Diario di viaggio in camper: Primavera in Spagna 2015
- terza parte -
SABATO 17 APRILE
Bel tempo. Andandocene dal Delta dell'Ebro un po' delusi, puntiamo all'obbiettivo i Molinos de Viento, prima però ci vogliamo fermare al Castello di Belmonte. La superstrada ci porta velocemente oltre Valencia e poi per oltre 200 km di vigne, ma quante vigne!
Arriviamo a Belmonte (E), qui nel romanzo di Cervantes avviene il duello fra Don Chisciotte e il Cavagliere degli Specchi.
Sosta nel parcheggio del castello N39.55766 W2.69568
Belmonte è un paesino di Castiglia-La Mancha, il luogo più conosciuto è il castello di origine medievale e spesso utilizzato per riprese di film storici.
Il castello si trova sul cerro de San Cristobal, fuori dal paese di Belmonte; la pianta è a forma di stella, entriamo per la visita, il biglietto d’ingresso è di € 9,00 con audio-guida in italiano. Ammiriamo le sale con splendidi soffitti, gli arredi d’epoca, le scalinate in legno.
Terminata la visita decidiamo di passare la notte a El Torboso (E), e venendo via da Belmonte ecco a Mota de Cuervo (E) un cartello: Mulinos de Viento...eccoli i mulini a vento bianchi con le pale nere che si contrappongono al cielo azzurro, notevole è l’effetto scenografico.
Ci dirigiamo a El Torboso dove dovrebbe esserci un punto per sostare, ma non lo troviamo, chiediamo e ci danno indicazioni sbagliate e allora si va a Consuegra (E).
Sostiamo al parcheggio sotto il colle Colderico dove dodici mulini e il castillo fanno bella mostra di sé.
Solo parcheggio gratuito N39.45339 W3.6106
A Consuegra (E) ci sono quelli che la tradizione indica come i mulini a vento della famosa battaglia del cavaliere errante con il suo fido scudiero, quelli che si animano, nella sua allucinazione, per resistere. Me lo immagino, sul suo cavallo, in preda delle sue allucinazioni, fra le pale che si animano.
DOMENICA 18 APRILE
Bello. Anche oggi mulini a vento, saranno gli ultimi che vedremo in questo viaggio, prima però andiamo a Puerto Lapice (E).
Questa località è protagonista di uno dei passaggi chiave del capolavoro de Cervantes. Don Chisciotte racconta, infatti, di esser stato nominato cavaliere proprio a Puerto Lapice all’interno di un castello, che altro non è che una semplice locanda, trasformata in fortezza dalla sua fervida immaginazione.
Torna poi al suo paese, il cui nome non ci è dato di conoscere, dove convince il contadino Sancho Panza a diventare il suo scudiero.
Puerto Lapice è un un paesino assonnato in attesa di turisti che vanno a pranzare nella famosa locanda.
Bella la piazza principale circondata da un porticato con rossa balaustra in legno.
AA gratuita N39.32637 W3.48337
Ripartiamo in direzione Campo de Criptana (E).
Vediamo in lontananza una decina di mulini sulla collina, sopra il centro abitato in mezzo alle case bianche e blu, visti da lontano sembrano in effetti dei giganti dalle braccia smisurate, così come erano apparsi a Don Chisciotte nella sua folle battaglia. La segnaletica lascia un po’ a desiderare, ma alla fine arriviamo sulla spianata - N39.41118 W3.12310
Il cielo azzurro che rende ancora più bello il paesaggio, i mulini sono tutti vicini, restaurati e ben tenuti, è domenica e c’è molta gente, lunghissima la coda per entrare nell’interno del mulino visitabile, rinunciamo.
Ci rimettiamo in viaggio e dopo neanche due orette siamo a Toledo (E).
Parking de la Estacion, N39.86472 W4.01944 gratuito
Dal grande parcheggio, attraversata la piazza, si accede ad una scala mobile che in pochissimo ci porta in centro della città vecchia, in poco tempo arriviamo in piazza Zocodover, è domenica e se baila! C’è molta gente in giro, la via principale dello shopping è intasata, noi cerchiamo la cattedrale.
È stato un po' difficile districarsi tra i vicoli di Toledo, ma alla fine siamo arrivati alla cattedrale, imponente e maestoso esempio di stile gotico; scopriamo che la visita è a pagamento e che ormai è tardi: la biglietteria è chiusa.
Ci sembra un po’ assurdo pagare per visitare un luogo di culto, ma ormai è consuetudine un po’ dappertutto…ci limitiamo allora ad ammirarla da fuori.
LUNEDì 19 APRILE
Prima di andarcene io ed Alma andiamo a fare una passeggiata lungo il Tago fino al Puente de Alcantara. Il ponte offre una vista spettacolare lungo il fiume, fino all'Alcazar, costeggiando le antiche mura siamo poi rientrate al camper.
Oggi la nostra destinazione è Cuenca (E) per vedere le case sospese e la Ciudad Encantada...vediamo cosa si riesce a fare…dovremmo anche cambiare l’olio al camper, sono due giorni che c’è l’avviso di sostituzione.
Arriviamo a Cuenca e attraversata la parte moderna della città, parcheggiamo al Parking de l’Auditorio sopra il parcheggio coperto, riservato a bus e camper.
Parking de Auditorio, Paseo del Huecar, N40.07622 W2.12942 - WiFi, gratuito
Il borgo antico è arroccato in cima ad un cucuzzolo, ci incamminiamo nel Parador Nacional e arriviamo al Puente de San Pablo. E’ una lunga passerella di legno sopra il rio Huecar che unisce il centro storico e il Parador de Turismo. L’altezza è considerevole ma la vista sulla valle e le casas colgadas avvinghiate alla roccia sospese sullo strapiombo è unico.
Passeggiando tra vicoli e piazzette arriviamo alla piazza Mayor, qui la la cattedrale di Nuestra Senora de Gracia domina la piazza circondata da dimore nobiliari dai colori vivaci con finiture in ferro battuto.
E’ una piacevole sorpresa questa cittadina, incantevole, nel rientro al camper ci perdiamo nei vicoletti. Alla fine però, dal momento che dobbiamo scendere in basso, troviamo il viottolo giusto in discesa.
Dobbiamo andare in un’officina e cambiare l’olio al camper, sono due giorni che lampeggia, meglio farlo, c’è un’officina Iveco-Fiat a Cuenca. Speriamo non sia una cosa lunga, vorremmo andare ancora di oggi a visitare la Ciudad Encantada. Cambio olio velocissimo e onestissimo il prezzo…e allora ci avviamo verso la Ciudad Encantada come anche consigliato dal titolare dell’officina.
Sono una trentina di chilometri da Cuenca, su una strada trortuosa di montagna attraverso una foresta, una profonda gola del fiume, belli questi panorami selvaggi.
Arriviamo al grande parcheggio, si può sostare in tutta tranquillità (N40.20600 W2.00604). Ci informiamo presso la biglietteria: il giro completo dura circa un’ora e mezza, è aperto fino alle 20, il costo € 5,00. Indossiamo scarpe comode e partiamo.
Questa è un’area naturale di 250 ettari che si estende nella zona montuosa della provincia di Cuenca e si contraddistingue per le bizzarre conformazioni rocciose, dovute all'erosione dell'acqua dello Jùcar e ai venti. Dal 1929 è dichiarata sito di interesse nazionale. Il sentiero è ben segnato, ogni roccia ha un cartello che indica la sua forma: la tortuga, el convento, los amantes de teruel, tormo alto, ecc...naturalmente viaggiando anche un po’ con la fantasia.
Terminata la visita siamo indecisi se fermarci qui per la notte, si può come ci ha confermato l’addetto alla biglietteria, ma ci sembra un po’ troppo solitario e allora decidiamo di passare la notte nel comodo parcheggio di Cuenca (E).
MARTEDì 20 APRILE
La giornata è splendida, decidiamo di attraversare la Serrania de Cuenca e imbocchiamo la CM2105 che ci porterà ad Albarracin (E). Canyon, gole sul fiume Jucar, strane formazioni rocciose, la strada stretta e tortuosa sale e scende, in un paesaggio selvaggio...e poi, quasi a sorpresa, spunta dopo una curva Albarracin, città medioevale su uno sperone roccioso con una imponente cerchia di mura che termina al Castillo del Andador.
Parking Polideportivo N40.41026 W1.42803, gratuito, adatto per la notte
Ci si perde tra le case, i vicoli, la chiesa, tutto il paese è molto ben restaurato e ben tenuto con vecchie case dipinte in terracotta nelle varie tonalita' di rosa, rosso, bianco tendente al rosa…le strade ripide portano a Plaza Mayor dove si trova il municipio e dove c’è un magnifico belvedere sul fiume Guadalaviar.
Salendo ancora tra le stradine si arriva alla cattedrale di El Salvador, che purtroppo non abbiamo potuto visitare perché in ristrutturazione.
Il centro storico di questa località è stato dichiarato Bene di Interesse Culturale.
Soddisfatti, ma stanchi, abbiamo ancora scarpinato un bel po’ in salita…si riparte. La strada si snoda tra rocce rosse, il paesaggio è brullo il traffico inesistente, poi arriviamo alla superstrada che ci porterà a Zaragoza (E).
Troviamo parcheggio in calle dell’Arquitecto de la Figuera, parcheggio lungo l’Ebro, di fronte alla Basilica di Nuestra Senora del Pilar (N41.66073 W0.88011 gratuito).
Siamo parcheggiati vicino al puente de Santiago, lo attraversiamo e siamo praticamente nella piazza principale: la piazza del Pilar grande zona pedonale dove confluiscono tutte le vie dello shopping, dei ristoranti, dei locali.
L’edificio più importante è la Basilica di Nuestra Senora del Pilar, edificio di proporzioni gigantesche, qui dicono che questa cattedrale sia il più antico santuario di Spagna. Maestosa ed imponente é da visitare sia per la bellezza, sia per il fascino.
Ingresso libero per la basilica, 3 euro per la visita con l’ascensore alla torre e una parte in scalinata dalla quale si ammira un bel panorama sulle cupole e sulla città. Soffro un po’ di vertigini, ma lo spettacolo è impagabile…e alla sera Nuestra Senora del Pilar ci regala un altro spettacolo indimenticabile.
MERCOLEDì 21 APRILE
Nuvoloso. Oggi siamo indecisi sul da farsi, o andare a Girona (E) e poi rientrare in Francia passando dalla costa, oppure attraversare i Pirenei e andare a Carcassonne (F), intanto ci avviamo direzione Lleida (E): la strada è noiosetta, e incomincia ad essere trafficata troviamo parecchi mezzi pesanti, passata Lleida il traffico aumenta, ci stiamo avvicinando a Barcellona (E) e l’autovia è bruttina, allora decidiamo di fermarci a visitare il vecchio borgo di Montfalcò Murallat (E) e poi di avviarci verso i Pirenei.
Il paese è abbarbicato sulla sommità di un’altura con forma ovale, troviamo un comodo parcheggio appena fuori le mura con una bella vista sulla valle sottostante, la cinta muraria è perfettamente conservata, si entra da un unico portale, il paese è veramente piccolo, l’unica strada segue circolarmente il perimetro del paese, nella piazzetta principale c’è ancora l’antica cisterna e il forno comune per il pane.
Non c’è nessuno in giro, sembra un paese abbandonato, ma i fiori ai balconi e i tanti gatti che incontriamo ci dimostrano che qualcuno qui ci deve pur vivere (N41.688278 E1.339464).
Presa la decisione di andare verso i Pirenei, imbocchiamo la C14 direzione Andorra, all’inizio attraversiamo colline dove le coltivazioni di colza le disegnano di giallo, poi piano piano il paesaggio cambia, la strada sale dolcemente lungo il corso del Segre è tutto più verdeggiante, il paesaggio è molto diverso da quello che eravamo abituati nei giorni passati, salendo ancora verso il confine francese i paesini diventano turistici, qui d’inverno arrivano gli sciatori, ci sono impianti sciistici e molti cartelli indicano le piste da fondo.
Possiamo dire che che qui termina la terza parte del viaggio: stiamo entrando in Francia.