La prima tappa di avvicinamento all’Italia è SIVIGLIA (E), che dista 330Km. Sono molti, ma guidando in due e dandosi spesso il cambio, per le 20.00 arriviamo a destinazione.
Il posto scelto per la sosta è l’area attrezzata di Carcaracol (N37.28864 W5.87337). Si trova ad una 10 di Km a sud della città, ma è servita da un bus che parte appena fuori il cancello dell’area, e che in 25 minuti ci porterà in centro città. L’area è attrezzata come un campeggio: ha tutti i servizi, compreso lavatrice e asciugatrice ed in più, udite udite, una bellissima piscina. Il tutto alla modica cifra di 15 € tutto compreso. Unico neo, la scarsa ombra che a queste latitudini non è cosa da poco.
24 Giugno 2023 Sabato
La mattina ci prepariamo e alle 9.30 prendiamo il bus M221 che ci porta alla stazione dei pullman di SIVIGLIA (E); da qui con una buona passeggiata si arriva alla piazza del trionfo. Facciamo i biglietti ed andiamo subito a visitare la cattedrale, la ex moschea trasformata in chiesa dopo la Reconquista cristiana. Si entra da prima nella torre della Giralda (il campanile), l’antico minareto simbolo di Siviglia alto 76 metri, che deve il nome alla statua che lo sormonta, il giraldiglio, che seppur pesantissima (1,3 tonnellate), necessita di pochissimo vento perché questa ruoti su se stessa. Per salirci non ci sono scalini, ma 34 rampe inclinate che alla fine portano alla sommità della torre da cui si ammira un eccezionale panorama a tutto tondo sulla città. Il prezzo del biglietto varrebbe da solo questa visita.
Ridiscesi si entra nella cattedrale vera e propria, la chiesa di Santa Maria la Major. Non sto a descrivervela, sarebbe un ingrato compito, e le guide turistiche lo fanno meglio di me. Dico solo che questa è la terza cattedrale nel mondo per grandezza, dopo San Pietro a Roma e San Paul a Londra, e che ha al suo interno la pala d’altare più grande di tutta la cristianità. Per quanto mi riguarda sono davvero rimasto entusiasta della visita. Una nota la merita l’uscita del complesso: il Patio de los Naranjos, il corpo di un’edificio moresco più vasto giunto fino a noi. Anticamente era l’area delle abluzioni della moschea, come ricorda la fontana al suo centro. La sua galleria laterale ospita la Capilla de la Virgen de la Granada, unica testimonianza dell’antica moschea. Quando usciamo si sono fatte le 14.00m e ci fermiamo a mangiare in uno dei tanti ristorantini sul posto, dove spendiamo tanto e mangiamo malino. Ma siamo davvero in un luogo altamente turistico e la delusione è da metter in conto.
Dopo pranzo facciamo un giro per la parte storica del centro: visitiamo la piazza San Francesco, chiamata anche Piazza Major, la più affascinante della città, che deve il suo nome ad un monastero del XIII secolo che si trovava su uno dei suoi lati. Vi si trova il municipio e il Banco Hispano-americano, dove una targa segnala il luogo della vecchia prigione reale. In essa fu rinchiuso anche Miguel de Cervantes, e si dice che fu qui che scrisse il suo Don Chisciotte. Ci inoltriamo anche nella caratteristica calle del los sierpes, nome dovuto ad una locanda che nel XVI secolo aveva esposto una mandibola di questo animale, dove fanno bella mostra di sé numerosi negozi di artigianato locale. Questa via, con i suoi 400 metri di lunghezza, e la calle per eccellenza del capoluogo andaluso. Intanto il caldo è diventato opprimente (43 gradi), e andiamo a cercare un po’ di frescura visitando la chiesa dei San Salvador (il costo del biglietto era compreso nella visita della cattedrale). Questa è stata prima Basilica romana, cattedrale visigota, moschea, ed infine collegiata. Secondo le guide, è la massima espressione del barocco in Spagna, il più importante edificio religioso di Siviglia dopo la cattedrale. Al suo interno, il retablo major, e quello della cappella del Santo Sacramento, lasciano davvero stupiti. Dettaglio da non trascurare a queste temperature, i grandi ventilatori orientabili che creano un discreto ristoro climatico all’interno dell’edificio. Dopo aver goduto di questo intermezzo “culturale”, ci apprestiamo all’ultima visita della giornata. Il palazzo di Pilator.
Il nome è strano, ma deriva dalla scoperta fatta dal marchese di Tarifa, padrone dell’immobile, che la sua casa distava dalla locale chiesa di quartiere, oggi scomparsa, così come la distanza che divideva il palazzo di Pilato a Gerusalemme dal monte Golgota.
La visita è una piacevole scoperta: la casa è senza dubbio il miglior esempio di architettura privata di tutta l’Andalusia. La struttura, le decorazioni Mudejar, gli elementi gotici ed i marmi italiani, sono la sintesi di quello che viene definito il rinascimento andaluso.
Ritorniamo infine alla stazione dei bus per ritornare alla nostra area. Il caldo è ancora opprimente, e terminiamo la serata con una bella nuotata nella fresca piscina.
25 Giugno 2023 Domenica
La mattina ripariamo per la città. A bordo del pullman facciamo i biglietti per l’Alcazar, prenotandoli per le ore 15.00 in modo tale da avere il tempo per girare la città. Dalla stazione dei pullman dove scendiamo, ci dirigiamo verso Plaza de España. Questa è una piazza realizzata nel 1929 in occasione dell’expo ibero americano, ed è un vero spettacolo. Disegnata a semicerchio, è circondata dall’acqua, ed è anche possibile fare delle brevi escursioni in barca su queste acque. Il perimetro è delimitato da un bel porticato, dove si esibiscono artisti di strada. Noi abbiamo avuto la fortuna di assistere ad un’esibizione di flamenco che ci ha davvero entusiasmato.
Da qui proseguiamo per le rive del fiume Guadalquivir; lo percorriamo incontrando la Torre de Oro, eretta dagli almohadi nel 1221, una delle due torri, l’unica oggi rimasta, che controllava l’accesso al porto, dove una catena ne bloccava l’ingresso, e successivamente la Plaza de Toros. Questa arena è di proprietà della Real maestranza de Cavalleria de Sevilla, una società di equitazione fondata nel 1670. Dedita ad addestrare i nobili al combattimento a cavallo, organizzava fin dagli inizi manifestazioni pubbliche come tornei e corride. È la più grande e antica di Spagna con i suoi 12.500 posti, e sicuramente merita una visita. All’interno incontriamo gli ambienti che hanno fatto la storia della tauromachia: la cappella, il museo storico, i bozzetti ed i quadri che raffigurano le effigie dei protagonisti matador; infine entriamo nell’arena.
È un bel vedere, e non si fa fatica ad immaginare gli spalti pieni, con la gente che incita i propri beniamini. Saliamo anche noi sugli spalti, e rimaniamo un po’ qui, immaginando una corrida con i suoi colori, anche se poi pensando alla tauromachia, si rimane un po’ confusi sul desiderio di assistere a questo spettacolo, e lo sconcerto che rappresenta. Ma tutto sommato è una tradizione tutta spagnola, e credo che spetti a loro questa disamina.
Intanto si è fatta quasi l’ora, e nonostante la temperatura oggi segni 45 gradi, procediamo spediti all’Alcazar reale. Anche di questo posto non sto ad elencarvi la visita; è molto vasto e pubblicazioni turistiche fanno sicuramente meglio di me questo lavoro. Io sono solo a fare due considerazioni.
La prima è che ho sentito molti pareri entusiasti su questo sito paragonandolo all’Alhambra di Granada. Pur non volendo togliere niente all’Alcazar, che giudico bellissimo, l’Alahambra è sicuramente un’altra cosa. Soprattutto in considerazione che quello di Granada è un palazzo arabo, che conserva quello stile architettonico, mentre L’alcazar di Siviglia, è stato completamente trasformato, e seppur siano state mantenute le strutture e la funzionalità, lo stile architettonico al 90 per cento e di origine cristiano.
Detto questo, comunque è una visita assolutamente da non perdere che lascia davvero soddisfatti e che non è possibile non fare giungendo a Siviglia.
Quando usciamo è già l’ora di riprendere il nostro bus per tornare all’area di sosta. Oggi è l’ultimo giorno che dedichiamo a Siviglia, in quanto per domani le previsioni danno 50 gradi di temperatura, e non sarebbe più un piacere ma un tormento camminare con queste temperature. Ci siamo comunque ripromessi di ritornare in questa meravigliosa città, anche se in una data diversa.
2 Giugno 2023 Lunedì
Stamani, dopo le operazioni di carico e scarico, partiamo per l’ultima tappa del nostro viaggio: RONDA (E).
Percorriamo i circa 100 km che ci separano da questa stupenda cittadina, ed andiamo a sostare presso il parcheggio di Plaza Pruna, coordinate N36.75084 W5.17086. È un semplice parcheggio, misto che si trova però a 500 metri dal centro, ed è quindi comodo per una breve visita. C’è comunque un’area attrezzata, con carico e scarico, alle coordinate N36.75188 W5.14798, ma distante dal centro 2,5 Km.
Da sempre rinomata per la sua bellezza agreste, si divide in 3 settori urbani: nel centro, quello più antico che occupa l’altopiano calcareo, si trova Ciudad; ai suoi piedi si trova il Barrio, ed a nord il Mercadillo, la parte più moderna della città.
Dal parcheggio ci dirigiamo verso la Ciudad; ma una prima fermata è doveroso farla subito dopo la Iglesia della Merced, alla Alameda del Tajo; una bella terrazza panoramica con dei bei giardini che attirano i locali nelle giornate afose (come questa). Da qui si prosegue passando accanto all’Arena della Maestranza, la più vecchia di Spagna, dove all’interno si trova anche un piccolo museo che celebra Pedro Romero, il famoso matador di Ronda. All’interno scopriamo che il 1° di settembre viene celebrata la Corrida goyesca, una particolare corrida che ricrea le atmosfere del XVIII secolo.
Poco più oltre si arriva all’animata piazza di Spagna, da dove inizia il famoso Puente Nuevo (1784) che attrae migliaia di visitatori ogni anno.
Ci attardiamo molto sul ponte per scattare numerose foto da tutte le angolazioni, per meglio catturare l’immagine spettacolare del dirupo che divide la città. È davvero spettacolare ed impressionante e le foto non gli rendono giustizia. Dopo attraversiamo il ponte, e girando a destra per calle Real, andiamo in Piazza Mayor, dove si trova il palazzo dell’Ayuntamiento, e soprattutto la Collegiata de Santa Maria la Mayor. Questa è una prestigiosa chiesa edificata sui resti di una moschea del XIII secolo di cui rimane solo la torre, e l’arco del Mihrab. La visita al suo interno è piacevole, con una scala che porta sul tetto della chiesa per godere di un panorama sui tetti della ciudad.
Da qui torniamo indietro fino a prendere una scalinata di 365 gradini che scende fino alla base del dirupo e alla Mina: una costruzione del XIII secolo dove venivano convogliate le acque della sorgente che riforniva la città. Vi si trovano le antiche terme arabe, che è possibile visitare, a pagamento, e che sono davvero interessanti. Usciti dobbiamo faticosamente risalire verso Piazza di Spagna, attraversando il ponte Vejo e quello di San Miguel, costeggiando le case basse e bianche del quartiere del Mercadillo.
Appena arrivati alla piazza un ottimo gelato serve a scacciare la stanchezza della risalita.
Torniamo infine al camper; il nostro racconto finisce qui. Il resto del viaggio è solo un veloce percorso che ci riporterà infine a casa.
Spero di esservi stato utile, così come mi sono stati utili i diari che a mia volta ho scaricato per programmare questo viaggio.
Alla prossima!
Anna&Daniele
Potrebbe interessarti anche
- << Indietro
- Avanti