Sestiere SAN POLO
Prende il nome dal campo omonimo, il più grande dopo piazza San Marco. Suggestivo e di grande fascino questo sestiere, caratterizzato da botteghe (belle quelle che mettono in bella mostra maschere del caratteristico e famoso Carnevale) ed altri oggetti d'artigianato locali, nonché da osterie (i famosi bàcari ) che si affacciano sulle calli. Se nel vostro girovagare in questo caratteristico sestiere vi imbattete nel “ponte delle tette” (1), chiudendo gli occhi fatevi trasportare dalla fantasia ed immaginare la realtà di questo luogo nel XVI secolo dove 11.000 prostitute esercitavano la loro professione a Venezia e proprio a pochi passi da questo ponte (dove ora si trova il ristorante Antiche Carampane), le cortigiane mettevano il seno scoperto in mostra per attirare i clienti. Vi ricordiamo che Venezia è famosa anche per Giacomo Casanova, scrittore e poeta, ma anche seduttore d'eccellenza e libertino personaggio della Venezia del 1700! Questo e altri dettagli che trovate in questo sestiere vi farà capire le caratteristiche che lo rendono unico e folcloristico!
Dal Sestiere Santa Croce, ovvero dalla Chiesa di Santa Maria Mater Domini, attraversiamo Campo San Cassiano per raggiungere la nostra prima tappa della nostra “caccia al tesoro” di San Polo, ovvero il Mercato di Rialto (2) (soltanto al mattino), colorato, rumoroso e animato è un angolo di Venezia imperdibile per il folclore che ogni mercato offre. Noi però andiamo alla ricerca di alcune particolarità lette sulla guida, ovvero i capitelli del mercato del pesce e altri dettagli che si trovano nell'edificio neo-gotico occupato dall'attuale pescheria. Può trarre in inganno per il suo stile, ma in realtà non è un edifico antico, risale al 1907. Ammiriamo i caratteristici capitelli, le colonne e le figure scolpite. Non perdetevi sul lato della Pescheria nuova, verso il Canal Grande, la targa che riporta le misure dei pesci permesse per la vendita, questo serviva e serve tutt'ora affinché i pesci possano riprodursi. Sulla facciata della Peschiera, guardando in alto, potete ammirare due opere di Cesare Laurenti (Mesola, 6 novembre 1854 – Venezia, 8 novembre 1936 - è stato un pittore italiano, da Wikipedia).
Curiosi sono anche il leone di San Marco e San Pietro pescatore.
Al civico 456 di calle Arco, in mezzo ad un dedalo di calli, si trova una porta molto curiosa, osservate con attenzione la parte bassa e noterete che è leggermente allargata: era lo scasso per far passare le botti. La ricorderete come la “porta della botte” (3), singolare...vero!?!? Si legge dalla guida, che a Venezia c'era la confraternita dei Boteri, ovvero i costruttori di botti che avevano la propria scuola di fronte alla Chiesa dei Gesuiti (vicino alla Fondamenta Nuove). Al civico 551 di San Polo – Campo Rialto Novo (adiacente ai bagni pubblici), si trova inciso sul muro il bassorilievo di una botte (4), emblema della confraternita dei boteri; al civico 553 invece è rappresentata una pianta di gelso, che ricorda i produttori di seta che in questa zona avevano una sede degli uffici.
Difficile restarne indifferenti alla maestosità e alla bellezza del Ponte di Rialto (5). Progetti vari di architetti famosi quali Michelangelo, Palladio, Scamozzi e Sansovino furono scartati, ma la scelta cadde su Antonio da Ponte (un nome, una garanzia!), che si aggiudicò l'opera. Un ponte ad una sola campata, che permetteva di navigare più facilmente lungo il canale più trafficato, l'opera fu conclusa nel 1591. Leggiamo della leggenda del diavolo al ponte di Rialto, sentita ormai altre volte per altri ponti di minor fama, ma quello che affascina questo di Venezia è la sua straordinaria raffinatezza ed imponenza, elegante anche per la fila di negozi che si affacciano nella parte interna e che dire? Sbizzarritevi a far foto, perché ogni angolazione del ponte di Rialto vi darà soddisfazione!
Una bella passeggiata sul Canal Grande e in Calle della Madonna 574, naso all'insù andiamo alla scoperta del barbacane modello (6) (vicino alla trattoria della Madonna), ovvero il rinforzo architettonico o trave sporgente che serviva come sostegno per poter ampliare la casa nei piani superiori, questo era quello standard a cui dovevano attenersi per costruire gli altri in legno e per evitare abusi per il mancato rispetto delle dimensioni, costruito invece questo in pietra d'Istria appare l'incisione “PER LA IVRISDICIOM DE BARBACANI”.
Raggiungiamo Campo Sant'Aponal, uno spazio raccolto e suggestivo dove andiamo alla ricerca di alcuni “tesori” della nostra caccia alla scoperta di Venezia. Guardando la chiesa di Sant'Aponal, a sinistra della facciata, al civico 1252, in alto, quasi difficile anche da scorgere si nota un altorilievo con i Quattro Santi Coronati (7) (Claudio, Castorio, Sinforiano e Nicostrato), infatti questo edificio ospitava la sede della scuola degli scalpellini e i Santi erano i patroni. Quello che però di cui andiamo alla ricerca è l'altorilievo in legno del papa addormentato (8), posto all'inizio del sotoportego de la Madonna. Ricorda un episodio, o una leggenda (c'è chi scrive falsa), di quando papa Alessandro III si recò a Venezia per firmare il trattato di pace on l'imperatore Federico Barbarossa e fu costretto a dormire in mezzo alla strada per timore di un complotto. C'è chi scrive che non sia vero, resta di fatto che questo curioso angolo di Venezia conserva anche altre particolarità: nel sotoportego se ci si volta e si guarda verso l'alto si notano iscrizioni neo-templari, così come una piccola figura di templare nascosta dietro il mazzo di fiori dell'edicola del papa addormentato. La croce del sotoportego incisa sul muro invece è la croce di Venezia.
Una bella camminata per raggiungere il prossimo obiettivo della nostra “caccia al tesoro”, passando attraverso calli e campo San Polo (9), il secondo per grandezza di Venezia, dove in questi giorni sono allestite le casette dei mercatini di Natale e la pista di pattinaggio. Ammirando botteghe caratteristiche scorgiamo un androne di un palazzo dove è possibile sbirciarci all'interno è Palazzo Centanni (San Polo 2794) ovvero la casa in cui Carlo Goldoni (10) nacque nel 1707, ora adibita a museo, che per motivi di tempo non visitiamo.
Nostra ultima tappa di questo sestiere è la chiesa di Santa Maria Gloriosa dei Frari (11), visita a pagamento, il campanile è uno dei più alti di Venezia, costruita in stile gotico-cistercense, a tre navate e sette cappelle absidali conserva all'interno opere di pregevole valore, decidiamo di visitarla. Famoso è il cenotafio dello scultore Antonio Canova (Possagno, 1757 – Venezia 1822) che racchiude simboli sconosciuti che vanno dall'arte e simbolismo medievale, a quelli mitologici, ma anche massonici. Un'opera di rara bellezza, che cattura l'attenzione anche se all'interno di questa chiesa, solleticano la nostra curiosità ed il nostro interesse altri capolavori (di Donatello, Sansovino ecc.), dai dipinti, al coro ligneo, statue di pregevole valore.
Lasciare il sestiere di San Polo senza una capatina ad uno dei bàcari presenti sarebbe un sacrilegio. Fanno parte del folclore e della caratteristica di questa città, in particolar modo di questo sestiere, dove sono presenti quelli più suggestivi, antichi e tipici. A metà tra il bar, l'osteria e l'enoteca, il bàcaro è il luogo d'incontro per il famoso cicheto, una sorta di stuzzichino, ai nostri giorni si chiamerebbe “happy hour” o “apericena”, sta di fatto che si beve e si mangia, solitamente in piedi o seduti a piccoli tavoli in un ambiente molto particolare.
Noi scegliamo la Cantina Do Mori (12), nell'omonima calla - San Polo 429. è il più antico di Venezia, caratterizzato da un'atmosfera curiosa caratterizzato da damigiane sparse un po' dappertutto e paioli in rame che pendono dal soffitto, una luce soffuse, un bancone dove appoggiarsi e si può scegliere di assaggiare i famosi “francobolli”, tramezzini di piccole dimensioni, oppure crostini con il baccalà, o altre specialità tipiche, buona l'offerta dei vini. Si legge da stampe dell'epoca che fosse frequentato da Casanova, che sorseggiando Malvasia aspettasse qui le sue amanti.
Un altro cicheto, in un'altra serata trascorsa a Venezia, ce lo siamo concessi nell'Antica Osteria del Dolo (13), in ruga Rialto 778, uno dei bàcari, più antichi di Venezia. È una piccola osteria/ristorante dal sapore antico, propone un'ottima scelta di stuzzichini accompagnati da buon vino.
Un'esperienza unica quella dei bàcari che ci fa “vivere Venezia”!
Alcuni scorci di questo sestiere e l'Altra Venezia prosegue dopo la galleria immagini.
Ultimo nella zona sud orientale di Venezia è il
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Commenti
Cara Franca,
so che i cani di piccola taglia possono salire sui vaporetti e viaggiano gratuitamente.
un caro saluto
Marzia
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