Cheese!
Guida “omeopatica” alla fotografia in viaggio
Un titolo come al solito leggero, che sostanzialmente sta a significare che le prossime righe – come sempre – non tratteranno della fotografia in modo professionale ma rigorosamente esperienziale; lo scopo è dichiaratamente quello di dare consigli semplici e di buonsenso, come si fa con gli amici sotto al tendalino.
Parlare di fotografia in viaggio oggi è molto più complesso rispetto al passato perché la rivoluzione digitale ha messo nelle mani di ognuno strumenti in grado di registrare immagini: di queste immagini siamo letteralmente bombardati, spesso in modo decisamente inopportuno e narcisista.
Ma quante di queste “immagini” potranno definirsi “fotografie”?
Riprendo in mano i vecchi album fotografici della mia famiglia e vi trovo riassunte in poche pagine le splendide vacanze della mia infanzia, immortalate da un papà che – come tanti al suo tempo – sfoggiava orgoglioso la sua reflex giapponese.
Poi vado con la memoria ad anni più recenti, i miei 30 anni, quando facevo dai 20 ai 30 rullini di diapo da 36 (da 720 a 1080 foto) per ogni vacanza e venivo preso per pazzo: ora scatto più o meno lo stesso numero e tutti mi chiedono “Solo? Perché non fai foto tu che sei appassionato?”.
Cosa NON fotografare
Ecco che i consigli nell’era del digitale devono partire proprio dal non-scattare; questo perché una quantità spropositata di scatti non sarà fonte di qualità, non verrà gestita successivamente e si perderà nel tempo.
Quindi:
- evitiamo di fare gli scatti che fanno tutti, soprattutto i più “divertenti” che poi spesso sono i più banali;
- prima osserviamo con calma la scena, il paesaggio, il contesto;
- impariamo a muovere i nostri piedi, per vedere se possano esserci viste – e quindi inquadrature – migliori della prima che ci si presenta;
- cerchiamo di capire se con la nostra attrezzatura possiamo cogliere quello che desideriamo;
- chiediamoci se ne vale davvero la pena;
- portiamo pazienza finché la scena non si presenta al meglio, per esempio senza persone, oppure con persone al punto giusto o con persone “giuste”.
Ricordiamoci sempre che una bella serata, con l’atmosfera giusta, il profumo, i suoni … non ce la portiamo a casa con la macchina fotografica, ma solo con la memoria.
Cosa fotografare
La risposta a questo viene dalle foto del passato che guardate con più piacere: quelle che state per scattare adesso saranno il ricordo di poi, quindi attenetevi a quello che vi piace vedere.
Penso che la prima cosa siano i vostri cari, familiari o parenti o amici: inseriteli nel contesto; a me personalmente non dispiace pure immortalare i miei mezzi (moto, auto, caravan …), mentre altri non resistono alla foto scattata al cibo succulento del ristorante.
Andateci piano con tramonti, paperelle, gattini e fiori: al momento forse ne siete colpiti ma dopo qualche tempo saranno immagini che vi dicono poco. Riguardo ai selfie, so di essere poco moderno, ma il più delle volte sarebbe molto più sensato chiedere a qualcuno nelle vicinanze di scattarvi una foto, verrebbe molto meglio e contestualizzata dallo sfondo.
Ultimo consiglio, fotografate qualcosa che racconti un po’ la vacanza: se fate un lungo viaggio ha senso anche scattare qualche immagine che inquadri la strada dall’automobile in movimento, se prendete un traghetto la foto del vostro mezzo in coda col natante sullo sfondo, se andate in aereo un po’ di scatti tra aeroporto e cabina. Siate creativi e cercate di pensare a come racconterete la storia dopo.
Fissare la storia
Sì perché se non volete perdere tutto quello che avete fatto, dovrete conservarlo. Personalmente al momento salvo tutte le foto su due hard disk tenuti sincronizzati, ma questo è un tecnicismo e sicuramente molti hanno soluzioni alternative brillanti tanto quanto – o più – della mia.
Però credo che, una volta a casa, la storia delle vacanze vada raccontata; investite il vostro tempo nel creare album fotografici dove raccontate il vostro viaggio così come lo raccontereste ai nipotini: oggigiorno è facilissimo e poco costoso. Questo esercizio vi servirà tantissimo anche nell’affinare il vostro modo di fotografare perché capirete al volo cosa conviene riprendere, quali immagini poi risultano banali, quante foto fare.
L’attrezzatura
So che per molti questo è il punto importante anzi, visto l’argomento… il punto focale! Non vi stupirà sentirmi dire che in realtà questa è una scelta secondaria, ma la curiosità tecnica va comunque esaudita.
Dando per scontato che si tratti di fotografia digitale, è come sempre il modo d’uso che deve guidare la scelta, comunque per una fotografia di viaggio alcune dritte si possono dare.
Il cellulare va benissimo come macchina di back up, basta che se ne conoscano i limiti quindi evitiamo situazioni di luce difficili e smettiamola con lo zoom digitale, non zoomate niente, è solo un ritagliare l’immagine perdendo in qualità.
Un tablet fotograficamente parlando è esattamente un cellulare con uno schermo più grande: quindi non è che “fotografa meglio”, fotografa uguale ma lo vedete su uno schermo migliore; una volta a casa le foto saranno identiche a parità di sensore. Peccato che un tablet pesi ed ingombri molto più di un cellulare, quindi lasciatelo a casa.
Le compatte con superzoom ottico, così come le cosiddette “bridge” ormai non si trovano quasi più sul mercato, di fatto schiacciate tra cellulari e mirrorless/reflex. Sconsiglio l’acquisto di questi dispositivi perché i sensori in uso sono piccoli, il che comporta scarsa qualità dell’immagine in termini di profondità, resa cromatica, profondità di campo e resa in scarsità di luce.
Le reflex sono le regine del mercato, avendo gamme che partono da cifre popolari e potendo contare su un’infinità di accessori e anche di ottiche di seconda mano. Una macchina di questo tipo potrà essere la vostra compagna fedele per anni, adattandosi anche ad eventuali sviluppi delle vostre ambizioni fotografiche.
Le mirrorless sono la novità del momento: con sensori uguali o poco più piccoli delle reflex, differiscono da queste principalmente per i minori ingombri e peso, non essendo dotate di specchio ribaltabile e mirino ottico. Sono disponibili in versioni con solo schermo posteriore o con mirino elettronico, normalmente eccellente e ben definito. Per quanto mi riguarda queste sono le fotocamere preferibili per i viaggi, peccato i prezzi siano un po’ più alti rispetto alle reflex.
Sia nel caso delle reflex che in quello delle mirrorless, come ottiche mi sento di consigliare uno zoom tuttofare, equivalente almeno ad un 28-200 mm nel formato pellicola (il cosiddetto “fullframe”), da usare sempre con il paraluce dedicato per migliorarne la resa.
Personalmente adoro le ottiche a focale fissa ma in viaggio si rivelano molto limitanti anche se al proposito ho un aneddoto personale: nel viaggio a Capo Nord avevo una reflex a pellicola con un solo obiettivo a focale fissa 50 mm f1,4 (un Pentax… stupendo!) e un duplicatore di focale e in quell’occasione scoprii come era appagante scattare con certe limitazioni, perché questo ti scatena la fantasia (feci degli scatti fantastici, per i miei standard).
L’ultimissimo consiglio: leggete qualche libro di fotografia, quelli più divulgativi che trovate facilmente anche usati e fatevi una piccola base di fotografia anche frequentando qualche sito on-line: non c’è dispositivo che funzioni bene come l’accoppiata occhio-cervello, usateli!
L’attrezzatura? Dopo…
Fotolibri:
www.photocity.it
www.ilfotoalbum.com
e tanti altri, ho messo quelli che uso io perché lavorano bene e sono italiani, non trovo abbia senso far viaggiare pacchi da migliaia di km di distanza se hai un buon servizio vicino a te.
Formazione e Attrezzatura:
https://blog.francescophoto.it
https://www.dpreview.com
www.gianlucabocci.it
www.nikon.it
www.canon.it
www.sony.it/electronics/fotocamere
www.ricoh-imaging.it (Pentax)
www.olympus.it
www.panasonic.com/it
www.fujifilm.eu
www.tamron.eu
www.sigma-global.com/it/lenses
tokinalens.com
l’elenco, soprattutto per i siti di formazione e informazione, è parecchio ristretto rispetto all’offerta che si trova in rete per cui i suggerimenti riportati sono giusto a titolo di esempio.