Appena passato il confine ci fermiamo a ELVAS (P) andando a parcheggiare sotto il magnifico acquedotto di Amoreira (N38.87906 W7.17324 gratuito), costruito tra il 1498 e il 1622. La sua lunghezza, che si estende per 7 chilometri, vede il susseguirsi di 843 archi disposti su cinque livelli.
Dopo le innumerevoli foto di rito, procediamo alla scoperta di questa cittadina fortificata a difesa del confine con la Spagna, il cui complesso sistema di fortificazioni è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. Le sue robuste mura grigie, perimetro d’un irregolare poligono a forma di stella, sono testimonianza della sua travagliata storia, dei combattimenti condotti per difendere l’autonomia nazionale. Ecco perché, Elvas, è tutto un susseguirsi di mura, di torri, di fossati, di bastioni e di porte che si aprono su quello che oggi è uno splendido centro storico.
Noi siamo entrati dalla porta Esquina, che ci permette da subito di avere una visione completa dei bastioni e della loro imponenza. Ci siamo poi fatti prendere dal fascino del paese, con le sue case bianche e le strade tranquille e poco frequentate. Lo abbiamo percorso per un po’ senza meta, visitando la piazza principale del paese con la sua cattedrale, la colonna della gogna e il castello fortificato, ben conservato e che si porta dietro un bel pezzo di storia delle lotte tra Napoleone e Wellington.
Secondo noi il paese è molto sottovalutato, mentre invece merita davvero una visita.
Ripartiamo per MONSARAZ (P), con sosta alle coordinate N38,44268 W7.37977, sul versante occidentale del lago di Alqueva. È un tuffo nel passato, non soltanto per il castello che risale al 1300, ma per l’atmosfera che pervade le strette strade in salita, le vecchie case imbiancate a calce, l’assoluta mancanza di automobili, e forse ancora di più, per la gente che si può incontrare, tranquilla e sovente non proprio giovanissima.
Quasi al centro del paese, nella piazza principale, si trova la chiesa di Nossa Senhora da Lagoa, del XVI secolo.
È un paese da favola, fuori dal mondo, e anche se si incomincia ad intravedere un cambiamento dovuto alla sua scoperta da parte del turismo, è uno di quei posti assolutamente da non perdere.
La nostra ultima tappa è ÉVORA (P). Vi arriviamo nel tardo pomeriggio, andando a parcheggiare all’area municipale N38.56349 W7.91651, completa di carico e scarico. Ci fermiamo rilassandoci e rimandando la visita a domani.
14 Maggio 2023 domenica
Ci dirigiamo subito verso il cuore il cuore della città: praca Do Giraldo (dove ha sede l’ufficio del turismo), teatro di molte vicissitudini della storia del Paese, tra cui i roghi dei tempi dell'Inquisizione del XVI secolo, e dove fa bella mostra di sé la chiesa di Sant’Antao.
Seguendo rua Cinco De Outubro arriviamo alla cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta: costruita tra il XII e XIII secolo su di un sito che ospitava una moschea, è caratterizzata da due torri quadrate in granito che contornano il portale su cui spiccano le figure degli apostoli scolpiti nella pietra. Al costo di 3,5 € si inizia il giro salendo sui tetti della chiesa, da cui si gode di un magnifico panorama oltre ad apprezzare le architetture della cattedrale. Si prosegue poi scendendo nel chiostro datato XVI secolo, molto ben curato e apprezzabile per poi entrare nella chiesa vera e propria.
Usciti dalla chiesa si notano subito la presenza romana nella città, datata attorno al 59 ac. Nel vicino Largo Conde de Vila Flor, troviamo il tempio di Diana del II secolo, sorretto da 14 colonne corinzie incredibilmente ancora in ottimo stato, che rappresenta uno dei monumenti romani meglio conservati. Successivamente, uscendo dalla cattedrale, ed imboccando Rua dos Duques de Cadaval, si raggiunge il magnifico complesso universitario, il secondo del Portogallo per fondazione dopo Coimbra. Si può accedere liberamente al suo interno per ammirare i caratteristici portici, le aule e le sale interne abbellite da preziosi e antichi azulejos.
Da vedere anche la piccola chiesa di San Giovanni Evangelista, all'interno della quale dalle grate del pavimento si può osservare un'antica cisterna moresca. Altra tappa da non perdere è la gotica igreja de Sao Francisco del 1510, con la facciata con galleria ad archi ed un bel portale: l’interno è a navata unica, alta ben 24 metri. Il monastero alle spalle della chiesa ospita la vera curiosità di questa chiesa, seppur macabra, la Capella Dos Ossos, sostanzialmente un ossario creato dai frati francescani; in uno spazio di 360 metri quadrati per 11 di altezza sono murati alle pareti oltre cinquemila ossa.
Dopo una pausa in uno dei tanti ristorantini del centro, dove assaggiamo alcuni tipi di tapas, riprendiamo il camper per percorrere i 150 km che ci portano al campeggio Orbitur Guincho di CASCAIS (P) (N38.72162 W9.46613), pessimo come costituzione, non come complesso turistico, ma per la posizione degli alberi che sono bassi e contorti tanto da averci creato notevoli problemi per trovare un posto dove sistemarci; ma decisamente comodo per la visita di Sintra che effettueremo domani.
15 Maggio 2023 lunedì
Oggi è il giorno di SINTRA (P), famosa residenza estiva dei sovrani portoghesi, ma prima alcune considerazioni. La scelta di questo campeggio per la visita di Sintra non è casuale. In realtà a Sintra ci sarebbero diverse opzioni di parcheggio, la più comoda di tutte risulterebbe la stazione Portela (N38.80262 W9.37557 dove una parte del parcheggio è dedicata ai camper, previo pagamento). Da qui si può poi salire con il bus 434 al costo di 7 € andata e ritorno, al palazzo reale. Ma se avete voglia di andare a curiosare in qualche sito specializzato nella sosta camper in Portogallo, vedrete che tutti lamentano l’alto numero di furti che avvengono in questi luoghi, grazie al fatto che i padroni del camper stanno assenti per molte ore dal luogo del parcheggio. Non ho trovato una sola locazione che avesse un grado di rischio accettabile, al contrario tutti sconsigliano la sosta soprattutto diurna.
L’alternativa più gettonata è la sosta al camping Lisbona con trasferimento in due tappe dal camping alla stazione centrale e poi a Sintra. Noi abbiamo deciso di non percorrere questa soluzione, primo perché eravamo già stati a Lisbona, e secondo perché me lo sconsigliava il fatto di dover cercare informazioni inerenti i bus nel caos della stazione di Lisbona.
Dal nostro campeggio Orbitur, subito appresso al cancello di entrata, parte il bus M05, che al costo di 2 € ci porta fino al terminal di Cascais. Qui ci sono solo due marciapiedi, uno per gli arrivi e uno per le partenze. Spostati su quest’ultimo abbiamo preso il bus 1623 che in 40 minuti, al costo di 2,6 €, ci ha depositato al terminal della stazione Portela sud di Sintra.
Per andare su al palazzo non abbiamo preso il bus 434 in quanto avevamo prenotato on line la visita, e per il nostro ingresso dovevamo aspettare ancora 3 ore (13.30). Ci siamo quindi incamminati tranquillamente (la salita è comunque impegnativa per chi non è abituato a camminare), ed una volta arrivati abbiamo dedicato del tempo alla visita dei giardini ed a fare pranzo (consiglio: portatevi qualcosa da mangiare perché il servizio bar del palazzo è davvero pessimo, per qualità e scelta).
La visita al Palàcio Nacional da Pena è davvero qualcosa di unico, immersi in una cacofonia di stili dove si fondono barocco, manuelino, moresco e gotico, immerso in un parco di 200 ettari attraversato da un labirinto di sentieri. In realtà non è che appassioni più di tanto la parte artistica del castello, ma quello che rende la visita davvero imperdibile, è la locazione del palazzo: un castello stile quello delle favole, costruito a modo di nido di aquila con i suoi terrazzamenti a sbalzo nel vuoto dalla cui sommità si gode di un paesaggio straordinario. Il tempo medio della visita è di 1 ora e mezzo, ma potete prendervi tutto il tempo che volete, vi assicuro che non sarà tempo perso.
A Sintra c’è ancora tanto altro e, facendo i conti con l’orario del bus per il rientro, noi abbiamo scelto di visitare una cosa che, a parere nostro, merita di essere vista, e che rivaleggia tranquillamente con il palazzo reale: la Quinta de Regaleira che si raggiunge sempre con il bus 434.
Questa è una bizzarra costruzione che sorge in Rue Barbosa du Bocage; iniziata ai primi del 900 in stile misto gotico e manuelino, fu voluta dal miliardario brasiliano Antonio Carvalho Monteiro. In quanto a fantasia rivaleggia con il castello di Sintra. I suoi giardini sono uno spettacolo, con fontane, passaggi segreti, pozzi dove si scende per risalire in altre parti del parco; è davvero da non perdere, e se avete bambini al seguito, vi assicuro che non vorranno più venire via. Anche il palazzo e la chiesa adiacente sono degni di nota in quanto ad originalità. Insomma, se andate a Sintra, questo è un luogo che non dovete assolutamente mancare di vedere.
16 Maggio 2023 martedì
Stamani ce la prendiamo comoda. Facciamo bucato, e nell’aspettare che si asciughi usciamo dal campeggio e facciamo una bella passeggiata che ci porta sul mare attraversando le dune delle spiagge. Il tempo è piacevole, ed anche l’immancabile vento che sempre persiste non è così freddo.
Poco prima di mezzogiorno rientriamo in campeggio, e dopo esserci sistemati partiamo in direzione CABO DA ROCA (P), estremo punto occidentale dell’Europa: la lunga discesa che conduce verso il promontorio porta al faro alto 165 metri, il simbolo più fotografato di questo tratto di costa. Ci fermiamo al parcheggio del promontorio (N38.78056 W9.49778), e dopo le immancabili foto al faro e al cippo con la scritta che ricorda come ci troviamo nel punto più ad ovest dell’Europa, percorriamo i sentieri lungo il selvaggio costone roccioso che precipita verso le acque atlantiche; ogni scorcio è un’occasione per fare foto, e andiamo avanti così percorrendo qualche km lungo i sentieri a picco sull’oceano.
Alla fine rientriamo in camper molto soddisfatti di ciò che abbiamo ammirato.
Dopo un breve meritato riposo, ripartiamo per ÓBIDOS (P). Il percorso è abbastanza lungo, e non passando per l’autostrada, ma per i paesi costieri, anche un po’ impegnativo; ma comunque appagante per quello che vediamo. Mai parole per noi più vere, quelle di chi dice che non è importante la meta, ma il viaggio per arrivarci.
Dopo una sosta per rifornire cambusa e Gasolio, arriviamo ad Obidos andandoci a sistemare all’area di sosta presso l’acquedotto (N39.35622 W9.15688). L’area costa 6 € al giorno, che un signore viene a riscuotere la sera. C’è lo scarico e il carico dell’acqua, ed il terreno è abbastanza pianeggiante.
17 Maggio 2023 mercoledì
La mattina ci dirigiamo nel bel centro storico, e che la visita sarà soddisfacente già lo intuiamo appena passata la Porta da Vila, datata 1380, che al suo interno, in alto su di un altare, ci mostra un pregevole Azulejos.
Invece di percorrere la via principale che porta diretta al castello dom Dinis decidiamo di arrivarci percorrendo il cammino di ronda delle intatte mura della città (il perimetro completo è di circa 2 km). Un bel cartello fa bella mostra di sè avvisando che questo percorso è pericoloso in quanto privo di protezione per eventuali cadute nel vuoto. In effetti il camminamento è largo circa 1 metro, ma se non si hanno problemi di vertigini si affronta in tutta tranquillità. È sicuramente da sconsigliare se avete dei bambini al seguito, così come eviterei di farlo con ciabatte o sandali, dato che dal piano del camminamento ogni tanto affiorano delle pietre che possano risultare scivolose.
Detto questo il percorso è molto bello; più alti dei tetti delle case, riusciamo ad ammirare il bel panorama. Si arriva quindi al vecchio castello, che attualmente ospita una libreria. Vi invito comunque ad entrarci in quanto al piano superiore c’è una simpatica signora, che esegue ricami al tombolo, che si definisce una specie di poetessa. Ogni suo lavoro è accompagnato da una poesia, che lei stessa vi declamerà spiegandovi ciò che rappresenta la sua opera.
Ci sono molte creazioni, dai semplici ricami agli orecchini, anelli, collane e molto altro. Difficile resistere alla tentazione di comprare qualche cosa.
Usciti ritorniamo sui nostri passi percorrendo la via principale, Rua Direta, affiancata da case dove il colore dominante è il bianco, accecante nel sole, reso più gentile dai numerose piante di buganvillee fiorite abbarbicate ai muri delle case. È una babele di negozi turistici, che comunque non disturbano, la maggior parte di un pregiato artigianato locale.
Arrivati a Praça de Santa Maria, si visita l’omonima chiesa, dove all’interno si trovano interessanti pannelli di Azujelos del XVII secolo.
Lungo il cammino non possiamo poi fare a meno di assaggiare la Ginja, o Ginjinha,il liquore tipico di acquavite ricavata dalle ciliegie che viene servito in bicchierini di cioccolato fondente. Inutile dire che un paio di bottiglie andranno ad incrementare la cambusa.
Senza rendersene conto abbiamo fatto le 12.00, pertanto torniamo al camper e ripartiamo subito per la nostra prossima tappa: il faro di CABO CARVOEIRO (P) sul promontorio di Peniche. Sostiamo presso l’omonimo faro (39.359860, -9.408227) e dopo aver pranzato percorriamo il sentiero che corre lungo la scogliera, fermandosi in continuazione a scattare foto, perché la natura offre spettacoli davanti ai quali non si può restare indifferenti: ampie insenature, rocce e scogli sporgenti e lavorati dall’acqua e dal vento, contro cui le onde si infrangono spumeggianti e rumorose. In alcuni punti è possibile scendere sotto la scogliera attraverso scalini scavati nella roccia o scalette di metallo appositamente approntate, che terminano su balconate naturali dalle quali è possibile affacciarsi e vedere le onde.
La passeggiata si conclude alla croce del santuario di Nostra signora de Remedios. Il santuario si trova dall’altra parte della strada, e vi invito a visitarlo perché e davvero affascinante. È piccolo e raccolto, con l’interno completamente coperto dagli immancabili azulejos.
Prima di abbandonare la penisola di Peniche, con il camper ci dirigiamo al ILHEU DI PAPOA (P) N39.3721927 W9.3764442. Questo era un vecchio vulcano del giurassico, le cui pietre laviche affiorano ancora in questo sito costituito di un promontorio sul mare, dove sentieri e passerelle in legno permettono di visitarlo nella sua interezza,
Le sue rocce scolpite dal vento sono state le spettatrici del più grave naufragio, avvenuto lungo queste coste, capitato ad una nave spagnola proveniente dalle Americhe che trasportava un ingente carico in lingotti d’oro e d’argento, come ricordato nei numerosi pannelli illustrativi posti in loco.
Lasciamo Peniche per dirigerci a NAZARÉ (P). Qui ci aspetta la sgradita sorpresa che tutti i parcheggi che avevamo individuato per la sosta, sono stati dichiarati off limits dall’amministrazione comunale. Abbiamo perso un po’ di tempo per trovare un alternativa, ma alla fine l’unica soluzione è stata quella di dirigersi verso il campeggio Orbitur Valado (N39.59810 W9.05608) che si trova a 2.5 Km dal centro.
In questo viaggio non siamo fortunati con i campeggi. Niente da dire sulla struttura, come quello precedente, un buon campeggio e ben servito; ma all’ingresso fa bella mostra di sé un cartello che dice che la direzione non si assume responsabilità nella scelta errata della sosta dei mezzi degli ospiti. Dopo un primo attimo di perplessità scopriamo che questo è dovuto al fatto che il terreno è molto sabbioso, e che non è raro finire insabbiati, come ci dimostra un camper di un tedesco che viene soccorso da un trattore per uscire dalla sua piazzola.
Armati di pazienza riusciamo a trovare un posto che ci sembra garantire la sicurezza necessaria, per cui si sistemiamo e rilassiamo per la serata.
18 Maggio 2023 giovedì
La mattina ci mettiamo in marcia per andare in centro. La distanza è abbastanza lunga, circa 3,5 Km, ma non ci spaventa. Come alternativa si potrebbe andare verso la spiaggia di Praia do Norte, e da lì salire al promontorio del Sitio con un ascensore che in realtà ci è sembrato non funzionante da un po’ di tempo.
Dopo una passeggiata di circa 1 ora, arriviamo alla bella e caratteristica piazza dove si erge la chiesa di Nossa Senhora de Nazarè, di epoca barocca ed adornata di azujelos.
Qui abbiamo la sorpresa di scoprire che oggi è la festa religiosa del paese, e che viene festeggiata con una bella sfilata di cavalli con i cavalieri e popolani tutti vestiti in tenuta tradizionale. Molto bella e soprattutto sentita dalla popolazione che affolla le strade della sfilata. Dopo aver assistito alla festa, scendiamo al faro ed al forte di São Miguel Arcanjo, il luogo più incantevole di questo paese.
Qui, grazie alla particolare conformazione del fondale marino, ed ad un vento costante e sempre presente, sono presenti le onde più alte ed impressionanti di tutto il Portogallo; tutti i più grandi campioni di surf vengono qui a cimentarsi con queste onde, dove un cartello ricorda appunto che non puoi considerarti un serfista, se non hai almeno una volta cavalcato queste onde. Ma quando dovrebbe toccare a noi rimanere impressionati da questo fenomeno marino……Calma piatta.
Non tira un alito di vento; delle onde nemmeno a parlarne. Mi sono permesso di aggiungere alla foto fatta da me (quella di seguito), una simile estrapolata dal sito dell’agenzia turistica di Nazarè (quella sopra) per darvi l’idea di quello che doveva essere e che non è stato.
Questo non toglie che il panorama sia bello ed interessante, ma l’aspettativa era un’altra.
Smaltita la delusione e trovato comunque il lato positivo dello svolgimento della giornata, torniamo in campeggio e dopo pranzo ripartiamo alla volta della vicina prossima tappa, che questa volta è il MONASTERO DI ALCOBAÇA (P). Dopo aver lasciato il camper nel grande parcheggio vicino al monastero N 39,54897 W 8,97508, ci incamminiamo verso questo gioiello architettonico datato 1153.
La buona sorpresa è che oggi è la giornata internazionale dei musei, e gli ingressi a tutti i musei sono gratuiti.
Iniziamo la visita entrando negli ambienti del monastero che si snodano intorno al grandioso chiostro del silenzio. Sono tutti ambienti davvero maestosi con una menzione particolare per la cucina che offre alla vista un camino mai visto per dimensioni, veramente monumentale. Si passa poi alla cattedrale, composta da 3 navate con un’altezza di 20 metri. La parte del leone la fanno però i due monumenti funerari del re Don Pedro e Dona Ines. Non si conosce l’autore ma sono davvero stupendi per grazia ed espressionismo.
Usciamo dal monastero che è praticamente l’ora di chiusura, e decidiamo di rimanere a dormire nel parcheggio.
19 Maggio 2023 Venerdì
Appena svegli, dopo colazione, partiamo per BATALHA (P), andando a fermarci al grande parcheggio presso il monastero N 39,66141 W 8,82516
Da qui a piedi ci dirigiamo presso il monastero che già dalla piazza antistante dimostra tutta la sua imponenza.
Questo monastero fu edificato a partire dal 1387 dal re Joao I come ringraziamento per una sua vittoria contro i castigliani. È interamente in stile manuelino, ricco di guglie, pinnacoli e archi rampanti. Al suo interno la visita parte dalla chiesa vera e propria, qui l’ingresso è libero, e quello che subito colpisce è l’altezza delle navate, oltre 30 metri, con un gran numero di colonne che guardandole in prospettiva sembrano proprio un muro divisorio tra la navata centrale e quelle laterali. Per proseguire poi la visita negli altri ambienti si paga un biglietto di 9 euro. Con questo si accede per primo al gioiello del monastero; la cappella del foundator, un panteon che ospita i sepolcri del re Joao I e della moglie Filippa. Si rimane incantati dalla finezza dei particolari, sia dei sepolcri che dalla volta stellata scolpita. Da notare poi che il re è rivestito della sua armatura, ed è la prima volta che succedeva, dando da allora un modello per i successivi monumenti funerari.
Si ritorna poi nella chiesa, e da una navata si passa agli ambienti di uso più comune dei monaci.
Si incontra per primo il chiostro reale, ed è il più bello che abbia visto in questo viaggio. È estremamente lavorato, con tutte le colonne diverse tra loro, con gli archi ricoperti da svolazzi ed intarsi che invece che pietra sembrano ricami.
Poi si accede alla sala capitolare, che ospita il monumento al milite ignoto, ed infine, uscendo dalla basilica perché l’accesso non è diretto, alla cappella imperfetta. Questa era stata progettata dal re Duarte, e doveva servire da panteon per la sua famiglia, ma la morte prematura del re la rese incompiuta. Al suo interno si trova quindi solo il monumento funebre del monarca con sua moglie. Oltre al pregio del monumento, quello che affascina è che i due sovrani si tengono la mano, in un gesto di intimo affetto. È la prima volta che vedo un monumento funerario così concepito, e devo dire che mi ha molto colpito. La cappella, pur nella sua incompletezza, manca pure la copertura, risulta comunque bellissima.
Prima che la giornata finisca abbiamo ancora una tappa da fare: il santuario di Fatima. Sostiamo nel parcheggio dietro il santuario, il più vicino al santuario stesso N39.6332 W8.67861, ha solo sei posti camper dedicati, ma si può comunque sostare in tutti gli altri spazi senza problemi (quando siamo arrivati noi c’erano già una trentina di camper). Non ci sono servizi, a parte la fontanella dell’acqua. Ma il posto è comodissimo e tranquillo. Facciamo subito un giro per prendere confidenza con questo santuario di grande suggestione nato per celebrare le apparizioni di Maria ai tre pastorelli a Cova da Iria nel 1917. Nel luogo delle apparizioni si trova la Capela das Aparigòes. Qui nella corona della statua della Madonna è incastonata la pallottola che ferì Papa Giovanni Paolo II nell'1981. Dopo cena alle 21.30 partecipiamo alla fiaccolata con rosario nel grande piazzale della basilica. Molto suggestivo, con il celebrante che fa partecipare i pellegrini nella loro lingua originale.
20 Maggio 2023 Sabato
Stamani ci alziamo presto, per partecipare alla messa in lingua italiana che si svolge presso la Cappella dell’apparizione. Al termine facciamo il percorso spirituale indicato sui dépliant, visitando i luoghi più significativi del santuario.
Nel pomeriggio, dopo pranzo, lasciamo Fatima e raggiungiamo TOMAR (P), parcheggiando nell’area municipale per i camper N 39.60694, W 8.41021 allestita in un bel contesto; forse un vecchio campeggio, o un campeggio che non ha mai aperto. Comunque sia c’è lo scarico delle acque grigie e del chimico, il carico dell’acqua e i servizi per lavare le stoviglie. Ci sarebbero anche i bagni, ma risultano chiusi; l’area è tra gli alberi, in piano, illuminata, ed è gratuita. Tomar è una cittadina dal centro storico intatto che sorge sulle sponde del Rio Nabào, dove passeggiarvi è davvero piacevole. Ma l’attrazione che attira migliaia di visitatori ogni anno è il Convento de Cristo, dove ci dirigiamo. È una passeggiata di un chilometro in salita, ma ne vale la pena. Patrimonio dell'umanità per l'Unesco e superlativo edificio costruito per volere del Gran maestro dell'Ordine dei Templari. Era il periodo di Enrico il Navigatore e davvero non si badava a spese.
La visita inizia dai chiostri, decorati con gli immancabili Azujelos, ma quando si entra nella chiesa di questo monastero, che qui viene indicata come Charola, si rimane increduli dalla bellezza che ci si para di fronte. L’ambiente è ottagonale, con al centro una struttura cava che rappresenta l’altare e che si innalza fino al soffitto. Sembra che il progetto copi la basilica di Gerusalemme. L’effetto è stupendo, in stile gotico manuelino, e con molti affreschi alle pareti. Difficile staccarsi da questo ambiente e proseguire il giro. Si passano in rassegna tutti gli ambienti frequentati dai monaci guerrieri, dal refettorio alle celle, dai dormitori alla sala capitolare, fino ad arrivare alla finestra manuelina, altro capolavoro dell’arte. È una finestra finemente lavorata che si apre sulla parete sud della basilica.
Facciamo poi un giro in centro storico, prima di tornare al camper per un meritato riposo.
21 Maggio 2023 Domenica
La mattina ce la prendiamo calma; dopo colazione andiamo a fare ancora un giro in paese e solo in tarda mattinata partiamo per COIMBRA (P) che raggiungiamo intorno all’ora di pranzo, andando a sistemarci al campeggio Parque Municipal alle coordinate N40.18895 W8.39957. Il campeggio è ben distante dal centro cittadino, per cui dopo pranzo prendiamo il bus 38 che parte subito fuori dal campeggio, e raggiungiamo il centro città.
Scesi dal bus andiamo ai giardini della Quinta das Lagrimas e da qui, superata una porta neogotica, accanto alla quale si erge una maestosa sequoia in ricordo della visita del duca di Wellington nel 1813, si raggiunge la sorgente di un laghetto. Dal ponte di Santa Chiara, circondato dalle rovine del convento omonimo, ci dirigiamo verso il centro storico, carino e pieno di vita, per poi spostarci verso la vecchia cattedrale datata 1255, uno dei più importanti edifici romanici del paese, elegante e severa nel suo aspetto, di pregevole fattura l’interno, e corredata di un chiostro molto suggestivo.
Andiamo a visitare anche la Cattedrale nuova, anche questa molto imponente, ricca di retabli dorati e voluminosi che riempiono tutto l’ambiente. A questo punto avremmo dovuto visitare il pezzo forte di Coimbra: l’Università, ma chiude alle 17.00, pertanto decidiamo di rimandare la visita a domani mattina, e con il tempo che ci rimane a disposizione, ci spostiamo in Praga 8 de Maio, per visitare la chiesa di Santa Cruz. La costruzione di questo monastero ebbe inizio nel 1131 mentre l'aspetto odierno della facciata e del portale si devono ai rimaneggiamenti effettuati nella metà del Cinquecento. Di notevole effetto è l’interno, con la navata principale impreziosita di pregevoli azujelos. Sempre nella navata principale, ci sono altre due navate ma sono tronche, in quanto si aprono a circa la metà della principale, su una cappella che accoglie la tomba di Don Sancho I.
Si è fatto tardi, e riprendiamo il bus 38 per ritornare in campeggio.
🌟 IL VIAGGIO CONTINUA! 🚐✨
Il diario di viaggio prosegue nella SECONDA PARTE - clicca QUI
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