Giorno 1: RIMINI – il centro
Che cosa tenere conto in questa visita? Il nostro consiglio è di immaginarla:
- antica città romana, una delle più importanti della Roma antica
- centro politico ed economico in età medievale, grazie ai Malatesta divenne Signoria nel 1259
- il 16 agosto 1916 un terremoto distrusse parecchi monumenti storici, oltre a morti e feriti, in passato ce ne fu uno anche nel 1672
- il 28 dicembre 1943 Rimini fu distrutta da un devastante bombardamento aereo
- il 20 gennaio 1920 nacque Federico Fellini in via Dardanelli 10 a Rimini
- nel 1992 fu istituita la provincia di Rimini, distaccandosi dalla precedente appartenenza con Forlì
Perché vi ho detto questo? Perché come anticipato all'inizio, la sua immagina attuale è da comprendere tenendo conto di tutti questi aspetti, positivi e negativi. E ora che vi ho fatto qualche anticipazione, ecco il nostro itinerario realizzato a piedi. Pronti a partire? Seguiteci in questo itinerario da 4 stagioni...
Arco di Augusto
I resti di una cinta muraria abbracciano la città e l'Arco d'Augusto è una delle porte d'accesso a questo bel centro storico per chi proviene dalla Flaminia. Difficile non notare questo monumento, possente e imponente, elegante con il suo colore candido della pietra d'Istria, eretto nel 27 a.C. come porta urbica (e pensate che è ancora in piedi nonostante i terremoti e i bombardamenti), fu voluto dal Senato romano e volle onorare la figura e la politica di Ottaviano per celebrare il restauro della strada consolare, la Via Flaminia, la merlatura superiore risale invece al X secolo. Soffermatevi a guardarlo, non abbiate fretta. I quattro clipei raffigurano divinità romane: Giove, padre di tutti gli dei, massima divinità dei romani; Nettuno, dio italico, di tutte le acque; Apollo, figlio di Giove, protettore della salute; Minerva, protettrice della città di Roma, delle arti e dei mestieri. Ma non solo, ammirate le sue colonne, i fregi decorativi...
Varcato l'arco si entra in Corso d'Augusto, quello che ai tempi dei romani era il decumanus Maximus, su cui si affacciano negozi e palazzi signorili (al civico 115 visse pure Federico Fellini con la propri famiglia). Alla fine di questo lungo corso si trova il Ponte di Tiberio, che lo andremo a scoprire poi...
Piazza Tre Martiri
L'ampio spazio che si slarga lungo corso d'Augusto è quello che un tempo fu il foro romano, poi piazze delle Erbe e oggi Piazza Tre Martiri. Bella elegante e con tanti elementi interessanti. Non passa certo inosservato il tempietto dedicato a Sant'Antonio da Padova che si trova proprio di fronte alla chiesa dell'omonimo santo, di forma ottagonale merita sicuramente una visita anche all'interno. Un riquadro in ceramica ricorda il miracolo della mula (la leggenda vuole che il santo stesse porgendo l'ostia consacrata ai cittadini quando passò di li un contadino in compagnia di una mula. Il contadino proprio non ne voleva sapere di ricevere l'ostia, la mula invece si sedette, come prostrandosi, di fronte alla mano del santo – Da Riminiturismo.it).
Sul lato opposto, bei palazzi storici con portici.
Un grande inserto in marmo ricorda i tre Martiri, che danno il nome alla piazza, partigiani che furono impiccati nel 1944. Bella la torre dell'orologio, quest'ultimo di grande fascino, se guardate bene il quadrante ha sia il calendario, che i movimenti zodiacali che le fasi lunari.
Giulio Cesare è protagonista di questa piazza con una statua in bronzo e un cippo che riporta il discorso che fece alle legioni dopo il passaggio del Rubicone.
Ogni sabato mattina qui si svolge il mercato che si prolunga anche su via IV Novembre, che insieme a via Garibaldi, era l'antico cardo romano.
Tempio malatestiano
Su Via IV Novembre sorge uno dei monumenti simbolo della città: il Tempio Malatestiano, gioiello del Rinascimento, che qualcuno chiama Basilica, Cattedrale, ma soprattutto Duomo... Lo sentirete nominare in tutte queste modalità. Prima di entrare, vi consiglio di ammirarlo dall'esterno, non solo la facciata, ma anche la parte laterale. La firma di quest'opera è del grande genio Leon Battista Alberti. Da antica chiesa francescana, di modesta e umile fattura, i Malatesta signori di Rimini decisero la sua trasformazione, che continuò anche nei secoli successivi. Fu pesantemente distrutto dai bombardamenti, riportato al suo antico splendore fine anni '90.
L'interno è ricco di elementi di grande interesse, a destra si trova la tomba a Sigismondo Malatesta, poi è tutto un susseguirsi di cappelle, elementi decorativi, immagini votive. Vi segnalo di grande importanza il Crocifisso di Giotto dipinto intorno al 1300 posto sopra all'altare e un affresco di Piero della Francesca in cui è raffigurato Sigismondo Maltaesta inginocchiato ai piedi del Santo suo omonimo.
Piazza Cavour
Terminata la visita al Tempio Malatestiano torniamo su Piazza Tre Martiri e proseguire su Corso d'Augusto e raggiungere l'altro foro della Rimini romana: Piazza Cavour, dal fascino medievale. Chi ha visto il film di Fellini Amarcord, qui ritrova tanti elementi che appaiono nel corso della pellicola: la scalinata esterna di Palazzo dell'Arengo, l'antico Palatium Comunis, simbolo del governo cittadino, ma anche la fontana della Pigna (che appare in varie scene, ricordate quella del pavone del conte che si posa sopra? Oppure i ragazzi fanno a palle di neve bersagliando Gradisca?). Su un lato della piazza sorge imponente ed elegante il Teatro Galli che vorremmo visitare, si dice sia di grande fascino. Abbiamo prenotato la visita con la guida che ci accompagnerà alla scoperta di questo luogo che è stato riportato al suo antico splendore dopo la ristrutturazione avvenuta recentemente dopo la distruzione dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.
Teatro Galli
Ad agosto lessi un post che dichiarava che sul TIME, la nota rivista newyorchese, aveva pubblicato un articolo inserendo questo teatro tra le migliori cento esperienze al mondo da provare nel 2019 la cosa mi aveva incuriosito parecchio.
E ora eccoci qui con la guida a scoprirlo, dentro, fuori e soprattutto conoscere la sua storia. La guida, molto simpatica (i romagnoli in questo sono proverbialmente noti), ci fa ammirare l'edificio dal centro di piazza Cavour, dove guardando la sua facciata elegante e di grande fascino inizia a raccontarci di questo bellissimo edificio, che fu costruito a metà dall'ottocento su progetto dell'architetto e ingegnere modenese, definito l'archistar, al secolo Luigi Poletti.
L'opera fu iniziata nel 1843, la stessa data che segnò l'inizio della prima stagione balneare di Rimini. Il Poletti fu criticato per le spese eccessive di questo progetto, ma in realtà la guida ci fa riflettere che da quel momento “Rimini iniziò a pensare in alto”.
La fine dei lavori fu nel 1857, fu inaugurato da Giuseppe Verdi con L'Aroldo e si chiamava allora Teatro Nuovo. La sua sorte però fu non troppo felice, perché 100 anni dopo l'inizio della sua costruzione, i bombardamenti del 1943 lo distrussero.
La ricostruzione è avvenuta come aveva disegnato il Poletti, un progetto di teatro all'italiana a ferro di cavallo, traendo ispirazione dal Palladio e Vitruvio.
Percorrendo le varie sale, le scalinate e arrivare fino in cima è un crescendo di “WOW”, stupore e meraviglia di questo teatro di una “bellezza innegabile”.
Tante le particolarità che si scoprono, dal fatto che non ci sia un Palco Reale, non ci siano 4 ordini di palchi perché il Poletti non voleva l'effetto “alveare”, la sensazione che vedendolo dall'alto sembri più grande di quanto sia guardandolo dal basso.
Non proseguo nel raccontarvi, anzi vi suggerisco di andarlo a vedere e resterete pure voi affascinati da questo teatro. A proposito, si chiama attualmente Galli, a ricordo di un illustre compositore riminese.
Vecchia Pescheria
Pittoresco e di grande fascino è il luogo che si trova vicino alla Fontana della Pigna, ovvero la Vecchia Pescheria, un porticato realizzato in pietra bianca d'Istria dove un tempo si vendeva per l'appunto il pesce. Un consiglio? In serata raggiungete questa zona, dove i tanti localini si animano nell'orario dell'aperitivo/cena, offrendo menù a prezzo fissi... ma soprattutto creando una piacevole atmosfera conviviale tipica della Romagna.
Castel Sismondo
Adiacente a Palazzo Galli, c'è una via che porta a Castel Sismondo, quella che fu concepita come residenza-fortezza da Sigismondo Pandolfo Malatesta, iniziato nel 1437, fu terminata nel 1446 (qualcuno scrive che vi si lavorò anche attorno al 1454). Un edificio bello, ordinato e possente che invita ad avvicinarsi. Le tabelle informative ci portano a scoprire quello che fu l'edificio più importante dei Malatesta, oltre al fatto che fu considerata una “formidabile macchina da guerra”, quello che vediamo oggi è soltanto il nucleo centrale. Chissà che splendore poteva essere all'epoca!?!?
Biblioteca Comunale
Torniamo in Piazza Cavour e poi proseguire la nostra visita a Rimini su via Gambalunga, dove si trova la Biblioteca Comunale, considerata una tra le più belle al mondo (come quella di Cesena, che visitammo un paio di anni fa).
Visita con la guida per la parte storica.
Veniamo accompagnati da una guida molto preparata alla scoperta delle sale che raccolgono la ricca collezione che Alessandro Gambalunga volle regalare alla comunità riminese.
Il palazzo che ospita la biblioteca fu costruito inizi 1600, Gambalunga non badò a spese e lo fece progettare secondo le regole auree e con accorgimenti a regola d'arte che lo rendono tutt'ora un edificio di grande fascino.
Nel suo testamento redatto nel 1617 scrisse esplicitamente i suoi voleri nei confronti di questo suo patrimonio, che registrava 1438 volumi e poco meno di 2000 opere, a stampa, fatta eccezione dell'unico manoscritto, ancora conservato, le Metamorfosi di Ovidio. Il testamento prevedeva anche regole di comportamento con multe per chi sottraesse i libri, soldi che sarebbero stati reinvestiti nell'acquisto di altri testi e anche uno stipendio per il bibliotecario. Ora i volumi sono circa 330.000 e spaziano dal latino, all'italiano, al greco, all'ebraico, ma anche il tedesco e l'aramaico. Questo per farvi capire l'apertura culturale di Gambalunga nei confronti della cultura mondiale.
Teche che contengono libri di valore e diciamolo pure, di rara bellezza per quella scrittura e quei decori che nei secoli passati andava ad impreziosire le pagine quasi come opere d'arte. Il profumo della carta è magico, almeno per me che mi piacciono i libri e lo percepisco così piacevolmente (anche se per questioni di spazio, mi sono dovuta arrendere all'uso del lettore digitale dei libri... ma questa è un'altra storia!).
Sale ricche di testi, storia, cultura e soprattutto raccontano la vita di un mecenate molto generoso con il proprio popolo. Nell'ultima sala, non ve ne accorgete, ne sono convinta, ma la guida vi mostrerà una porta segreta che si staglia tra scaffali e libri.
Una visita che dura circa un'oretta, ma merita veramente di essere effettuata.
Al piano terra del palazzo si trova la Galleria dell'Immagine, in questo periodo verranno allestite mostre per il centenario della nascita di Federico Fellini.
Piazza L. Ferrari
A pochi passi si trova Piazza Luigi Ferrari, dove possiamo trovare elementi parte del passato storico romano come la Domus del Chirurgo, risalente al II secolo d.C., ma anche il Caffè Commercio (inquadrato in Amarcord), così come il monumento ai Caduti, una scultura in bronzo, che secondo Fellini, il suo lato B inquietava e turbava i protagonisti del film.
Ma torniamo alla Domus del Chirurgo. Sotto a tettoie e scavi che presumiamo siano ancora in corso, in quanto alcune persone con pazienza stanno “pennellando” alcuni reperti, qui si trovano i resti di una abitazione tardo imperiale che ha portato alla luce mosaici, ma soprattutto tanti reperti che sono custoditi nell'adiacente Museo della Città, in via Luigi Tonini, strutturato su più piani, che vi consigliamo di visitare.
Museo della città
Biglietto cumulativo con la Domus del Chirurgo.
Ogni piano racconta di un periodo storico, partendo da piano terra dove si trovano anche i reperti della Domus del Chirurgo, fino ai piani alti dove si trovano quadri, opere d'arte e collezioni.
In tutto 36 sale che raccontano la storia di questa città.
Torniamo in centro per una sbirciata ai bei negozi che si affacciano sulle vie cittadine, non ultima Porta Montanara, detta anche di Sant'Andrea, al termine di via Garibaldi, l'ingresso urbico meridionale alla città, costruita nel I sec. a.C.