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Le mie passioni – confessione pubblica

cesare hobby passioni copertina
Mi perdoni Padre, perché ho molte passioni!!

di Cesare Tomasini

Nelle riflessioni fatte il mese scorso (vedi qui), mi sono un po’ lanciato contro la tendenza centro-nord europea ad avere hobby monotematici: questa cosa mi ha portato a pensare alle mie passioni, certamente molto varie, per cercare di capire se non ci sia comunque una tendenza di fondo in un certo senso… monotematica.
E quindi in modo assolutamente egocentrico e tirannico vi farò una carrellata sulle mie tante passioni, esprimendole con parole chiave, per poi provare a fare una sintesi finale.

Organizzazione

La prima parola chiave è organizzazione: è una passione se ti rendi conto che la porti dentro di te fin dall’infanzia, come nel mio caso. Credo che ognuno di noi maschietti degli anni 60 e 70 abbia giocato a soldatini: ebbene, io avevo dato un ordinamento preciso ai miei, divisi in “reggimenti” composti da “compagnie” omogenee e dotati di tutto quello che serviva per gestirli come unità autonome; persino gli automezzi avevano un sistema di targhe codificate, così come le carrozzerie erano verniciate con schemi mimetici standardizzati.
Ovviamente nel tempo i soldatini sono finiti tra i ricordi d’infanzia, ma la tendenza all’organizzazione l’ho mantenuta trovando di fatto una professione che fa della sistematicità e dell’ordine valori fondanti; con l’introduzione negli anni 90 dei sistemi qualità ISO 9001 ho trovato un modo naturale di calare questa inclinazione nel mio mondo lavorativo. Tutt’ora, sebbene in mezzo alle difficoltà e, diciamolo pure, alle stanchezze che il lavorare da tanti anni porta, devo ammettere in cuor mio che il mio lavoro ancora mi piace e che lo posso catalogare sotto la voce “passione”.

Campeggio

campeggio cesare

Più avanti parlerò di veicoli, qui intendo proprio il campeggio sia in termini di struttura organizzata, che come stile di vita. I miei genitori mi portarono in campeggio dall’età di 6 fino ai 14 anni: successivamente, non appena terminato il servizio militare e resomi indipendente, ripresi a frequentare il campeggio che tutt’ora amo profondamente.
Purtroppo negli anni molti camping hanno assunto la struttura di villaggi turistici o, anche peggio, di carnai con piazzole minuscole e nuclei familiari gli uni addossati agli altri. Rimangono tuttavia molti esempi di campeggi dove si è trovato il modo di combinare bene le necessità dei gestori di far quadrare i conti e quelle degli ospiti che vorrebbero trovare uno spazio correttamente dimensionato.
Il campeggio è bello per le relazioni, spesso fugaci ma non meno gradevoli, che si vengono a creare tra persone di diversa origine che questo stile di vita aiuta a mettere in relazione, grazie al cadere delle corazze difensive indossate durante l’anno; lo stile di vita semplice porta un’atmosfera d’altri tempi, bambini che si rincorrono, ragazzi che chiacchierano, adulti che giocano a carte. Scoprii il campeggio nel 1972, nel 2022 ne sono più appassionato che mai.

Mezzi per il plein air

Mezzi VR
In un certo senso legata alla passione per il campeggio, ho quella per i vari mezzi con i quali si può praticare la vita all’aria aperta. Tenda, carrello tenda, caravan, camper: tutti mi incuriosiscono e da sempre li osservo: quando ero un bambino curiosavo in giro per il camping, adesso faccio ancora il “giretto” serale con mia moglie, osservando ed apprezzando tutti i diversi mezzi presenti; ovviamente quando non siamo in una struttura rimango comunque con le antenne alzate, non rinuncio certo al mio interesse! Ormai basta una rapida occhiata all’esterno di una caravan o di un camper per capire come sia l’interno.
Nel corso degli anni ho schizzato in modo più o meno preciso centinaia e centinaia di soluzioni abitative, ho rimuginato miscelando le varie tipologie in modo così vario che raramente una soluzione arriva a sorprendermi totalmente; il bello è che, guardando in internet o su YouTube, spesso trovo qualcuno che ha attuato in un qualche modo una delle mie follie mentali: allora corro entusiasta da quella santa donna di mia moglie facendole vedere la realizzazione pratica di quello che – magari – le raccontai 20 anni fa…
Vi lascio come aneddoto il ricordo del primo camper che guardai con avidità: eravamo negli anni 70, ero un ragazzino, al campeggio di Ossana (che poi all’epoca era a Fucine, dall’altra parte del torrente Noce) e un gruppo di ragazzi aveva attrezzato una Fiat 600 Multipla con interni dedicati e tenda da tetto. Non so le volte che passai avanti e indietro per cogliere ogni dettaglio di quel mezzo incredibile e tutt’ora me lo ricordo molto bene… verde bottiglia con tetto verde scuro!

Canoa

cesare nautica

Premessa: non so nuotare, non sono mai riuscito ad imparare a stare a galla; inoltre, non amo particolarmente il mare, mentre mi affascinano fiumi e laghi. Premesse pesanti per la passione per la canoa, cullata nei sogni da tanto tempo ma sfociata in qualcosa di pratico meno di una ventina di anni fa; in realtà forse la definizione non è precisa, in effetti mi piacciono i piccoli natanti: per qualche anno ci divertimmo parecchio girando nel delta del Po con il gommone di mio suocero (pescatore), poi acquistai un micro-gommoncino (Le-Petit-Bateau!) con il quale navigammo su canali e laghi in Francia, oltre che in zona. Alla fine presi un barchino Bic, meno sensibile allo strisciamento sui fondi perché in polietilene, utilizzato più o meno come il gommoncino.
Tornando alla canoa, negli anni ho utilizzato tipologie diverse: partii con una coppia di Sit-On-Top Bic, poi venduti quando i ragazzi smisero di venire con noi e sostituiti da una gonfiabile biposto Advanced Elements e da un paio di kayak rigidi Wilderness System, che sono poi i mezzi che utilizziamo principalmente da una decina d’anni.

Ognuna di queste tipologie ha lati positivi e negativi, come ogni cosa: non mi spiacerebbe avere un paio di kayak gonfiabili in neoprene, in modo da poterli caricare in camper, ma purtroppo i prezzi per oggetti così tecnici iniziano a diventare impegnativi, quindi va bene così come siamo!
La canoa offre una vera esperienza di immersione nella natura, non è invasiva nei confronti dell’ambiente, offre un punto di vista alternativo e impagabile: che si sia in una palude, dove il pescaggio irrisorio consente di andare letteralmente ovunque, o in un fiume o lago, dove si godono punti di vista impossibili agli altri, pagaiare tranquillamente riconduce il ritmo a cadenze primitive e aiuta a rilassarsi facendo esercizio fisico senza esagerare. In futuro mi piacerebbe fare l’esperienza di un viaggio di più giorni in canoa e tenda, vedremo se sarà possibile; invece rimane solo un pio desiderio l’idea di acquistare una piccola barchetta a vela (una imbarcazione piccola a ponte aperto, nulla di più) per andare su e giù per i bei laghi prealpini che abbiamo qui in Italia. Se volete leggere anche il mio articolo pubblicato qui su Vacanzelandia, eccolo → La pagaia… gaia!

Moto e cabriolet

 moto cesare tomasini


La passione per la moto nasce molto tempo fa come conseguenza della voglia di esplorare il mondo: avevo 14 anni, un motorino a marce tipo “college” e mi lanciavo in spedizioni per conoscere l’area intorno alla mia cittadina. Per allargare gli orizzonti, a 16 anni arrivò un Cagiva 125, poi la passione si rafforzò con una Guzzi V35; la situazione familiare mi portò a cavalcare un paio di Vespa PX200, mezzo che mi conquistò con le sue caratteristiche peculiari, poi venne ancora l’occasione per una Guzzi, con la V65SP d’epoca.
Qualche dolorino di troppo mi spostò verso una Ford Escort cabriolet: avevo sempre desiderato una spider, negli anni 80 impazzivo per la Triumph Spitfire, che all’epoca era considerata un rottame, ma non ero mai riuscito a permettermi un’auto aperta. La vendita della Vespa, in un periodo nel quale quel modello era sopravvalutato in un modo scandaloso, unitamente ad aver trovato un ottimo esemplare di auto arrivata al minimo della quotazione, mi permise una permuta di fatto con la Ford Escort, modello del 1988: munita in breve tempo di gancio, ci ha permesso di divertirci tantissimo in giro per l’Italia e l’Europa con il carrello al traino.
La cabriolet non è la moto, ma in entrambi i casi si vive la strada in un modo molto particolare e diversissimo rispetto ad un’auto tradizionale: amo entrambi i modi ed infatti quest’inverno, dopo molte valutazioni e ritrosie, sono ritornato in sella ad una moto acquistando una Royal Enfield Meteor 350, che interpreta perfettamente il mio spirito lontanissimo da quello della gran parte dei motociclisti odierni. Trotterellare tranquillamente con il borbottio del motore che ti accompagna, parcheggiare il mezzo senza farsi scendere un rene, godere dell’immersione nell’ambiente senza dover sentirsi in una pista di MotoGP … che bello!

Fotografia

fotografia cesare


Mio padre ha sempre documentato lo scorrere del tempo della mia famiglia di origine fotografandone abbondantemente gli eventi salienti: le foto poi, stampate, finivano su album corredati di date e didascalie. Nonostante lui fosse stato preso come molti dalla mania della “Reflex” che colpì i 40enni degli anni 70, non arrivò mai a sviluppare una vera passione per la fotografia, pur rimanendo ad un rispettabile livello di documentarista.
Per me, cresciuto in quel contesto, fu naturale documentare a mia volta la storia della mia famiglia; forse a causa della mia inclinazione professionale e complice l’attrezzatura ereditata da mio nonno, a metà degli anni 90 mi appassionai sia alla fotografia in sé che agli aspetti tecnici delle apparecchiature utilizzate. Nel primo campo non raggiunsi mai livelli superiori alla decenza: occorre dedizione (e l’avevo) ma anche un senso artistico che non mi appartiene; nel campo tecnico, invece, mi divertii parecchio ed esplorai molti campi, divertendomi con tipi di pellicole diverse per formato, chimica, sensibilità e con attrezzature varie, dalle classiche reflex meccaniche 35 mm corredate prima di zoom e poi di ottiche fisse, e poi spaziando tra macchine a telemetro, anche molto compatte, biottiche e reflex medio formato e ingranditori per stampa.
Con l’avvento del digitale, nel 2006 passai ad una macchina APS che non mi soddisfò mai del tutto: la forma della camera che mi è più naturale è quella del mio imprinting, ovvero la classica reflex anni 70 / 80; di conseguenza non sono mai riuscito a divertirmi con la Pentax *ist D , che aveva un’impostazione troppo moderna per i miei gusti.

Dieci anni fa, quando si pose il problema di passare ad un modello con prestazioni più aggiornate, mi feci convincere da una mirrorless Micro 4/3 , l’Olympus OM-D M5 e da allora uso questa macchina con grande soddisfazione: il fatto stesso che in epoca digitale uno utilizzi un apparecchio di dieci anni prima senza sentire il bisogno di sostituirlo… la dice lunga! Con questa macchina ho riacquistato gusto nella fotografia, pur senza lanciarmi nel pieno della passione come nel passato.
Fotografo anche col telefono? Sì, certo, il telefono ha preso il posto della compattina tuttofare ed è sempre una bella sfida riuscire ad usarlo con proprietà; chiaro che la qualità d’immagine di una qualsiasi macchina fotografica è un’altra cosa, nonostante quanto asserisce la pubblicità.

Qui su Vacanzelandia ho scritto anche un articolo chiamato "Cheese! Guida “omeopatica” alla fotografia in viaggio ", se volete darci un'occhiata...

Tecnologia informatica

Essere un ventenne negli anni 80 è stata una grande opportunità per un curioso come me: ho visto nascere tutta la tecnologia informatica che viviamo oggi! Anche questa è stata una grande passione che attualmente continua in modo latente: non passo più notti insonni a pompare il PC o ad installare sistemi operativi “strani” sulle unità che mi capitano a tiro, però ancora mi piace rimanere informato sugli ultimi sviluppi anche se non posso certo ritenermi un informatico, ma soprattutto mi piace “dominare la macchina” e quindi voglio sapere come funzionano queste diavolerie con le quali abbiamo a che fare tutti i giorni.
Rimanere informati con occhio critico permette di ottenere il massimo da ciò che si ha e quindi, in prospettiva, risparmiare a parità di prestazioni ottenute. Inoltre una lunga esperienza fatta di insuccessi ti aiuta a capire la labilità di questo fantastico mondo: quando qualcuno ti parla di cloud, ti dice “non preoccuparti di dove vanno i file” e altre amenità del genere, io penso che l’attualmente onnipotente e onnipresente Google non ha che 24 anni. E che colossi come la potentissima IBM degli anni 70 e 80 è svanita dal mercato consumer come neve al sole; E chi si ricorda che negli anni 90 non si navigava in internet se non con Netscape e usando le ricerche Altavista? Volete continuare? Giusto per ricordarvi non c’è nulla di più provvisorio del digitale, almeno in questo momento storico.
Tornando a bomba, la passione per la tecnologia informatica l’ho sempre avuta, ma cosciente che è una passione da dosare con cautela per non lasciarsi abbagliare dalle sirene di in consumismo sfrenato, non svendere i propri dati e i ricordi della propria vita a entità che non sappiamo cosa siano esattamente e infine tenendo conto dell’estrema labilità di questo mondo.

Fai-da-te

cesare faidate def

Che forse sarebbe meglio scrivere “non ti va mai bene niente”, perché la molla del bricolage in me non è tanto il costruire quanto il progettare qualcosa che mi piaccia più di quello che ho acquistato. Il costruire rimane importante, soprattutto se riesco a fabbricare cose con materiali di riciclo o con quello che ho disponibile. Devo dire però in tutta onestà che se le idee sono mirabolanti, la realizzazione è sempre molto deludente non riuscendo mai a terminare un lavoro con un livello di finitura almeno decente. Quindi questa è sì una passione, perché l’arrangiarmi, il “fare” è più forte di me, però sicuramente è anche il campo dove raggiungo i risultati meno incoraggianti.

Leggere e scrivere

Non sono un lettore raffinato, non seguo le indicazioni sui best seller e tantomeno dispenso consigli su cosa leggere: a dirla tutta la domanda classica “cosa stai leggendo?” mi imbarazza e mi mette un po’ in difficoltà. In questo senso mi è venuto in aiuto il lettore di e-book, che essendo privo di copertina mi permette di mantenere un certo anonimato; sinceramente poi non è il solo vantaggio: trovo lo strumento super-pratico per la quantità di libri che si può portare con sé, la retroilluminazione che consente di leggere sempre bene, il peso costante e tutto sommato contenuto. Ma sto andando fuori pista. Tornando alla lettura, mi interesso un po’ a tutto, mia moglie ha notato che mi soffermo anche a leggere le etichette delle bottiglie in tavola, però prediligo i romanzi d’avventura e quelli storici: letteratura d’evasione, quindi, perché quando leggo io viaggio con la fantasia ed è bellissimo farsi coinvolgere dal mondo fantastico ed estraniarsi da quello reale che, talvolta, è un po’ meno affascinante.
Qualcuno in passato mi ha suggerito di leggere anche libri in lingua originale (inglese, nel mio caso), sostenendo che sono molto meglio: non ne discuto ma, come per i film, non ho voglia di impegnarmi nella comprensione di ciò che leggo, voglio solo farmi trascinare dal racconto. Insomma, sono troppo pigro!
Forse anche per il fatto che mi piace leggere, mi piace anche scrivere anzi, a dirla tutta, preferisco molto più scrivere che fare video e chi confronta il mio canale YouTube con questo spazio che gentilmente Marzia e Lorenzo lasciano alla mia fantasia, se ne può facilmente rendere conto.

Sintesi finale

Non so se alla fine sono riuscito ad elencare tutte le mie passioni, per esempio non vi ho parlato di orologi e stilografiche (eh eh eh), ma direi di avervi annoiato a sufficienza. Mi sono chiesto molte volte se vi fosse un “asse portante” dei miei interessi, un minimo comun denominatore, perché sono così tanti i campi nei quali mi piace spaziare! Per molto tempo ho pensato al VIAGGIO, in ogni sua forma: da quando studiavo le carte geografiche da bambino, a quand’ho iniziato ad esplorare i dintorni della mia cittadina prima in bicicletta (sì, col mio amico inseparabile, con bici, zaino e cartina) e poi in motorino. Questa teoria però non mi soddisfa del tutto, infatti non copre tutte le mie manie.
Ultimamente invece mi sono reso conto che la molla che sta sotto, il motore primo di tutto è la CURIOSITÀ: è la curiosità che mi porta a viaggiare e scoprire, che mi spinge ad osservare tanti mezzi, che siano camper o fotocamere, che mi guida alla lettura e mi sfida nella costruzione di un accrocchio.

La curiosità per me è una necessità della mente e questa “non è un vaso da riempire, ma un fuoco da accendere.” (Plutarco)

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