SAN VITO: fuori e dentro
Francesca ci accompagna al piano superiore dell'edificio dello IAT, quella che un tempo era l'antica loggia comunale, è la prima scoperta di San Vito, una vera e propria “chicca”: è il TEATRO SOCIALE “GianGiacomo Arrigoni”, un tempo veniva usato come sede del consiglio comunale. Di gusto veneziano, l'effetto WOW è assicurato, una vera e propria bomboniera, un vanto per questo paese l'aver riportato a così tanta bellezza, dopo il restauro, questo spazio dedicato alle rappresentazioni teatrali.
Giriamo tra un palchetto e l'altro, cercando l'inquadratura giusta per far foto, tanto bello da dare il meglio di sé in ogni angolazione. Un balconcino posto al primo piano permette di accedere all'esterno e ammirare la bella Piazza del Popolo, questo spazio rettangolare, con i suoi scorci di grande fascino.
Proseguiamo la nostra visita alle bellezze di San Vito, usciamo con Francesca verso l'esterno dello IAT e addentrandoci in vie laterali della piazza, ci fermiamo a leggere due targhe: una dedicata a Paolo Sarpi (teologo, storico, astronomo, fisico ecc ecc... conosciuto anche come il “frate che osò sfidare il Vaticano”) “QVI a gloria ebbe i germi della vita...”, in quanto le origini della famiglia erano di San Vito al Tagliamento e l'altra targa ricorda la comunità ebraica che “in questa contrada di Codamala visse e operò in pace e concordia...”. Cenni storici che ci danno sempre più dettagli per capire meglio questo paese e si vanno ad aggiungere alle varie spiegazioni che Francesca ci fornisce.
Prossima tappa è il Palazzo storico sede del Municipio, conosciuto anche come Altan-Rota (il cognome Altan è conosciuto nel mondo dei fumetti in quanto Francesco Tullio Altan è il disegnatore della famosa Pimpa!). Accediamo dalla via laterale attraverso il giardino, dove ci appare subito un bunker, segno indelebile della guerra.
Attraversato il parco ci appare il palazzo, bello, signorile ed elegante, al cui interno sono posti gli uffici comunali con ancora presenti arredi dell'epoca. Entriamo. Veniamo affascinati da questi begli ambienti affrescati, con lampadari di pregio e un mobilio, austero e severo, ma molto signorile. Il Sindaco si rende disponibile ad un saluto e a una stretta di mano, esternando la sua soddisfazione nell'apprendere il nostro gradimento in merito all'area camper, ben gestita, ordinata e soprattutto ben tenuta. Ci fa capire che i camperisti sono i benvenuti qui a S. Vito ed è un grande orgoglio poter far conoscere questo delizioso paese. Proseguiamo la nostra visita pensando che questa ricettività verso i turisti en plein air è un grande valore aggiunto e un bel biglietto da visita per S. Vito.
All'interno del Palazzo è di grande fascino anche la cappella con il soffitto dipinto a cielo stellato.
Lasciato il palazzo Altan-Rota con le sue belle palme nel giardino che guarda verso la piazza del Popolo e il simbolo del Giro d'Italia, che è passato di qui maggio scorso e continuiamo il nostro itinerario alla scoperta di S. Vito.
Entriamo all'interno del castello, l'entrata è su via Marconi, un'arteria di piazza del Popolo, attualmente si presenta come una residenza nobiliare e non più come un edificio di difesa militare. Al piano terra,una copia di una mappa seicentesca ci racconta dell'antica San Vito, dove sono ben visibili il nucleo antico e le cinte murarie, perché come ci spiega Francesca, sono ben tre risalenti alle varie epoche ed evoluzioni storiche.
I piani superiori sono di grande fascino grazie agli affreschi e un bellissimo lampadario in vetro di Murano di rara bellezza. “Costanza d'Altavilla costretta a lasciare il convento” del XV secolo e il “cavaliere” sono due affreschi che spiccano tra i vari presenti in queste sale.
Proseguiamo la visita di S. Vito con la chiesa di Santa Maria dei Battuti, posta all'inizio del centro storico, verso la porta da cui siamo arrivati. Un giro di chiavi e quando si apre la porta d'accesso, questa antica chiesetta del XV secolo ci appare nella sua bellezza: riccamente affrescata conserva uno dei cicli pittorici più belli di Pomponio Amalteo, pittore allievo del Pordenone.
L'arco adiacente alla chiesetta ci porta all'interno di quello che fu l'antico Ospedale della Confraternita di Santa Maria dei Battuti. Qui una confraternita laica, per l'appunto con il nome dei Battuti a cui diederono ill nome alla chiesa e all'antico ospedale, praticava penitenza e prestava soccorso ai bisognosi. Sia al pian terreno che al piano superiore si possono ammirare affreschi; dal terrazzo posto al piano superiore si ammira uno scorcio di S. Vito e del suo bel campanile, che ricorda molto lo stile veneziano.
Altra piacevole scoperta di questo paese è il Museo provinciale della Vita Contadina “Diogene Penzi”, posto all'interno di Palazzo Altan nella via omonima (ingresso gratuito). Il prof. Diogene Penzi, a cui è stato dedicata l'esposizione, fu l'ideatore di questa raccolta e si adoperò alla ricerca del materiale nelle campagne. Due piani che raccontano la storia di tutti i giorni, quella della popolazione, quella storia quotidiana che sa di famiglia, di lavoro duro, di consuetudini. Ogni oggetto è ben mostrato ma soprattutto anche contestualizzato da poter permettere al visitatore di meglio comprenderne sia l'uso che la destinazione. Bello, bello, bello!
Torniamo in piazza del Popolo e visitiamo il Duomo, dedicato ai Santi Vito, Modesto e Crescenzia. La facciata sobria e spoglia (aperto al pubblico in determinati orari) trae in inganno il visitatore, perché l'interno invece rivela un aspetto ben diverso, in quanto si presenta come una galleria d'arte, in quanto sono presenti quadri e affreschi di pregevole valore, ma anche altari in marmo.
Ci congediamo da Francesca, ringraziandola per la disponibilità e soprattutto per averci accompagnati alla scoperta di questo delizioso paese e proseguiamo la nostra passeggiata alla ricerca di tanti dettagli da immortalare e da ricordare, quegli scorci di San Vito che la fanno “gustare a ritmo lento”... Come piace a noi.
Ci sopraggiunge un certo languorino, chiamata comunemente “fame”, ma oltre a questo, noi abbiamo anche una teoria, che quando viaggiamo “il territorio lo si scopre anche seduti a tavola” perché il cibo racconta tanto... Così andiamo alla ricerca di un posticino dove mangiare qualcosa di tipico.
Mentre cerchiamo dove poter pranzare, ammiriamo su Via Roma il monastero della Visitazione, attualmente ospita le suore di Clausura, una bella facciata chiara e sobria lo caratterizza e non passa certo inosservato, così come i vari scorci che il fossato attorno al paese offre e ben si presta per scatti fotografici.
Un'occhiata alle varie osterie, trattorie e ristorantini, optiamo per l'Osteria al Bacco in via del Mercato 14. E sapete che cosa ordiniamo? → FRIULI fa rima con FRICO
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