasma altro non era che l'animo inquieto di Giuseppe Zolli, seguace dell'eroe dei due Mondi, che si sera prefissato di seguirlo e proteggerlo.
In campo de Ruga si trova il sotoportego più basso della città: è sotoportego Zurlin (11), attraversandolo si raggiunge la corte omonima, un luogo leggendario dove si raccontano storie misteriose di fantasmi (a quanto pare, un classico ricorrente la presenza di storie di fantasmi e leggende in questa Venezia, vero!?!?).
La nostra ultima tappa qui a Castello è la pietra bianca di Campo San Pietro (12), posta dove il doge ed il Patriarca di Venezia si incontravano, questo perché fino al 1807 la Chiesa di San Pietro di Castello, che sorge nelle adiacenze del vialetto con la pietra bianca, era la Cattedrale di Venezia (la basilica di San Marco era la cappella privata dei Dogi). Perché fu posta questa pietra? Un punto di compromesso, per evitare al Doge l'umiliazione di recarsi fino alla soglia di questa chiesa e dall'altra parte, di ricevere il Doge all'arrivo in barca, la salvaguardia del potere temporale e spirituale!
Un vaporetto preso alla fermata San Pietro ci riporterà indietro, è una fresca serata di dicembre, il sole sta tramontando. Il vaporetto stracolmo di persone, ci obbliga a viaggiare all'esterno, con il vento fresco in volto, il profumo di salsedine che sale alle narici ci ricorda che Venezia ed il mare hanno un legame millenario, scorci unici che ammiriamo in questo tragitto, uno mozzafiato è quello che ci appare guardando verso Piazza San Marco e la chiesa di Santa Maria della Salute impreziosite soltanto dalla luce crepuscolare e dai lampioni.
Alcuni scorci di questo sestiere e l'Altra Venezia prosegue dopo la galleria immagini.
Insolita e magica Venezia! Ancora una volta non ci hai delusi....
Torna a Itinerari e mete Veneto
SCARICA IL PDF (è necessario fare il login)
Commenti
Cara Franca,
so che i cani di piccola taglia possono salire sui vaporetti e viaggiano gratuitamente.
un caro saluto
Marzia
RSS feed dei commenti di questo post.