LA CUCINA SARDA
Durante la nostra permanenza qui in Sardegna abbiamo fatto qualche esperienza “fai da te” di qualche piatto tipico cucinato in camper, come i ciccioneddos, un formato tipico di pasta, oppure i culurgiones (ravioli di forma particolare che assomiglia ad una spiga, sono ripieni di ricotta e menta), pane carassau e guttiau acquistati al supermercato e altre tipicità come la bottarga sulla pizza mangiata a Is Arenas, così come le seadas o sebadas (il raviolone ripieno di pecorino fresco e fritto a cui viene aggiunto il miele e si mangia come dolce), i dolcetti chiamati tiricche, ma anche la famosa birra Ichnusa che ha allietato alcune nostre serate.
Un discorso a parte lo riserviamo ai formaggi, in Sardegna si utilizza maggiormente il latte di pecora e gli innumerevoli greggi che si incontrano fanno ben intuire il motivo. Il pecorino è il classico, racconta la storia della pastorizia di questa terra. Vi consigliamo, prima di acquistarlo, non solo di assaggiarlo, ma anche di chiedere il prezzo al chilo, che può variare sensibilmente in base a dove lo si compera! Per i più coraggiosi c'è il casu marzu, detto anche casu fràzigu o casu martzu (in italiano formaggio marcio) o formaggio con i vermi... c'è chi dice che con il pane carassau e un bel bicchiere di Carassau sia una vera e propria prelibatezza!
Le vacanze sono finite e a noi manca ancora il piatto “forte”: il porceddu, maialino, maialetto, poscheddu, porcetto... chiamatelo come volete, ma noi a fine vacanza non l'avevamo ancora assaggiato!
Decidiamo di raggiungere OLBIA, per poter essere nei paraggi e raggiungere facilmente il porto per l'imbarco del mattino seguente, quindi cenare con piatti tipici per l'ultima serata qui in Sardegna.
Una serie di telefonate a ristoranti e agricampeggi in zona Olbia, che potessero anche ospitarci per la notte con il camper (bere il vino Cannonau e mettersi subito in viaggio non è fattibile!). La signora Giovanna del Turismo Rurale La Rocca ci dice che i camperisti sono i benvenuti e soprattutto non ci sono problemi per la sosta notturna.
Il viaggio da Torregrande a Olbia è malinconico, ben diverso da quello dell'andata, si ha la consapevolezza che le vacanze sono giunte al termine, il cielo è grigio, sembra interpretare i nostri animi.
L'agriturismo LA ROCCA è nel cuore della Gallura, il località Santa Lucia a circa 10 chilometri dal porto. Menù a prezzo fisso e che dire? Pancia mia fatti capanna! Un tripudio di sapori tipici a noi sconosciuti, come la zuppa gallurese, la “mazza frissa”, naturalmente il piatto forte della serata è il maialetto al forno aromatizzato alle foglie di mirto... Che vale la pena davvero assaggiare!
Il marito della signora Giovanna ci indica dove parcheggiare il camper per essere in piano, mentre lei, da buona padrona di casa, ci saluta lasciandoci un ricordo di questa terra sarda: il Su Coccu. Un ciondolo, un antico amuleto sardo che preserva da sfighe e malocchio, la pietra si dice assorba le negatività.
Un tempo il Su Coccu veniva montato sulla spilla d’argento, lavorata a mano finemente e regalato ai bambini appena nati dalla nonna o dalla madrina per proteggerli dall’invidia e dal malocchio.
La nostra ultima serata in Sardegna si chiude con oggetto, uno dei tanti simbolismi del popolo sardo che amano rappresentare attraverso ciondoli e ninnoli le loro tradizioni. Una salvaguardia di storie antiche che vivono nel presente attraverso questi oggetti.
Ci imbarchiamo per il rientro in continente, il porto di OLBIA che ci ha visti sbarcare, quanto è “bastardo”! Ti accoglie all'arrivo a braccia aperte con entusiasmo e ti da il benvenuto in questa meravigliosa terra, poi ti accoglie per rispedirti sulla terraferma.
Un viaggio di ritorno con il mare un po' mosso, la nave pienissima di persone... e noi invece siamo pienissimi di ricordi di questa bellissima terra.
A si biri, Sardegna!