Giorno 2: la Palata – Borgo San Giuliano – buona cucina e...
A pochi passi dall'area camper si trova l'anfiteatro romano, purtroppo non visitabile e soprattutto attorniato da erbacce. Era corretto scriverlo, anche se purtroppo ci piange il cuore vedere monumenti lasciati in questo totale abbandono. Pazienza! Proseguiamo la visita di Rimini. Oggi meno storica e molto più particolare.
Il nostro secondo giorno di Rimini inizia con una bella passeggiata sul lungomare.
La Palata di Rimini
La palata, come viene chiamata qui la passeggiata sul porto, è uno dei luoghi più piacevoli che si possa percorrere nelle quattro stagioni, d'estate animata e vivace, nelle mezze stagioni, piacevole e rilassante, d'inverno molto suggestiva.
Una curiosità! Ma lo sapevate che le traverse, ben 26, portano i nomi dei film di Fellini? Ecco così: La strada, Lo sceicco bianco, Le notti di Cabiria, I vitelloni e via via la principale rassegna cinematografica del Grande Maestro.
La nostra camminata raggiunge il parco Federico Fellini dove si trova la nota fontana dei Quattro cavalli, superstite fortunatamente alla distruzione dei bombardamenti, rimane un simbolo della riviera riminese e a pochi passi, un altro iconico simbolo di Rimini e di Amarcord è il Grand Hotel, luogo dell'immaginario felliniano per eccellenza.
Ricordate le scene del film dove il principe incontra Gradisca e l'emiro si presenta con 30 concubine? Ma nel film la cosa fantastica è quello sbirciare dei ragazzi all'interno di questo luogo dove il lusso regna sovrano. La facciata in stile liberty dell'albergo e la vita lussuosa all'interno sono più volte menzionate nel film, tanto che il Grand Hotel di Rimini è diventato un luogo leggendario e pur essendo una struttura ricettiva alberghiera è oramai diventata una tappa d'obbliga passarci davanti ed immortalarla. Così come una foto d'obbligo è davanti a Fellinia, l'enorme macchina fotografica che riproduce le sembianze della macchina fotografica Ferrania.
La giornata è tiepida e piacevole, senza vento, così ci spingiamo fino alla punta del molo di Levante, ovvero fino a dove si trova la statua “La sposa del Marinaio”, un omaggio alle donne che attendevano il ritorno dei mariti pescatori, intente a scrutare l'orizzonte. Da qui si ha una vista sulla spiaggia riminese e verso il mare... Quel mare che nel film Amarcord, Fellini aveva fatto solcare anche dal transatlantico REX.
Ponte di Tiberio
Passeggiamo lungo la destra del Porto e raggiungere il Ponte di Tiberio, qui chiamato anche “pont de dievli”, ovvero il ponte del diavolo perché ancora in piedi dopo secoli e secoli di storia e sopravvissuto a terremoti e bombardamenti.
Che dire di questo ponte che si specchia sul fiume Marecchia? Poche parole, perché la sua straordinaria bellezza parla da sé. Soltanto alcuni cenni storici per farvi capire la sua longeva esistenza qui. Fu fatto costruire dall'imperatore Augusto (ci troviamo proprio dalla parte opposta dell'Arco), tra il 14 e il 21 d.C., il materiale è la pietra d'Istria e da qui partono le vie consolari: Emilia e Popilia. Un consiglio? Fermatevi a guardarlo da tutte le angolazioni che vi sono concesse, anche dal Parco XXV Aprile, la sua straordinaria bellezza non vi deluderà! Noterete anche la particolarità che i massicci piloni sono muniti di speroni frangiflutti e impostati obliquamente rispetto all’asse del ponte, in modo da poter assecondare la corrente del fiume riducendone la forza d’urto... Che straordinari ingegneri edili erano 'sti romani, eh?!?!?
Varcato il ponte si entra in un'altra atmosfera, più naïf... Benvenuti a Borgo San Giuliano!
Borgo San Giuliano
Come definirlo questo luogo? Un paese? Un sobborgo di Rimini? Un quartiere di Rimini?
Tutto questo e ben altro! Era abitato dai pescatori e artigiani, ora è un gruzzolo di case color pastello tutte vicine-vicine, ma la cosa straordinaria è che in questa atmosfera d'altri tempi, si ammirano sulle facciate delle case i MURALES che raccontano i personaggi dei film di Federico Fellini. Troverete Mastroianni e Anita Ekberg, Giuletta Masina, la famosa tabaccaia, ma anche tanti altri che sarà un crescendo di entusiasmo andarli a stanare nei vari vicoli che si incrociano tra di loro.
La cosa straordinaria in questo borgo sono anche le formelle in ceramica apposte sulle case, vicino alla porta d'entrata, dove è indicato il nome e cognome, ma soprattutto il mestiere d'altri tempi che svolgevano, dai marinai, ai pescatori, così come i cocchieri di carrozze di cavalli.
Un fascino da non perdere questo borgo, che invita a restare e goderselo appieno, anche a tavola... Perché i localini qui non mancano.
Avevo chiesto un paio di consigli ad un'amica originaria di Rimini e mi aveva consigliato: per una piadina, Nud e Crud, invece per un pasto tipico, l'Osteria de Borg, in via Forzieri 12. Optiamo per la seconda proposta.
Pranzo a Borgo San Giuliano
L'entrata all'Osteria de Borg ti fa subito capire che non siamo all'interno del solito locale, mi spiego meglio. C'è qualcosa di straordinario in questo luogo. Una tipicità che si nota in ogni angolo, la Romagna è qui e si vive, si respira, si ascolta, si annusa.
L'osteria è stata ricavata da un vecchio locale di un centro ricreativo. Prima di catapultarci nel pranzo luculliano, osserviamo tutto ciò che c'è di bello qui: una scenografia creata con tanti accessori che lo rendono un luogo molto pittoresco, dagli strofinacci stesi con disegni naïf, lampade, tegami, tovaglie e quadretti.
Benvenuti in Romagna, verrebbe da dire... Perché anche il personale affabile ci fa sentire “a casa”.
Il menù è un tripudio di bontà gastronomiche, tra passatelli, cappelletti, piadine (qui più sottili rispetto a quelle che si mangiano nel ravennate e ne forlivese), carni di mora romagnola, presidi Slow Food, una griglia in bella vista che cuoce, il Sangiovese che annaffia il tutto... C'è l'imbarazzo nella scelta in questo “viaggio del gusto”.
Una cosa è certa... Una tappa a Rimini non può essere priva di una visita a Borgo San Giuliano!
Un po' di relax al Parco XXV Aprile per smaltire la “sonnolenza postprandiale del lauto pranzo” e poi ritorniamo verso il camper, per raggiungere l'ultima tappa di questo itinerario.
È una tappa molto particolare, forse vi sembrerà strana, ma noi abbiamo sentito il desiderio di chiudere questa nostra scoperta di Rimini, delle sue bellezze e del suo Grande Maestro, Federico Fellini, recandoci al Cimitero Monumentale di Rimini.
Cimitero Monumentale di Rimini
Con loro è sepolto il figlio, Pierfederico Fellini, vissuto soltanto pochi giorni.
La tomba è facilmente riconoscibile perché si differenzia dalle altre, la prua di una nave in bronzo, realizzato da Arnaldo Pomodoro si staglia tra il bianco delle altre tombe. Una targa riporta la motivazione di questa opera, dove lo scultore ha spiegato la “La Grande Prua” così chiamata quest'opera, che richiama il tema della nave, più volte visto nei film di Fellini (Amarcord, E la nave va), ma soprattutto “la prua vuole andare aldilà del morire, che tocca a tutti noi.” Conclude scrivendo che “questa scultura è stata collocata su una lama di acqua, che esalta la figura, dove è evidente un possibile aprirsi delle due parti fra loro aderenti”.
Il 20 gennaio 2020 compirebbe cent'anni questo grande regista italiano che vinse ben cinque Oscar, la Palma d'oro e Leoni vinti a Venezia, rimane il suo ricordo nel mondo e soprattutto qui a Rimini, la sua città natale.
E concludo questo nostro itinerario con una bellissima frase di Fellini: “Non c'è fine. Non c'è inizio. C'è solo l'infinita passione per la vita”... E aggiungo io “per il viaggio e la scoperta”!