Sestiere CANNAREGIO
Il nome di questo sestiere sembra attribuito al fatto che la zona fosse ricca di canneti, per alcuni deriverebbe dalla parola Canal Regio, che lo attraversa, qualunque sia l'origine del nome, è quello più poliedrico dei 6 sestieri. Presenta una parte turistica quella caratterizzata da bancarelle, negozi e ristoranti, affollata e rumorosa, ben diversa da quella unica e tipica del Ghetto ebraico, ma anche da angoli invece silenziosi e suggestivi.
Partendo dal piazzale Roma (1) e oltrepassando la stazione ferroviaria di Santa Lucia, una piccola deviazione, lasciando il Canal Grande, per raggiungere il canale di Cannaregio, attraversando il ponte delle Guglie si accede al Ghetto (2), una zona molto caratteristica di questo sestiere. Si entra oltrepassando il sotoportego adiacente al ristorante Gam Gam, che propone piatti kosher fantasiosi. Un'atmosfera d'altri tempi e molto particolare è quella che caratterizza il Ghetto vecchio e nuovo, non sembra di essere a Venezia, scritte, negozi, prodotti tipici raccontano di un popolo straniero relegato a vivere in disparte, una comunità con proprie tradizioni e una cultura diversa. Ci incuriosiscono i dolci ebraici quali impade, azzime dolci e altre specialità che ci appaiono in bella mostra nelle vetrine delle pasticcerie del ghetto. Libri antichi e nuovi scritti in ebraico, sinagoghe e targhe commemorative di un passato storico legato al popolo ebraico e all'olocausto vissuto si possono scorgere all'interno del Ghetto.
Un'enorme candela nella piazza del Ghetto nuovo, simboleggia una festività ebraica, il Chanukah (o Hanukkah), festa delle luci o festa dei lumi della durata di 8 giorni, quest'anno iniziata il 24 dicembre. Sulla medesima piazza, in un lato si trova il monumento dell'Olocausto (3) datato 1980.
Lasciamo il Ghetto per proseguire alla scoperta di angoli curiosi di questo sestiere, la nostra “caccia al tesoro” deve continuare! Prossimo obiettivo è l'altorilievo di Ercole con la clava (4) in Fondamenta dei Mori 3399, a circa 500 metri dall'uscita del Ghetto. Questo altorilievo è posto sopra la facciata della casa dove il Tintoretto visse gli ultimi anni di vita (1594). Ercole con la clava narra di una leggenda legata al Tintoretto, ad una strega che trasse in inganno la prima figlia del pittore, Marietta. Un curioso aneddoto dove il Tintoretto si difese dando randellate a questa malefica donna. Nel buco che rimase sul muro dove scappò la strega tramutata in gatto, unica via di fuga, il Tintoretto lo coprì scolpendo Ercole con la clava.
Consigli utili
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Ci addentriamo nella parte meno turistica di Cannaregio, silenziosa e tranquilla. Prossima tappa è la Chiesa della Misericordia, dove nella fondamenta omonima si possono notare, visibili dal ponte, una
cornice di facciata (6) e non una semplice riva, molto probabilmente era destinata ad un altro edificio! A pochi passi da qui, al civico 3598, si trova il palazzo Lezze (5), un edificio datato inizi 1600, attribuito all'architetto Baldassarre Longhera (già ritrovato nella Chiesa di Santa Maria della Salute del sestiere Dorsoduro, ricordate?). Questo palazzo considerato la “dimora filosofale” di Venezia conserva dei bassorilievi con simboli alchemici, soffermatevi a guardarli bene, sono curiosi ed insoliti. Non a caso, sembra accertata la presenza a Venezia di una società segreta di alchimisti, detta Voarchadumia, attiva già tra il 1450 e il 1490 e pratiche proseguite nei secoli successivi. Questo di Palazzo Lezze è uno dei tanti simboli di un passato legato a questa pratica segreta legata alla “Venezia alchemica”.
Prossima tappa è calle Diedo, civico 2386/A, sul palazzo omonimo, sede degli uffici del Tribunale, si trova un leone mefistofelico (7) che dispiega le sue ali di pipistrello posto su uno dei portoni laterali.
Il ponte che attraversa il Rio Santa Fosca è singolare ed insolito, osservando attentamente sulla sommità potrete notare quattro impronte, vengono chiamate le “sampe al ponte di Santa Fosca” (8), dove “sampe” sta per impronte (in passato conosciuto anche come Ponte de la Guerra) ricordano tracce di antiche lotte tra squadre avversarie e il ponte era teatro di violente battaglie dove i malcapitati finivano in acqua dopo averle prese pugni, calci e botte.
A circa 300 metri da qui si trova il famoso Casinò di Venezia (9), se trovate il cancello aperto, una sbirciata e potrete ammirare la facciata del palazzo, suggestiva e affascinante.
Raggiungiamo poi la Chiesa della Maddalena (19), nell'omonimo campo, l'ultimo edificio religioso costruito a Venezia durante la Serenissima, quando era ancora indipendente. Di pianta circolare, sopra alla porta d'ingresso si notano i simboli massonici del curioso occhio inserito in un triangolo. La chiesa che conserva le spoglie di Tommaso Temanza (Venezia, 9 marzo 1705 – Venezia, 14 giugno 1789 - architetto, scrittore e ingegnere italiano) fu influenzato da uno dei primi massoni di Venezia Andrea Memmo. Altri indizi massonici sono presenti in questa chiesa, custoditi all'interno che purtroppo non possiamo vedere in quanto chiusa!
Strada Nova è una delle arterie commerciali più importanti di Venezia, su cui si affacciano negozi di alto livello. Uno di questi è tappa della nostra “caccia al tesoro” è la spezieria all'Ercole d'Oro (11). Alla gentile commessa del negozio “The Merchant of Venice” (strada Nova 2233), che propone una linea di alta profumeria ispirata all’arte profumatoria veneziana, chiediamo di poter entrare per ammirare il mobilio originale, i vecchi vasi e tutto ciò che rimane di questo fantastico luogo. Era un'importante spezieria tre secoli fa, arricchita da mobili in stile barocco realizzati con legni pregiati e da sculture che ne facevano un prezioso locale, destinato non solo allo svolgimento dell'attività di un farmacista, ma anche dove patrizi eruditi, ecclesiastici e persone colte si riunivano, come in un salotto per scambi intellettuali. Qui si preparavano rimedi galenici e farmaci ricercati, uno conosciuto come le pillole miracolose di Santa Fosca. Un ambiente singolare reso ancora più suggestivo dagli aromi dei profumi, ci fa sognare un passato legato a Venezia, ai mercanti di spezie, alla storia della farmacia veneziana.... ma ritorniamo alla realtà, dobbiamo proseguire a scoprire l'Altra Venezia, per il nostro itinerario e raggiungere la prossima tappa. Ringraziamo la disponibilissima commessa del negozio e ci dirigiamo verso la prossima meta, meno “poetica” di questa, ma altrettanto vera nella realtà di Venezia. Raggiungiamo Calle d'Oro (12), dove si trova l'omonimo palazzo storico. A metà della calla, vi consigliamo di ammirare l'eleganza delle grondaie artistiche di questo palazzo, una raffinatezza urbana con capitelli e decorazioni. La facciata di Ca' d'Oro rivolta verso il Canal Grande in Fondamenta del Tragheto, bella ed elegante, custodisce un curioso graffito: su una delle colonne è stato inciso un ratto (pantegana) per ricordare che a Venezia ci sono 5 topi per ogni veneziano (come si legge sulla guida!). Purtroppo, una realtà con cui deve fare i conti Venezia, causa la conformazione del territorio e la scomparsa delle colonie feline.
Ogni passo in questa splendida Venezia, regala scorci unici degni di essere osservati, ammirati, ricordati, fotografati. Percorrendo Strada Nova notiamo bizzarri camini che catturano la nostra attenzione e questa Venezia non finisce mai di stupirci...
A pochi passi da qui, nelle adiacenze della Chiesa di San Canciano nel sotoportego del Traghetto (13) si trova inciso in una colonna un graffito che ricorda il grande gelo del 1864, Questa incisione spiega che i veneziani camminando sul ghiaccio riuscirono a raggiungere in processione fino all'isola di San Cristoforo (oggi unita all'isola di San Michele). Nell'angolo del sotoportego, non fatevi sfuggire le ancorete (piccole ancore) portafortuna; sembra che per superstizione o per tradizione “coloro che sono in grado di toccare le ancore con le proprie mani non hanno ancora bisogno di essere traghettate al di là del canale che porta al cimitero, vale a dire non sono ancora morte. Toccare al passaggio sarebbe una forma di scaramanzia che allontana il momento del trapasso.” (da Venicewiki).
Una breve deviazione verso est del sestiere per raggiungere Calle della Testa, dove al civico 6216 ci aspetta il nostro prossimo obiettivo di questa “caccia al tesoro”: è la testa sulla casa del boia (14). Secondo la tradizione questa testa indicava l'abitazione dove viveva uno dei boia attivi nel XV secolo. Nella bocca aperta venivano inseriti i messaggi che riguardavano le pene di morte.
Vicino alla chiesa di San Canciano, proprio davanti alla farmacia, un osservatore attento (o come noi che stiamo andando alla ricerca di cose insolite) potrà notare un buco nel selciato (15), questo era il punto dove si appoggiava il mortaio per la frantumazione degli ingredienti necessari per preparare la Theriaca* Fina, il famoso farmaco prodotto qui a Venezia.
Approfondimento:
* La theriaca o teriaca era un preparato farmaceutico, considerato un antidoto contro i veleni (o pozione miracolosa) quali i morsi degli animali selvatici, in particolar modo le vipere e i serpenti. Nel XVII secolo, Venezia era famosa in tutto il mondo per la preparazione della Teriaca, non a caso era rinominata per i suoi medicinali, un vantaggio datole grazie al commercio monopolistico dettato dalla Serenissima utilizzando le spezie importate dall'Oriente. Un periodo ricco e glorioso quello della produzione farmaceutica tutelato da leggi severe che dovevano garantire la qualità e l'esportazione. Un lavoro prestigioso quello dei farmacisti, le preparazioni erano considerate “nobil arte” e nei periodi fiorenti di questa produzione si potevano contare a Venezia 90 farmacie. Si legge anche che il Gran Khan della Cina volesse ampolle di questo antiveleno!
Prossima tappa è campiello Santa Maria Nova, al civico 5999 si trova un palazzo di raffinata bellezza, è Ca' Bembo-Boldù (16) dove si trova la scultura dell'Homo Selvaticus, che ricorda il dio delle foreste dell'antica Roma. Viene chiamato “el vecio pien de peo” (il vecchio tutto peloso), una statua voluta dal nobiluomo Gianmatteo Bembo. Diverse le interpretazioni di questa statua, qualcuno ipotizza anche un enigmatico riferimento all'alchimia.
Alcuni scorci di questo sestiere e l'Altra Venezia prosegue dopo la galleria immagini.
Il nostro itinerario prosegue e andiamo alla scoperta del
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Commenti
Cara Franca,
so che i cani di piccola taglia possono salire sui vaporetti e viaggiano gratuitamente.
un caro saluto
Marzia
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