Riprendiamo il nostro viaggio in direzione Norvegia, ma invece di fare il classico itinerario verso capo Nord, noi ci dirigiamo in direzione UTSJOKI (FI) per andare a visitare un altro sito, meno conosciuto ma molto interessante.
Arrivati ad Utsjoki oltrepassiamo il confine norvegese: i paesaggi cambiano e diventano davvero molto belli, con prati verdi di muschio a contrasto con grandi pareti di roccia grigia.
La nostra prima meta è TANA BRU (N), dove c’è una area per lo scarico per Wc chimico e per le acque grigie (N70.20187 E28.19272). Dopo riprendiamo il viaggio in direzione VADSO (N), percorrendo il fiordo più ad est della Norvegia. Il paesaggio qui è incantevole. La costa sembra quella della Normandia con le rive che sembrano preda della bassa marea.È davvero un paesaggio meraviglioso e siamo soddisfatti di questa deviazione.
Per la notte ci fermiamo in una area con altri camper poco prima di VESTRE (N) (N70.11597 E29.20922). Siamo con vista fiordo e ceniamo guardando lo spettacolo della natura dal finestrino del nostro camper.
28 Giugno 2019 Sabato
Diciamo subito che questo è un itinerario molto impegnativo. Hamningberg si trova a 40 Km di distanza, tramite una strada a singola carreggiata. Bisogna prestare molta attenzione, la strada è tutta curve e c’è sempre il disagio di fare manovra per permettere lo scorrimento nei due sensi per le vetture che procedono in senso contrario, ma vi assicuro che ne vale davvero la pena. Il paesaggio è lunare, la strada, che per lunghi tratti costeggia il mare, sfiora rocce tagliate dal vento; ci sono laghetti e blocchi di ghiaccio che nonostante la stagione lambiscono ancora la strada. Sembra di stare in un’altra dimensione; ogni tanto gruppi di pecore e di renne, attraversano la strada rendendo necessario per il conducente ancora più attenzione. Per quanto un po’ in tensione per la guida non ricordo di aver visto un panorama altrettanto bello.
Quando arriviamo a destinazione ci parcheggiamo nello spazio predisposto (N70.54416, E30.60333) e facciamo una passeggiata per le vie del paese, in realtà una sola centrale, sferzate da un forte vento che ha portato con sé anche un po’ di pioggia e nebbia. Scopriamo che questo villaggio è stato l’unico della Norvegia a non essere stato occupato dai tedeschi durante la seconda Guerra Mondiale perché troppo impervio da raggiungere.
Sul piccolo porticciolo fa bella mostra di sè una targa che indica che “Qui finisce l’Europa”. Se avete intenzione di visitare la Norvegia del nord, a nostro avviso, questa è una tappa che non dovete perdere non tanto per la meta quanto per il viaggio.
Pranziamo nel parcheggio e dopo riprendiamo la strada che ci riporta a VARDØ (N). Da qui torniamo indietro sulla statale 98 fino a fermarci per una breve sosta ad Nesseby (N70.153611,E28.856944), nel parcheggio della chiesa. Questa è una striscia di terra che si getta nel mare; assomiglia ad una brughiera ed è piena del suono prodotto dagli uccelli che vi dimorano. Un posto rilassante, frequentato dagli amanti del birdwatching, che ci fa propendere a fare il giro a piedi della penisola calpestando il morbido tappeto di licheni e muschio scattando numerose foto del posto.
Sono ormai le 20.00. Decidiamo di percorrere altri 30 Km per andare a pernottare nell’area di sosta di STORFOSSEN (N) alle coordinate N70.07814 E27.68404
30 Giugno 2019 Domenica
Partiamo per KARASJOK (N), capitale della Lapponia norvegese e sede del Samediggi, il parlamento Sami istituito nel 1989 e trasferito nel 2000 nel bell’edificio dall’architettura moderna. C’è un’area di servizio alle coordinate N 69.46487, E 25.47505 ad 1,8 Km dalla città con carico e scarico, ma con l’apparente divieto di sosta notturna. Purtroppo già sappiamo che la struttura (che comprende anche una splendida biblioteca) che è aperta al pubblico nel periodo estivo con visite guidate di circa 30 minuti, in norvegese e in inglese, nel fine settimana è chiusa, ma vogliamo rispettare la nostra tabella di marcia.
Sulle guide consultate per preparare il nostro viaggio abbiamo letto del Sapmi Park, il grande parco tematico che include un insediamento sami con tende e vari tipi di capanne e il teatro magico, spazio multimediale dove vengono proiettati filmati - disponibili in otto lingue fra cui l'italiano - sulla storia e la mitologia dell'etnia sami e sul rapporto ancestrale fra questo popolo nomade e il suo animale simbolo, la renna (www.sapmi.no). Del complesso fanno parte l'ufficio turistico, un caffè, un caratteristico ristorante e un grande negozio di souvenir e artigianato lappone, adibito anche a punto di rimborso delle tasse per i turisti che lasciano la Norvegia (il confine con la Finlandia è a soli 18 chilometri). Spinti dalla voglia di acquisire altre informazioni su questo popolo che ci affascina, ci dirigiamo a questo museo con ampio parcheggio. Entriamo nelle grande struttura, facciamo un giro a curiosare fra i negozi, acquistiamo il biglietto di ingresso (10 €) e attendiamo una decina di minuti per entrare nella sala dove verrà proiettato, in lingua italiana, un filmato nostalgico sulla vita del popolo Sami. Questo sarà l’unico momento interessante della nostra visita perché il museo all’aperto, a nostro avviso, è veramente scarso, piccolo e poco curato, qui nella capitale lappone ci saremmo aspettati una esposizione più dettagliata. 10€ veramente buttati!!!!
Delusi decidiamo di fare la breve passeggiata per arrivare al parlamento, un moderno edificio rivestito di legno siberiano a forma di tenda sami e quindi una breve visita al piccolo abitato fino ad arrivare, attraversato il ponte sul Karasjohka, alla Gamle Kirke, la più vecchia chiesa in legno del Finnmark (1807). A Karasjok, vicino alla deviazione per Lakselv, c’è un camper service.
È pomeriggio tardi, ma decidiamo di percorrere i 160 chilometri che ci separano da Capo Nord, perché la serata si presenta con un cielo terso senza nuvole. Troppo bello per non andare a vedere il sole di mezzanotte in queste condizioni.
La strada che da Lakselv porta a HONNINGSVÅG (N), costeggiando il Porsangerfjorden, ci regala ad ogni curva panorami sorprendenti, una frastagliata scogliera a picco sul mare, una spiaggia, un piccolo porticciolo, una barca in secca per la bassa marea, un minuscolo villaggio o rosse case isolate, è il primo impatto con la bellezza dei fiordi che ci accompagnerà per tutto il viaggio. Avresti voglia di fare continue fermate per godere più pienamente di questo spettacolo. Molte sono le gallerie, una di queste è addirittura di 6870 metri, si inabissa sotto il mare fino a -212 metri e risale ripidissima dalla altra parte e mi costringe a percorrerla in seconda marcia allegra. Una volta questo tunnel era a pagamento mentre oggi è gratuito.
Arriviamo a HONNINGSVÅG (N), il centro principale dell'isola di Mageroya. Nella zona del porto, vicino all'ufficio turistico, ci sarebbe il Nordkappmuseet, un piccolo ma interessante museo che illustra la storia di Capo Nord, l'attività della pesca nell’Artico e la vita quotidiana nelle coste del Finnmark, lo saltiamo siamo impazienti di arrivare dritti alla meta.
Giungiamo in breve a CAPO NORD (33 Km) sono ormai le 22 e un cielo limpido e sereno ci ripaga del lungo tratto di strada percorso oggi. Capo Nord fu cosi battezzato nel 1553 dal comandante inglese Richard Chancellor mentre navigava nella zona andando alla ricerca del passaggio a nord-est verso la Cina. Si arriva ad un parcheggio sterrato dove si paga un bel balzello (1 camper + 2 persone 60 € per 24 ore, carissimo ma non c’è scelta); N71.7985, E25.781682.
Il famoso sperone roccioso (307 metri a picco sull’oceano) è considerato da sempre il punto più settentrionale d’Europa, ma in realtà questo titolo spetta al vicino promontorio di Knivskjelodden, la cui estremità si trova a 71° 11’ 08” di latitudine nord.
Tuttavia ciò non ha per nulla intaccato il fascino del mitico Nordkapp, a giudicare dalle frotte di visitatori che ogni anno si spingono fin quassù per una foto ricordo sotto al celebre globo metallico, alla luce del sole di mezzanotte (visibile qui dal 14 maggio al 29 luglio). I norvegesi ne hanno saputo fare un grosso business, con un pedaggio d'accesso che trovo esoso dato che alla fine è solo un parcheggio con struttura turistica dotata di ristorante, bar, museo, ufficio postale, piccola cappella e negozio di souvenir. All’interno vi è anche una sala cinema dove viene proiettato un filmato che presenta Capo Nord nelle varie stagioni.
Abbiamo trovato anche una sala di luci e suoni, che anch’essa rappresenta il passare delle stagioni ma che alla fine non ci ha entusiasmato più di tanto.
Ma qui si viene per il sole e, schierati con un bel po' di turisti, aspettiamo la mezzanotte in silenzio, in un cielo dove non c’è una nuvola. Il sole va giù piano piano ma non tramonta: si ferma sopra la linea dell'orizzonte e dopo qualche minuto ricomincia a salire.
Come bambini eccitati da un bel giocattolo tiriamo tardi passeggiando per il promontorio godendo della calda luce crepuscolare. Solo alle due di mattina, ormai rimasti con pochissime altre persone, decidiamo che forse è il caso di andare a dormire.
1 Luglio 2019 Lunedì
Ci alziamo alle nove di mattina e, forti delle emozioni provate la notte precedente, decidiamo di andare al vero Capo Nord geografico, al promontorio di Knivskjelodden, la cui estremità si trova a 71° 11’ 08” di latitudine nord ed è raggiungibile solo a piedi con un sentiero di 9 chilometri che si stacca dalla E69. Per arrivarci ripartiamo con il camper per fermarsi subito dopo, a circa 6 km, in un parcheggio da dove parte la camminata. Questa passeggiata di 18 km andata e ritorno porta nella punta più a nord d’Europa, (1,5 km più a nord del Nord Kapp turistico). La decisione si rivelerà azzardata. Ci eravamo fidati di alcune recensioni che davano il percorso lungo ma agevole, della durata di circa 3 ore per andare e altrettante per il ritorno.
In realtà il percorso è veramente impegnativo. Non è un sentiero battuto, segnalato da cumuli di pietra non sempre perfettamente visibili, che attraversa la tundra tra sassi, ghiaia, fango e pozze d’acqua generate dallo scioglimento della neve, che rendano estremamente difficile restare in equilibrio. Gli ultimi 3 Km poi sono sulla riva del mare tra scogli scoscesi e viscidi di acqua che rendano davvero impegnativo il camminare senza scivolare.
Arriviamo al camper stanche morti e decidiamo di passare qui la nottata.
2 Luglio 2019 Martedì
Inizia adesso dopo la visita di Capo Nord, la seconda parte del nostro itinerario che prevede tutto il versante atlantico della penisola scandinava.
Ci alziamo molto tardi, ancora impacciati nei movimenti per l’escursione di ieri. Percorriamo i 33 km che ci separano da HONNINGSVÅG (N), dove andiamo a fare la spesa al supermercato Rama che avevamo visto all’andata. Ne approfittiamo per dare uno sguardo veloce al centro di questo paese, e soprattutto al porto dove stanno sbarcando i turisti da una delle numerose navi da crociera che qui fanno tappa.
Dopo pranzo ci rimettiamo in marcia percorrendo la E69 fino a OLDERFJORD (N), da dove proseguiamo sulla E6 verso ovest attraverso un paesaggio di foreste e altipiani.
Passato Skaidi, la statale 94, che quasi totalmente percorre la costa, regala bellissimi scorci e frequenti avvistamenti di renne fino a HAMMERFEST (N)(206 Km).
Andiamo a parcheggiare all’area attrezzata di Hammerfest Havn, a 500 metri dal centro (280 Nok 24h) direttamente sul mare N 70.66337, E 23.67637. La cittadina è adagiata su una baia dell’isola di Kvaloya (collegata da un ponte alla terraferma) e registra ogni estate un forte afflusso turistico, in parte proveniente dalle navi da crociera.
Facciamo un primo giro per la cittadina, sul porto e nel centro rimandando però la visita all’indomani dato che è ormai tutto chiuso.
3 Luglio 2019 Mercoledì
Iniziamo il nostro giro dalla zona del porto dove si trova la Royal and Ancient Polar Bear Society, che condivide la sede con l'ufficio turistico e comprende un interessante museo sull'orso bianco, la storia locale e la caccia nell'Artico. Dopo la visita, davvero interessante, rivolgendoci presso l'annesso negozio ci iscriviamo al club dell'orso polare versando una quota associativa di 220 corone norvegesi, una piccola parte della quale viene devoluta al WWF e destinata al finanziamento di progetti per la tutela del grande plantigrado. L’iscrizione ci dà il diritto di ricevere un diploma personale che attesta l’iscrizione, un piccolo stemma in argento dell’orso bianco e un adesivo con il simbolo dell’associazione. In più acquisiamo anche il diritto di partecipare attivamente all’assemblea dei soci che si svolge qui ogni Gennaio; privilegio che sicuramente non eserciteremo. Facciamo qualche foto alla splendida coppia di orsi di legno argentati, opera del l'artista Knut Amesen, esposta nella piazza del municipio.
Ripreso il camper, prima di lasciare la città, ci dirigiamo sulla vicina penisoletta di FUGLENES, dove s'innalza la Meridianstotten, una colonna di marmo eretta nel 1854 a ricordo della prima misurazione internazionale della circonferenza terrestre e inserita fra i siti dell'Unesco.
Prossima tappa ALTA (N), (140 Km) con il suo parco archeologico (aperto dalle 8 alle 20 dal 23 Giugno, alle 17.00 prima di questo giorno) con incisioni e pitture preistoriche rupestri, dichiarato dall'Unesco Patrimonio dell'Umanità.
Alta è il centro più grande della regione del Finnmark. Noi ci dirigiamo subito all’Alta Museum, ai margini occidentali dell'abitato, in un'area costellata d'incisioni rupestri risalenti a migliaia di anni fa (si parcheggia il camper N 69.94639, E 23.18815 nel piazzale del museo, dove un bel cartello ricorda ai camperisti che il parcheggio è usufruibile solo per il periodo di apertura del museo).
Sulle pareti di roccia, le renne che vediamo pascolare pacificamente tutto intorno sono invece rappresentate trafitte dalle frecce dei cacciatori. La scoperta di questo immenso tesoro archeologico (finora sono state individuate 3.000 figure) è molto recente: è avvenuta in modo del tutto casuale attorno al 1950. La cultura che lo ha prodotto risale a un periodo fra i 7.000 e i 2.000 anni fa: erano pescatori e cacciatori e la rappresentazione sulle rocce è verosimilmente collegata a riti magici. Le figure rappresentano l'uomo, orsi, lupi, alci, grandi uccelli, pesci, navi affollate e naturalmente renne.
La visita segue un itinerario di circa tre chilometri su sentieri e passerelle di legno che parte dalla struttura museale e scende verso il mare. Sono disponibili tour guidati in inglese e norvegese, ma la cosa migliore è visitare l'area per conto proprio con l'ausilio di un bellissimo opuscolo in italiano che è compreso nel prezzo del biglietto (120 nok).
I due percorsi che ci portano all’interno del parco ci offrono emozioni contrastanti. Il primo, il più corto, ha le incisioni scolpite nella roccia che sono state dipinte in colore rosso per permettere al visitatore di riconoscere facilmente i disegni eseguiti dagli artisti del passato, e emozionano fortemente nel farci riconoscere come intendevano la vita i nostri antenati. Ma questa tecnica sollevò molti dubbi tra i puristi, tanto che nella seconda parte del percorso le incisioni sono state lasciate al naturale e, con tristezza devo dire che, forse anche a causa della giornata con poca luce per le grandi nuvole, credo di essere stato in grado di individuare neanche il 10 % di quello indicato dall’opuscolo.
Capisco i dubbi, ma se non si riesce neanche a vedere ciò per cui si visita un sito, questo rischia di diventare ad uso e consumo solo per gli addetti ai lavori.
Il museo, dotato di negozio e ristorante con bella vista panoramica sul fiordo, offre al suo interno varie stanze sempre sull’arte rupestre, sulla storia locale, la cultura sami, l’aurora boreale e la pesca sportiva sul fiume Alta. Questa parte interna è fatta molto bene e ci lascia soddisfatti.
Terminata la visita, in loco ci sarebbe un’altra attrattiva da vedere. Alta ha un fiume che porta lo stesso nome e che scorre nelle profonde GOLE DEL SAUTSO, canyon fra i più grandi d'Europa, che diversi anni fa divenne oggetto di una lunga e accesa controversia legata alla costruzione di una diga alta 110 metri per realizzare una centrale idroelettrica. Nonostante le proteste degli ambientalisti e della comunità sami, l'opera fu portata a termine nel 1987 e oggi è diventata un'attrazione turistica visitabile con tour guidati. Purtroppo si trova a 50 Km percorrendo la statale 93, che ci obbligherebbe poi a tornare indietro per la stessa strada visto che la nostra prossima tappa è TROMSØ (N).
Lasciamo quindi Alta per affrontare la parte forse più spettacolare del nostro viaggio: fiordi e ghiacciai, isole e villaggi.
Il maltempo ci accompagna nel nostro viaggi a sud, e arrivati all’ora di cena ci fermiamo a dormire a BURFJORD (N) (N69.94038 E22.0466) in un’area di sosta dove è possibile anche effettuare le operazioni di carico e scarico. Per la prima volta dall’inizio del nostro viaggio dormiamo cullati da una consistente pioggia.
4 Luglio 2019 Giovedì
Dopo colazione ripartiamo alla volta di TROMSØ . La mattinata è come la giornata di ieri, piove, anche se è solo pioggerellina.
Tendopoli sulla E6
Nel pomeriggio inoltrato arriviamo finalmente a TROMSØ , (397 Km da Alta) la più grande citta della Scandinavia (circa 70.000 abitanti) a nord del Circolo polare Artico, che ci accoglie con un’altra suberba vista: una corona di montagne innevate. Dato il tempo uggioso, freddo e nebbioso ci chiediamo “ma in quale stagione siamo? Estate o inverno?”.
Prima di percorrere lo scenografico ponte che porta in città, notiamo la sagoma bianca e inconfondibile della Ishavskatedralen. Ci fermiamo per la visita facendo sosta nell’adiacente parcheggio N 69.64777 – E 18.988055. La visita è a pagamento, 5 €, con apertura dalle 9.00 alle 19.00 e la Domenica dalle 13.00 alle 19.00 www.ishavskatedralen.no; la cattedrale bianca realizzata nel 1965 dall'architetto norvegese Jan Inge Hovig è composta da undici strutture triangolari in calcestruzzo che ricordano i crepacci dei ghiacciai; la sua attrattiva principale è la gigantesca vetrata a mosaico dell’artista Victor Sparre, che occupa l'intera facciata orientale e raffigura il ritorno di Cristo sulla terra.
Poco lontano, ad un chilometro dalla chiesa, ben indicata dai cartelli, ci sarebbe la Fjellheisen, una funivia che in quattro minuti porta sul monte Storsteinen (421 m) dove si trova una terrazza panoramica da cui partono diversi sentieri escursionistici e da dove la vista su Tromsø, le montagne e le isole circostanti dice essere davvero superba (c’è un parcheggio nel piazzale antistante la funivia, N 69.641666 - E 18.984166 dove però vige il divieto di sosta notturna). La cabina parte ogni 30 minuti, il biglietto di sola andata costa 55 NOK, andata e ritorno 105 NOK a persona. Il tempo, anche se ha smesso di piovere, è molto nuvoloso per cui decidiamo di saltare l’escursione e di dirigerci al parcheggio che abbiamo scelto per la sosta.
Questo è presso il teatro Hålogaland , alle coordinate N 69.64331, E 18.94713, a pagamento (27 Nok all’ora fino alle 20.00 e 12 Nok fino alle 6.00 di mattina. Un bel balzello ma qui si paga tutto molto caro e questo ha il vantaggio di essere a 800 metri dal centro, vicinissimo al museo di Polaria. Nonostante si trovi quasi al 70° parallelo, la località gode di un clima mitigato dalla Corrente del Golfo che regala inverni non troppo rigidi, durante i quali è facile assistere al fenomeno delle aurore boreali ed estati gradevoli con giornate lunghissime. Il centro della città sorge sull’isoletta di Tromsoya, nel bel mezzo del fiordo, collegata da due ponti alle zone periferiche che si estendono nella vicina isola di Kvaloya e a Tromsdalen, sulla terraferma.
Visto che non piove, facciamo un primo giro per la città per prendervi confidenza, rimanendo favorevolmente colpiti dalle vie che percorriamo, tanto che rientriamo al camper molto tardi, anche se con la luce che c’è non si direbbe.
5 Luglio 2019 Venerdì
Il resto delle attrazioni cittadine si trova dall’altra parte del canale, nel versante est di Tromsoya: numerosi edifici storici di legno del XX secolo, bei negozi, caffè, ristoranti, gallerie d'arte e parecchi musei interessanti.
Nel frattempo si sono fatte le dieci e ci dirigiamo al Polarmuseet (il museo polare aperto dalle 10.00 alle 19.00), ospitato in un edificio della prima metà dell'Ottocento affacciato sul mare a pochi minuti dal centro e utilizzato in precedenza come deposito doganale. Aperto nel 1978, custodisce su due piani una gran quantità di reperti, indumenti, oggetti, immagini e animali imbalsamati attraverso i quali viene raccontata la storia dell’Artico e dei suoi protagonisti.
Alcune sale sono dedicate alla caccia della fauna nordica quali foche, trichechi, balene e orsi bianchi, dal 1600 ai giorni nostri, mentre altre illustrano le leggendarie spedizioni degli esploratori norvegesi Nansen e Amundsen. Quest'ultimo, famoso anche per aver conquistato il Polo Sud nel dicembre 1911, partì proprio da Tromsø il 18 giugno 1928 per prestare soccorso all’equipaggio del dirigibile Italia, guidato da Umberto Nobile e precipitato fra i ghiacci dell'Artico, ma perì nel tentativo.
Nel cinema del museo vengono proiettati, alternandosi ogni mezz'ora, emozionanti documentari sulle isole Svalbard e sull'aurora boreale, mentre il pezzo forte dell'acquario è rappresentato da alcune foche barbute che due volte al giorno vengono nutrite nella piscina del centro davanti ai visitatori che come noi hanno avuto la fortuna di trovarsi lì a quelle ore.
Accanto al museo c’è la fabbrica di birra Mack (Storgata 5-13), che è possibile visitare, ma che decidiamo di saltare visto che ne abbiamo già visitate un bel numero durante i nostri precedenti viaggi.
Il centro della città, culturalmente molto viva e sede tra l’altro dell'università più a nord del mondo, lo percorriamo tranquillamente a piedi.
Andiamo a visitare la Tromsø Domkirke, la cattedrale protestante, una delle chiese di legno più grandi della Norvegia, edificata nel 1861 (stesso anno di quella cattolica, che si trova nei pressi di piazza Stortorget) in stile neogotico sul luogo di un'antica chiesa del XIlI secolo andata distrutta.
Il costo della visita è di 2 euro a persona, soldi spesi male con il senno di poi dato ciò che offre l’interno. L’esterno invece è molto bello.
Ultima nota, arrivati su Richard Withs Place, piazza dove c’è anche la Chiesa Protestante, se come noi volete provare a mangiare delle bistecche di balena, c’è Emma’s, Kirkegata 8. Non ci hanno entusiasmato, ma comunque sono da provare.
Riprendiamo il nostro viaggio con meta ora l'arcipelago delle VESTERÅLEN (N). Dicono i geologhi che queste isole rappresentano le vette di una catena montuosa sprofondata nel mare e che correva parallela alla catena scandinava attuale, quella che ci si presenta tutta intagliata dai fiordi. Anche le montagne della terraferma stanno pian piano sprofondando: i fiordi non sono altro che valli scavate dai ghiacciai e poi invase dall'acqua.
Prendiamo la E78 e poi la E6 dirigendoci verso l’isola di Senja, la seconda isola della Norvegia per grandezza. Una volta arrivati a FINNSNES (N)(157 Km da Tromso, facciamo una deviazione, che consigliamo caldamente, verso HUSØY (N)(61 Km da Finnsnes), un borgo che viene considerato uno dei più belli dal punto di vista paesaggistico.
La strada che percorriamo, la 861, è estremamente panoramica, anche se la sede stradale molto si restringe tanto che spesso ci sono piazzole per l’incrocio dei veicoli, ma quando giungiamo in vista del paese rimaniamo davvero entusiasti. Ripidi verdi crinali scoscesi che si tuffano in un mare azzurro intenso circondano l’isolotto che, collegato da un basso pontile alla terraferma, ospita il paese con il suo pittoresco porticciolo.
Sostiamo nell’area a pagamento (150 Nok) dove c’è il carico acqua e lo scarico del wc chimico, poco prima di entrare nell’abitato subito prima del molo N69.54395 E17.67105. Questo è un piccolo borgo di pescatori che sembra uscire da un altro mondo, poche case, un emporio sul porto, unico negozio del paese, accanto ad edifici per la lavorazione del pescato. Uno dei villaggi più affascinanti di tutta la Norvegia. Ne percorriamo le stradine scattando molte fotografie, aiutati anche dal tempo che si è rimesso al bello e ci gratifica di un bel sole brillante. È ormai tardi e ci riproponiamo di fare domani una escursione al faro.
6 Luglio 2019 Sabato
Stamani il bel sole di ieri ha lasciato posto ad un cielo nuvoloso e grigio, ma la bassa foschia non cancella la magica atmosfera del luogo. Abbandoniamo l’idea di fare l’escursione e partiamo quindi alla volta di GRYLLEFYORD (N).
Percorriamo i circa 80 km sulla statale 862 che ci separano dalla meta mettendoci però un’eternità perché ci fermiamo continuamente a scattare foto in ogni angolo, tanto è spettacolare il panorama che ci circonda e il cielo plumbeo nulla toglie alla bellezza di quello che vediamo. La strada, che si snoda seguendo quasi sempre la costa, ci mostra una serie di imponenti vette che si innalzano direttamente dal mare e remoti villaggi di pescatori.
Prima dell’arrivo facciamo tappa, per una brevissima sosta a SENYATROLLET (N), un punto ristoro lungo la strada che vanta il Troll in legno più grande del mondo, alto ben 18 metri (N 69.410555 - E 17.26277)
Purtroppo nel parco ci sono lavori di ristrutturazione, ed il troll è inaccessibile e invisibile. Ci consoliamo consumando una bella fetta di torta nel locale adiacente, peraltro molto carino, con sale contigue tutte arredate in maniera differente per far immedesimare i commensali nei vari ambienti a tema.
Arrivati a GRYLLEFYORD ci mettiamo in fila nel parcheggio del porticciolo N69.36308 E17.05203 per salire sul traghetto che porta ad ANDENES (Vesteralen). Il parcheggio è piccolo, calcolato sul numero delle vetture che il traghetto riesce a trasportare in ogni viaggio; noi siamo arrivati alle 14.30 con la partenza prevista per le 15.00 ed occupiamo l’ultimo posto disponibile del parcheggio.
La traversata dura circa 2 ore e, una volta arrivati, notiamo subito il grande faro rosso che fino a pochi anni fa funzionava ancora con l'olio dei capodogli (adesso va con l'elettricità). Ci fermiamo in un parcheggio sterrato ma in piano insieme a molti altri camper, vicino all’imbarco, fronte mare, faro e pescherecci N 69.32378° E016.13296°.
Andiamo subito a fare i biglietti per il Whalesafari (si possono prenotare escursioni in gommone per vedere le foche (wvwv.sealsafari.no) e in motobarca per andare incontro alle balene (www.whalesafari.com), che si trova a circa 600 metri dal parcheggio. Il personale per la prenotazione parla inglese ma ci sono anche dépliant in italiano (si può anche prenotare on-line in italiano). Troviamo posto sulla barca che parte domani alle 17.00 (costo 110 € a persona), e concludiamo la serata facendo un giro per il paese e lungo la costa anch’essa molto bella. Ci colpisce la rigogliosità dei terreni ad erbe spontanee veramente alte, molto più delle nostre (apprenderemo poi che questo è dovuto al particolare angolo di irraggiamento della luce solare a questa latitudine).
7 Luglio 2019 Domenica
Ci svegliamo con calma e facciamo un bel giro per il paese gratificati dal tempo che ci sta regalando un cielo limpido con un caldo sole. Ci presentiamo ben prima della partenza, per accreditarci con il ticket, e prima dl imbarcarci, visitiamo l'interessante museo dove una guida in inglese (a volte ci sono anche guide in italiano) ci illustra la vita delle balene, le varie specie, le loro caratteristiche, l’alimentazione. Le balene vivono dai 40 ai 70 anni, raggiungono i 19 metri di lunghezza e possono rimanere in immersione a 2300 metri di profondità per 40/50 minuti, cibandosi alcune esclusivamente di plancton e piccoli crostacei, altre di pesci e di calamari giganti, per poi emergere a prendere aria e riposare.
Alle 17.00 partiamo: siamo a bordo di un moderno peschereccio dotato di apparecchio che capta il segnale che le balene lanciano per orizzontarsi e trovare le prede, quindi il capitano è in grado di seguirle fino a che non emergono e anche di avvisarci quando si immergono per riuscire a vedere il famoso colpo di coda. Vederle da vicino è un'emozione unica anche se, per tutelarle, la barca deve rimanere a notevole distanza da loro. Durante il viaggio vengono offerti tè, caffè e latte bollenti con biscottini per riprenderci dal freddo, anche se a causa del forte rullio della nave ben pochi coraggiosi approfittano del servizio (se non si vedono balene viene riproposto gratuitamente un nuovo giro il giorno successivo o rimborsato il biglietto, ma l’avvistamento è praticamente scontato).
Rientriamo soddisfatti verso le 19.30 avendo visto ben quattro balene e decidiamo di fermarci qui e riprendere il viaggio domani mattina.
8 Luglio 2019 Lunedì
Dopo aver fatto un salto al locale panificio per acquistare alcuni dolci che consumeremo stasera, partenza alla volta delle LOFOTON, le più belle isole Norvegia. Non facciamo la statale 82, la strada principale, ma prendiamo la secondaria 976 che percorre la costa ovest dell’isola; qualche chilometro più lunga, ma panoramica, che tocca i paese di STAVE-BLEIK (N) dove una splendida spiaggia bianca ci gratifica di un paesaggio da cartolina. Dopo essere ritornati sulla 82, invece di dirigersi verso Melbu per il traghetto, ci immettiamo sulla E10.
A SORTLAND (100 Km da Andenes) ci fermiamo ad una stazione di servizio N 68.70466, E 15.41386 dove si può scaricare sia il wc chimico che le reflue gratuitamente. Dopo aver attraversato il lungo tunnel Sløverfjordtunnelen (6,8Km), entriamo nelle Lofoten, maestose, molto verdi con fiordi e acqua limpidissima, di un verde smeraldo magnifico.
Prima fermata a SVOLVÆR, il capoluogo delle Lofoten, sulla costa meridionale di Austvàgoy, rivolta verso il continente (prima di arrivare in paese c’è un ottimo punto sosta con belvedere alle coordinate N68.315833 - E14.715555). Dato che ci fermeremo solo poche ore, utilizziamo il Parcheggio della Cooperativa Mega N 68.234166 - E 14.559444 (l’area di sosta con tutti i servizi è vicino al porto, ad 1 Km dal centro, N 68.22735, E 14.55933, 300 Nok-31€).
Dinamico centro portuale che conta oltre 4.000 abitanti, il paese conserva l'originario insediamento di Svinoya ed è sovrastato dalla Svolvrrgeita, vetta per scalatori, violata per la prima volta nel 1910.
Passeggiamo lungo il molo del porto turistico, fra i negozietti del piccolo nucleo storico, andando a curiosare alla reception dello Svinøya Rorbuer, la cui annessa bottega era l'antico emporio del quartiere, rimasto quasi intatto dal 1828: ci sono ancora l'antica cassa in ferro, le insegne dei bei tempi andati e l'immancabile stoccafisso in scatola per chi vuole fare compere. Ci attirerebbe anche fare un salto al Magic Ice, un ex impianto di congelazione del pesce diventato bar dove i drink vengono serviti in bicchieri di ghiaccio.
Parcheggiamo nello spazio adiacente al museo Lofotmuseet N 68.207777 E 14.45388 fermandoci qui per la notte, in attesa della visita di domani.
9 Luglio 2019 Martedì
Aspettiamo l’ora di apertura del museo (10.00), paghiamo le 100 Korone a testa del ticket ed iniziamo la visita. Questo museo illustra le condizioni di vita dei pescatori del 800 fino alla metà del 1900 in quegli stessi edifici che poi sono diventati il museo di oggi.
La panetteria, lo spaccio, la rivendita di liquori, le fucine dei fabbri procuravano tutto il necessario alla vita quotidiana dei pescatori, che abitavano in case di legno con il tetto di assi o di zolle d'erba. Tra quegli edifici oggi dismessi, entriamo con curiosità, l'esempio più interessante di architettura ottocentesca al servizio delle attività ittiche e che più ci colpisce, è un'originale skrouaba del 1797, divisa in due ambienti: nel primo si stivavano reti e attrezzi da pesca, mentre nella stanza interna, adibita a cucina e soggiorno, vivevano fino a dieci o dodici uomini, con tutto l'equipaggiamento necessario per la stagione. Nella vicina rimessa si trovano alcuni esemplari di vecchie imbarcazioni del Nordland, come una ben conservata fembeding del 1860, capace di trasportare fino a sei pescatori, e una finoring, la più comune barca da pesca delle Lofoten, anch'essa risalente al XIX secolo.
Se siete fortunati come è successo a noi, nella fucina, un fabbro dei nostri tempi a volte è presente per far vedere e spiegare le tecniche di forgiatura degli attrezzi utilizzati per la pesca.
Accanto alla biglietteria del complesso è situata la casa padronale, costruita nel 1815, che fa bella mostra di arredi e oggetti dell'epoca. Vi risiedeva il nessekonger, ricco mercante che tirava le fila di questa assai remunerativa attività, dato che lo stoccafisso già nel Medioevo costituiva il principale prodotto delle isole. Il suo potere era quasi assoluto: era lui che affittava le case e le rastrelliere d'essiccazione ai pescatori, i quali erano obbligati a vendergli il frutto delle loro fatiche, naturalmente a un prezzo stabilito dal compratore. Gli introiti erano assai miseri, ma venivano compensati da ogni sorta di assistenza che in quei tempi di grande povertà non era da sottovalutare.
10€ per la visita a questo museo sono stati davvero ben spesi.
Prima di tornare al camper, imbocchiamo il sentiero ben segnalato, che in un paio di chilometri ci porta al centro di KABELVÅG (N). Il paese è molto piccolo ma è un piccolo gioiello immerso tra mare e montagna. Percorriamo il molo ad immortalare il superbo panorama, e poi ci rechiamo nella grande piazza del piccolo paese ad ammirare le ormai familiari case in legno.
Riprendiamo poi il nostro viaggio, ma prima di lasciare questa isola una visita imperdibile che va assolutamente fatta è HENNINGSVÆR (N), 20 Km da qui, che si raggiunge tramite la statale 816. Una volta effettuata la deviazione dalla statale per il borgo, si entra letteralmente in un altro mondo. Sembra di essere nei Caraibi per i colori dell’acqua e per la superba spiaggia bianca affollata di bagnanti che fanno il bagno e che ci fanno provare un po’ di invidia. I pochi chilometri che ci separano dal paese sono un festival di emozioni; tutti gli slarghi disponibili della stretta strada vedono macchine o camper parcheggiati per gli immancabili scatti fotografici.
10 Luglio 2019 Mercoledì
Seguendo le indicazioni che si trovano sul luogo, facciamo una passeggiata di circa 1 Km che, attraverso un’area faunistica protetta, a ridosso sul mare, ci conduce a un’enigmatica opera dello svizzero Markus Raetz; una testa di ferro e granito che assume 16 differenti forme a seconda di come la si guarda. Un’opera strana ma simpatica da vedere.
Dato che la stagione ci consente poco altro, riprendiamo la nostra strada con il camper ritornando sulla E10 fino a BORG (N)(10 Km) dove andiamo a visitare il museo vichingo (www.vikingmuseet.no 200 NOK)- N 68.245555 - E 13.7575. In cima ad una collina, ben visibile dalla E10, svetta un’immensa costruzione a forma di barca rovesciata lunga 85 metri che riproduce fedelmente le antiche abitazioni del popolo nordico.
All’interno sono riprodotti usi, costumi e mestieri dell’epoca ed alcuni reperti rinvenuti durante le campagne di scavo tra il 1999 e il 2002. Sia il salone da pranzo che la stanza da letto sono stati ricostruiti nei minimi dettagli, fino alle decorazioni originali fatte a mano. Oltre al salone da pranzo, il museo offre mostre moderne che raccontano la loro storia millenaria, con audio guide in sei lingue, compreso l’italiano, utilizzando il proprio telefonino unito a della cuffie da loro fornite, per farci conoscere la storia vichinga, insieme a film e reperti archeologici unici. Da qui poi si prosegue lungo un sentiero di un chilometro e mezzo che porta alle fondamenta di Borg III, grande casa ad unico ambiente lunga 40 metri. Scesi sul mare c’è la Gokstadskip, riproduzione a grandezza naturale di una nave vichinga dove se il tempo e bello, ci si può anche imbarcare per una gita a colpi di remi.
La tappa successiva, che affrontiamo dopo pranzo, è a STAMSUND (N), per andare a vedere un villaggio fatto quasi interamente delle caratteristiche case rosse.
Ci piazziamo in piazzola, ci colleghiamo alla corrente e speriamo che all’indomani tutto possa essere risolto.
11 Luglio 2019 Giovedì
Ma questa volta non ci fidiamo del verdetto e ci facciamo indicare l’elettrauto più vicino, che raggiungiamo dopo pochi chilometri. Qui acquistiamo una nuova batteria da 100 a/h che rimonto personalmente per risparmiare sulla manodopera che so essere particolarmente alta in questo paese (se anche fossi ricorso all’assistenza comunque avrei dovuto sostenere la spesa del ricambio più la manodopera).
Il tutto risulta andato a buon fine, il camper riparte come nuovo e buon per noi che abbiamo risparmiato sul lavoro visto che il conto della nuova batteria ammonta alla bella cifra di 480€.
Ripartiamo il viaggio più sereni ma anche più leggeri e, visto che siamo in zona, decidiamo di fare un salto a MORTSUND (N)(N68.08405 E13.63622), per andare a fare alcune foto alle famose case rosse di questo paese di ex pescatori, immerse in una natura fantastica.
Dopo aver pranzato in loco, riprendiamo il nostro percorso verso sud; percorriamo un tunnel sottomarino di 1780 metri e, dopo una deviazione di 6 Km dalla statale E10, arriviamo a NUSFJORD (N), andando ad utilizzare per la sosta il parcheggio prima dell’ingresso in paese, ben segnalato, N 68.03457, E 13.34662.
Per entrare in questo pittoresco paesino da fiaba si paga un biglietto di ingresso di 100 nok a persona, che ci lascia un po’ perplessi, ma dato che la fama di questo posto ci è ben conosciuta, decidiamo di sottostare al balzello.
Visitiamo il villaggio costruito su palafitte che corre lungo tutto il contorno del fiordo, il porticciolo con le Rorbru, tipiche casette rosse su palafitte, che oggi dismesse dal loro uso di abitazione per pescatori, vengono affittate ai turisti per le vacanze. Visitiamo lo stabilimento dell'olio di fegato di merluzzo, con presentazione audiovisiva, la casa galleggiante rossa, la segheria, la stanza dove veniva e ancora oggi viene affumicato il pesce: sotto questa stanza c'è un camino dove ancora oggi si mettono a bruciare i rami di ginepro, dopodiché attraverso un foro il fumo arriva nella stanza affumicando il pesce.
Ci facciamo anche una buona scarpinata di 2 Km per andare a raggiungere il piccolo faro che si vede all’imbocco del fiordo. Nonostante qualche saliscendi, il percorso non è impegnativo e all’arrivo si viene ripagati da un panorama spettacolare.
È davvero un paesino da fiaba e lo lasciamo soddisfatti nonostante il balzello dell’ingresso.
Ritorniamo sulla E10 e prendiamo la direzione per REINE (N); prima di arrivare a Ramberg la costa inizia a mostrare un paesaggio caraibico ricco di lunghe spiagge bianche che ci costringono a fermarci in un punto panoramico (N68.10361 E13,28408,), fronte mare, nei pressi di Flakstad, per andare a passeggiare sulla battigia in compagnia di un buon numero di altri turisti.
La bella giornata di sole ci invoglia a restare per molto tempo su questa spiaggia e, solo a malincuore. decidiamo di riprendere il cammino.
12 Luglio 2019 Venerdì
La mattina ci gratifica di un bel sole e, con questo come compagno. ci spostiamo di 4 Km fino a REINE (N). Qui alle coordinate N67.93468 E013.088180 c,è un’area di sosta a pagamento, ma noi, appena imboccato il bivio che porta al paese, notiamo un parcheggio prima del ponte, con già camper in sosta, e decidiamo di fermarci qui. Affrontiamo quindi a piedi gli 800 metri che ci separano dal centro del paese godendo di un bel panorama. Reine è una bella cittadina caratteristica con le sue tipiche casette rosse su palafitte, considerata uno dei più bei villaggi della Norvegia. A noi è piaciuto soprattutto l’ambiente naturale in cui la cittadina sorge; il classico panorama da cartolina che ti invita a goderti la splendida giornata di sole girando per le sue vie senza una meta precisa.
La tappa successiva è ad Å (N), 10 Km, piccolo ma meraviglioso paesino che si trova alla fine dell’isola (il suo nome rappresenta infatti l’ultima lettera dell’alfabeto norvegese). All'ingresso del paese, subito dopo l'ultima galleria, sulla sinistra c'è un grande parcheggio gratuito vista mare, dove è anche possibile pernottare sempre in compagnia di tantissimi camper N 67.879722 - E 12.9775.
Dal parcheggio un sentiero porta dritto nel centro abitato, che è organizzato come un museo all'aperto. Il villaggio è tutto pedonale e gli abitanti. che un tempo vivevano di pesca. ora devono il loro reddito al fiorente turismo che si è creato.
Se si vuole vedere alcune delle case e degli esercizi commerciali come erano al tempo in cui l’unica attività del posto era la pesca, si paga un biglietto per visitare questo villaggio/museo: c’è una rimessa per le barche con reti e attrezzi da pesca di ogni tipo, la ricostruzione dell'antica casa del pescatore, un vecchio panificio ancora funzionante, la bottega di un fabbro e, anche qui, una fabbrica di olio di fegato di merluzzo. Ci sarebbe da visitare anche il museo dello stoccafisso, dove vengono illustrate in un opuscolo in italiano tutte le fasi della lavorazione e l'utilizzo dei macchinari usati, ma decidiamo di saltarlo. Preferiamo fare una bella passeggiata sulle dolci colline circostanti per godere ancora appieno di questo magnifico panorama.
Pranziamo qui in camper prendendo la decisione di non tornare sulla terraferma tramite il traghetto che parte a 6 Km da qui, all'imbarco di Moskenes ferryport, direzione Bodø.
Le Lofoten ci sono rimaste nel cuore, e così ritardiamo la partenza con la scusa di andare ad imbarcarsi a SVOLVÆR (N) (130 Km da qui) per poter ripercorrere alcuni tratti di costa già fatti all’andata. Sempre complice la splendida giornata, gironzoliamo e ci fermiamo lungo il percorso così tante volte che arriviamo al molo quasi alle 21.30 con la nave che sta per attraccare (la partenza è prevista per le 22.00).
All’ora precisa ci imbarchiamo (1076 Nok circa 110 euro per un camper + 2 persone). La traversata è bellissima perché la nave passa in mezzo alle numerose isolette che si trovano tra qui e la terraferma ed in più fa scalo anche alla vicina isola di Skrova regalandoci ancora l’emozione di un passaggio in uno stretto canale.
Alle 00.20 arriviamo a SKUTVIK (N) e, subito dopo sbarcati, nonostante l’ora, decidiamo di percorrere ancora un centinaio di chilometri per avvicinaci alla tappa di domani, anzi di stamani, dove dovremo essere ad un’ora ben precisa.
Ci fermiamo a dormire presso l’area di sosta di TØMMERNESET (N)(N67.90013 E15.85666), con tutti i servizi di carico e scarico, compresa la corrente elettrica, gratuita. Subito a letto, perché domani la sveglia suona presto.
13 Luglio 2019 Sabato
In questo posto si incrociano lo Skjerstadfjgorven e il Saltfjorden, due fiordi dove quando cambia la marea, 4 volte il giorno, 400 milioni di metri cubi di acqua si riversano dal mare dentro questo stretto canale di 150 metri di larghezza e lungo 3 Km, alla velocità di quasi 40 Km orari, formando dei gorghi spettacolari. Da internet avevamo visto che l’arrivo della alta marea di oggi è previsto per le 10.40 e quindi per quell’ora dobbiamo essere in zona. Arriviamo per tempo nell’area di sosta appositamente creata per permettere ai molti turisti che qui si riversano di vedere il fenomeno.
Questa è allocata sotto un ponte alle coordinate 67.232791/014.620193, che troviamo già molto occupata. Con molti altri turisti ci posizioniamo presso la riva del canale di ingresso dei due fiordi in attesa dell’evento.
Grandissima delusione. Del famoso gorgo che doveva raggiunge la dimensione di più di 40 metri di diametro neanche l’ombra. Solo qualche gorghetto che avrei benissimo potuto osservare stando comodo nella mia vasca da bagno.
La mia delusione è condivisa anche dagli altri spettatori ma poi, tramite alcune parole con i pescatori che numerosi si trovano su queste rive, veniamo a conoscenza che il fenomeno, che pure è frequentissimo, dipende molto anche dalla pressione, dalla posizione della lune e dalla temperatura e che ci sono alcune giornate no, rare secondo loro, dove il fenomeno non si avverte.
Questi ci invitano a visitare un locale vicino al parcheggio, che oltre che da ristorante e bar funge anche da cinema, dove tutte le ore viene trasmesso un filmato che mostra il fenomeno in tutto il suo splendore. Ma noi tra delusione e stanchezza per aver dormito poche ore, decidiamo di snobbare la struttura e levare le tende.
Riprendiamo il nostro cammino che deve avvicinarci alla nostra prossima tappa: TRONDHEIM (N), a più di 650 Km da qui.
Seguiamo la E6, con il tempo che da nuvoloso come era tende ad un bel sole, anche se ci sono sempre delle nuvole in cielo. Il paesaggio cambia e si apre in una prateria con montagne basse piene di neve che si avvicinano a noi man mano che saliamo di quota fino ad arrivare, 40 km dopo il paese di Storjord, al Circolo polare Artico, un grande piazzale pieno degli innumerevoli camper che hanno sempre accompagnato il nostro viaggio! Si parcheggia al posteggio dedicato dove è possibile anche passare la notte N 66.5500 E 15.321111. Visita al grande negozio e acquisto di souvenir!
Obbligatorio la cartolina postale con il timbro del circolo polare (tutto molto caro)! Poi passeggiata per andare a fare la "torre" di sassi che memorizzerà il nostro passaggio! (Ce ne sono a centinaia).
Il sole è caldo ed indugiamo in loco prima di riprendere il viaggio, d’ora in poi gradualmente torneremo ad avere il buio nella notte e ciò insinua già in noi un po’ di nostalgia.
Durante il percorso sulla E6, l’arteria principale della Norvegia, che da Oslo porta a Kirkenes, si incontrano molti cantieri che stanno ridisegnando il percorso: due pezzi di strada già terminati sono a pagamento, immaginiamo che prima dell’arrivo dell’inverno lo sarà quasi tutta.
Passato il paese di MO I RANA (N), decidiamo di fare sosta presso l’area Elsfjord alle coordinate N66.4878 E13.6112. Stanchi per la giornata ci ritiriamo abbastanza presto.
14 luglio 2019 Domenica
Lungo la strada ci fermiamo a scaricare il chimico e a fare rifornimento d’acqua presso una stazione di servizio a Levanger alle coordinate N 63.71798, E 11.22735 gratuito.
Facciamo una deviazione dalla E6 per andare a visitare il Museo Nasjonale Kultursenter di STIKLESTAD (N) fermandoci nel suo grande parcheggio (N63.795277 E11.559722”).
Questo per i Norvegesi è uno dei siti più famosi, in quanto sorge nel luogo dove morì il re Norvegese Olav Haraldsson, martire e santo della fede cristiana e che oggi dà il nome ad un cammino sullo stile di Santiago di Compostela, che si snoda su un percorso di 900 Km da Oslo a Trondheim. In questo centro vengono raccontati gli avvenimenti della sua vita, in particolare la battaglia nella quale morì, anche con l’ausilio di strumenti multimediali.
Noi siamo venuti per visitare la chiesa in pietra del 1500, ricostruita sul luogo dove si presume sia caduto il re e dove in precedenza sorgeva l’originale chiesa del 1130. È la prima di un certo spessore che visitiamo qui in Norvegia e possiede all’interno diversi dipinti del 1500. La chiesa in sé stessa è davvero molto bella.
Da non perdere poi la visita a cielo aperto di circa 30 edifici storici sempre su questo sito, che vanno dall’umile podere alle botteghe degli artigiani, fino alla Molana, una fattoria signorile davvero notevole. Il tutto è impreziosito dal fatto che diversi edifici sono animati da figuranti in costume d’epoca. Tutto veramente ben fatto e piacevole.
Ripreso il viaggio decidiamo di non arrivare a Trondheim, ma ci fermiamo a dormire a circa 40 Km dall’arrivo, all’area di sosta gratuita di STJØRDAL (N) (N63.49061 E10.8819), completa di tutti i servizi.
15 Luglio 2019 Lunedì
Ci svegliamo di buon'ora con un tempo che promette pioggia. Arriviamo a TRONDHEIM (N), terza città della Norvegia per dimensioni e una delle più antiche della Scandinavia. Ci sono varie alternative per la scelta della sosta in città: il campeggio più vicino è il Flakk Camping, sul mare (Flakkvegen 49, Bosberg; a circa 10 Km dal centro sulla strada 715 –www.flakk-camping.no) N63.44510 E10.19310; collegato alla città dal bus 56 che copre il tragitto verso la città più volte al giorno,o un’area attrezzata, alle coordinate N63.4385 E10.4202, a 3 Km dal centro, con tutti i servizi compresa l’elettricità, a 250 nok al giorno.
Noi che non sapendo se ci fermeremo per la notte, ci dirigiamo verso il parcheggio della Katedralskole, dove l’estate viene permesso ai visitatori che giungono a Trondheim di parcheggiare nel piazzale della scuola a 100 nok dalle 7.30 alle 21.00 (coordinate N63.426944 E10.399166). Chi poi ha intenzione di fermarsi fino al giorno dopo può facilmente spostarsi al parcheggio molto tranquillo e sicuro N 63.42630, E 10.38196 del campo sportivo Oya Stadium, vicino all’università e all’ospedale, che costa 23 Nok all’ora dalle 8.00 alle 20.00, ma che è gratuito di notte).
Il vantaggio del parcheggio della Katedralskole è che si trova a 50 metri dall’ingresso della cattedrale gotica di Nidaros.
Ed è proprio da questa cattedrale che iniziamo la nostra visita della città. L’ingresso avviene tramite il pagamento di 110nok, ma si può fare un biglietto cumulativo per visitare anche il palazzo arcivescovile (200nok). Il pezzo forte della cattedrale è sicuramente la facciata dove sono collocate più di 60 statue; ma anche gli interni, fortunatamente ben illuminati perché molto bui, sono raffinati e poderosi; la cattedrale, più volte ricostruita a causa di incendi e rimaneggiata, è interamente in pietra, unica in Norvegia ed è da molti considerata la più bella chiesa della Norvegia, oltre ad essere l’unica che vanti una nascita medievale. È in questa chiesa che dall’indipendenza fino al 1904 furono incoronati i sovrani norvegesi.
A fianco sorge il palazzo dell’arcivescovo, con due musei compresi nel biglietto cumulativo, dove si possono ammirare i gioielli della corona norvegese e i reperti trovati durante il restauro della cattedrale oltre ad alcune delle statue originali che facevano parte della facciata della cattedrale (quelle che vi si trovano ora sono tutte delle copie).
Percorrendo la strada principale, la Munkegata, si arriva alla piazza principale della città con il monumento in bella vista del suo santo Olav. Al numero 23 si ammira lo Stifsgarden, ovvero uno dei palazzi Reali, edificio interamente in legno, che viene utilizzato come residenza dalla famiglia Reale quando è a Trondheim.
La giornata è piovosa, ma non ci impedisce di continuare la nostra visita. All’ora di pranzo vi consiglio di fare una tappa al mercato del pesce, Ravnkloa, con vendita sia di pesce fresco che di piatti già pronti che si possono gustare, a buon prezzo, direttamente in pescheria: dai sandwich ai gamberetti alle crocchette di pesce, alle zuppe e alle cozze. Da leccarsi i baffi.
Con una passeggiata nel centro storico scopriamo la bella chiesa di Nostra Signora, dove rimaniamo piacevolmente sorpresi per essere accolti con una bevanda calda, preparata in una cucina che si trova proprio all’ingresso della chiesa stessa, ed il quartiere Bakklander, dai pittoreschi edifici colorati molto particolari perché su palafitte e ancora abitati; un tempo erano i magazzini del XVII e XVIII secolo, affacciati sul canale ora tutti ristrutturati. Da qui attraversiamo il Gamle Bybro, il vecchio ponte cittadino, per dirigerci, sempre con l’ombrello aperto, alla fortezza Kristiansen da dove entrando nel parco si gode di un bello scorcio sulla città nonostante il tempo (da segnalare che per arrivarci c’è da fare una breve ma ripida salita, dove si trova una curiosa funivia per biciclette che cattura l’attenzione di tutti i turisti).
Segnalo che alla fortezza si può salire anche in camper parcheggiando nell’ampio piazzale, dove non si può però sostare di notte, alle coordinate N63.42611- E10.3825 .
Passeggiamo nella Torget, (piazza principale), al centro della quale si erge un monumento a Olav I, fondatore della città, e dove tutti i giorni si tiene il mercato di frutta e verdura.
Intanto continua a piovere e, terminata la visita della città, decidiamo di ripartire con il camper. Riprendiamo la E6 in direzione di OSLO (N) per andare a fare sosta per la notte nei pressi di OPPDAL (N), in un area di sosta dietro un distributore che fornisce gratuitamente anche la corrente oltre ai servizi igenici.
16 Luglio 2019 Martedì
Si percorrono 12 ponti spettacolari, costruiti in mezzo al mare, che collegano isole e isolotti, sono 8 Km di strada con panorama stupendo. Ci si può fermare nelle piazzole, studiate per godere del fantastica vista che la bella giornata esalta. Questa strada, che si snoda da un'isola all'altra, è da molti definita come il tratto stradale più spettacolare del mondo.
Inutile dire che per percorrere questi pochi chilometri abbiamo impiegato più di tre ore; molte sono state le fermate con varie escursioni sui promontori adiacenti per cogliere ogni possibile sfumatura del paesaggio.
A VEVANG (N) dovremmo continuare sulla 64 in direzione MOLDE (N), ma preferiamo prendere la 664 in direzione Bud per continuare a percorrere la bella costa che ci regala ancora scorci notevoli.
In serata arriviamo a MOLDE (N)(86 Km), la città delle rose, così chiamata per via dei suoi giardini, che in effetti notiamo rigogliosi nell’attraversarla. Ci dirigiamo verso il parcheggio a pagamento dietro una stazione di servizio, N62.733611 E7.141666, dove si trova anche il carico e lo scarico acqua e wc, (il parcheggio dalle 17:00 alle 8:00 di mattina è gratuito), e da dove con quattro passi si arriva in centro. Lo troviamo però pieno di camper e auto. L’area di sosta si troverebbe a 5 Km N 62.74923, E 7.13024, (gratuita); ma preferiamo invece andare sul belvedere di Varden da dove si domina l’intera città.
Sono 6 km di salita, su strada in parte non asfaltata, di cui gli ultimi 2 davvero impegnativi costringendomi a tenere sempre inserita la seconda marcia, ma arrivati al grande piazzale sterrato (N62.748333 E7.14000), lo sforzo è valso la candela. Il panorama è bellissimo e lo sguardo vaga dalla città sotto di noi fino alla costa lontana dove domani traghetteremo.
17 Luglio 2019 Mercoledì
La mattina inizia con il solito cielo nuvoloso, ma poi si metterà decisamente al bello come ci è capitato spesso in questa vacanza. Andiamo al porto e ci imbarchiamo per VESTNES (N) (430 nok per 30 minuti di traversata). A bordo ci concediamo una prelibatezza: uno sveele, tipico dolce di queste parti lievitato con sale ricavato dalle corna di cervo e farcito con una specie di formaggio scuro chiamato Brunost.
Se la descrizione può farvi storcere la bocca vi assicuro che il sapore è veramente ottimo; tanto che poi compreremo questo formaggio in un supermercato per mangiarlo con dei biscottini dolci durante tutto il resto del viaggio.
Sbarcati prendiamo la E39, in direzione ÅLESUND (N), città fondata nel 1793, uno dei porti più importanti della Norvegia, situata nella contea Møre og Romsdal, all'imbocco del fiordo di Stor.
Ålesund (74 Km di strada dal traghetto) si estende su tre isolette di cui le due principali sono collegate da un ponte. Essendo costruita tutta in legno, il 23 gennaio 1904 molti edifici furono distrutti da un incendio. Gli abitanti si diedero da fare per la ricostruzione, che avvenne in pochi anni, (ma in muratura) in stile art nouveau anche grazie a donazioni europee. Dato le difficoltà di parcheggio, ci dirigiamo alla bella area di sosta a pagamento, in riva al mare, vicinissima al centro, con servizi igienici, carico e scarico acque e docce calde N62.47581 E6.16047 (25 nok all’ora, o 250 nok per 24 ore).
Paghiamo per restare 4 ore e ci accingiamo a visitare la città.
Il centro storico occupa una penisola rocciosa a forma di amo e, poiché non era ampliabile in alcun modo, i nuovi abitanti che qui arrivavano si sono via via distribuiti sulle isole vicine a lei collegate da ponti.
La città e molto carina, dissimile da quelle viste fino ad ora, con molti punti che catturano davvero l’attenzione. Dopo la visita del centro, ci apprestiamo a dirigerci verso il punto panoramico sopra la città, la collina di Aksla, che si raggiunge con un percorso pedonale di 418 gradini, da dove si gode di una vista stupenda (il belvedere si raggiunge anche tramite strada con il camper, ma consiglio di fare la camminata a piedi, perché durante la salita si gode di alcuni punti panoramici imperdibili).
Arrivati in cima ci viene da ridere. La terrazza panoramica di un bar che domina il panorama della città sottostante, chiede 30 nok di accesso per godere della vista. Anche per questo consiglio di fare la salita a piedi.
Ripreso il camper torniamo indietro per 108 Km fino ad ÅNDALSNES (N), da dove parte la mitica e tortuosa Strada dei Troll, statale 63. Prima di affrontarla ci dirigiamo alla stazione ferroviaria in Jernbanegata, dove avevamo letto su internet che c’è una - Cappella completa in una carrozza ferroviaria di un treno. - In effetti la carrozza c’è ma è chiusa e quindi niente visita.
E allora via per la mitica statale 63 verso il famoso passo dei troll. Questa strada è una delle attrazioni più spettacolari e visitate della Norvegia: prima di iniziare la salita facciamo le classiche foto di rito al cartello "Pericolo Troll", che si trova poco prima dell’inizio dei tornanti, che si dice sia l'unico cartello stradale di questo tipo di tutta la Norvegia. La strada è abbastanza stretta, con 11 tornanti e con pendenze che sfiorano il 10 per cento, il dislivello creato da un ghiacciaio ormai scomparso. La Strada dei Troll - che viene aperta solo durante i mesi estivi - fu inaugurata nel 1936 dopo otto anni di lavori, resi ancora più faticosi dalle difficili condizioni del territorio, e con i suoi tornanti sale dal livello del mare a più di 850 metri di altitudine.
Bellissima la cascata STIGFOSSEN (N) che lambisce il fianco della montagna, verso la valle di Isterdalen: qui c’è un piccolo slargo sul lato destro che permette una breve sosta per fare foto, ma lo troviamo occupato da molte auto e non ci possiamo fermare. Arrivati in cima parcheggiamo nel piazzale dove si trova un negozio di souvenir ed un ristorante. Ci sono i servizi igienici ed il parcheggio è molto grande tanto che inviterebbe alla sosta notturna, ma molti cartelli con espliciti disegni vietano tale possibilità. Tramite un breve percorso pedonale ci dirigiamo su due spettacolari terrazze panoramiche, le Utsikten, da dove si può ammirare il panorama e gli 11 tornanti appena percorsi. Le montagne che circondano la Trollstigen, che si trova nel centro del Romsdal, sono enormi e bellissime. Davvero uno spettacolo superbo e imperdibile.
Dopo aver nutrito gli occhi e osservato le difficoltà che incontrato i grandi mezzi quando ne incrociano un altro, dato i cartelli di cui detto sopra, percorriamo i 2,5 Km che ci separano da un bel parcheggio sterrato che si trova ai piedi di splendide montagne (N62.4324 E7.6575); ci fermiamo qui per la notte, in buona compagnia di numerosi camper.
18 Luglio 2019 Giovedi
Ci svegliamo con uno splendido sole che ci fa indugiare a scattare altre fotografie. Il viaggio poi prosegue verso VALDALL (N): la strada ora è molto dolce, non ripida e senza tornanti, l'ultimo tratto prima dell'abitato è disseminato da coltivazioni di fragole, con parecchia gente impegnata nella raccolta, tanto che questa vallata è detta anche la valle delle fragole. Ci sono molti banchetti che vendono il prodotto e anche noi ci fermiamo ad acquistarle (le consumeremo per cena e devo dire che sono davvero ottime).
Prima di arrivare a Valdall facciamo una breve sosta per vedere la gola di GUDBRANDSJUVET (N), N62.33083 - E7.470555 (circa 50 Km da Andalsnes) con l’omonima cascata, che si è scavata il percorso nella roccia e sopra la quale si passa con una comoda passerella che attraversa il bosco ad alcuni metri di altezza. È uno spettacolo nello spettacolo, con un gran numero di macchine e pullman che a volte rendono difficile la sosta (qui facendo un’escursione nei boschi abbiamo anche raccolto un buon numero di mirtilli che consumeremo con le fragole).
Arrivati a Valdall (20 Km) proseguiamo per prendere l’ennesimo traghetto a LINGE (N) (N 62.28444 - E 7.18694, partenze ogni 30 minuti, che in 10 minuti di traversata al costo di 236 Nok ci fa sbarcare a EISDAL (N).
Superato il Norddalsfjord, si sale di nuovo fino ad affacciarsi su uno dei pochi siti naturalistici, al mondo, che hanno avuto l’onore di essere inclusi nel patrimonio Unesco. Lungo circa 15 Km e stretto tra pareti inaccessibili da cui precipitano cascate che sembrano uscite dalla matita di un disegnatore, il Geirangerfjord è il fiordo dei fiordi. Ci fermiamo su una terrazza panoramica, imprescindibile non fare sosta, per godere di uno scorcio sul fiordo (N 62.12583 – E 7.1677), che scopriremo essere quello riportato sulle locandine che pubblicizzano le crociere in Norvegia.
Ci fermiamo anche a pranzare e dopo proseguiamo per la Ørnevegen, strada 63, la strada delle Aquile. Se pensate che il passo dei troll sia stato impegnativo, questo allora è superlativo. Si inizia a scendere con una pendenza costante del 10% che mette a dura prova i freni nei suoi 11 tornanti fino a raggiungere GEIRANGER (N). La strada è ripida e con tornanti stretti, ma a ogni curva il panorama è mozzafiato.
Arrivati a GEIRANGEN (N) 25 km da Eisdal, parcheggiamo gratuitamente nel piazzale affollato di camper, davanti al centro del paese, di fianco al campeggio N 62.10055 E 7.20611 e andiamo a fare una passeggiata per visitare il paese, che troviamo abbastanza insignificante essendo troppo commerciale, pieno di negozi per turisti. Ma l’attrazione principale qui è il fiordo, lungo 16 km, con le montagne che lo circondano, alte fino a 1500 metri.
Andiamo a prenotare l’escursione, che parte diverse volte al giorno, ma l’ultima di oggi disponibile, quella delle 17.00, è al completo. Siamo costretti a prenotare la prima di domani, quella delle 8.45 (400 nok a persona), anche se ci dispiace molto dato che oggi è una giornata bellissima e le previsioni di domani danno nuvolo. Trascorriamo il pomeriggio visitando la fragorosa cascata del paese, che è possibile risalire grazie ad una scalinata costruita al suo fianco e passeggiando lungo le rive del fiordo.
Passiamo la notte nello stesso parcheggio dove abbiamo posteggiato quando siamo arrivati, anche se c’è un cartello con scritto no camping. Per una volta decidiamo di ignorarlo, visto che ci sono altri camper che sembrano intenzionati a passare qui la notte come noi.
19 Luglio 2019 Venerdì
Nottata tranquilla, con qualche scroscio di pioggia. Ci alziamo con un cielo grigio ma per fortuna senza pioggia. All'ora stabilita siamo al molo per iniziare l’escursione.
Il traghetto parte da Geiranger verso Hellesylt; a bordo veniamo forniti di audio speaker in italiano che ci spiegano quello che stiamo vedendo e raccontano la storia del fiordo, con molti riferimenti anche sulla vita della popolazione locale e sulle loro condizioni durante l’inverno; tutto davvero ben fatto. Nonostante il tempo grigio e successivamente la pioggia, il viaggio, che dura 1,5 ore, è spettacolare: il traghetto rallenta nei punti di maggiore interesse, non si vedono abitazioni ma solo fattorie utilizzate fino al secolo scorso e, ora abbandonate, destinate alla coltivazione di frutta. Ci rendiamo conto di quali dovessero essere le condizioni di vita in un ambiente sì così bello ma altrettanto difficile. L’unico accesso possibile era risalendo i pendii che ripidi si ergono dalle acque del fiordo. Ci viene mostrata la strada delle Aquile, prima della sua costruzione Geiranger era irraggiungibile via terra nei mesi invernali, e le cascate più famose, le Sette Sorelle, per via dei sette rivoli di acqua, il Pretendente e il Velo da Sposa.
Una bella escursione.
Tornati al molo prendiamo il camper per percorrere la statale 63. Il programma avrebbe previsto di fare la deviazione sulla 15 per DALSNIBBA (N)(1500 metri slm), una strada panoramica di 5 km (a pagamento), abbastanza impegnativa per i nostri mezzi, per godere di una splendida vista sui fiordi, su Geiranger e sulle montagne, ma il tempo ancora incerto ci fa desistere.
Proseguiamo quindi per arrivare a STRYN (N)(63 Km). Da qui prendiamo la 60 che costeggia il lago per arrivare dopo 20 Km ad OLDEN (N).
Il tempo intanto si sta mettendo al bello ed il sole ora sta uscendo dalle nuvole. Da Olden parte la strada che, dopo circa 25 Km, ci porta alla nostra destinazione finale, il ghiacciaio di Melkevoll.
La strada termina presso la reception del campeggio Melkevoll Bretun N61.66323 E6.81564, ma subito dopo c’è un parcheggio a pagamento per i camper che permettere di rimane per un massimo di 6 ore al prezzo di 50 nok, soluzione che scegliamo.
Presso la reception del campeggio si possono prenotare escursioni guidate sul ghiacciaio, con noleggio dell’attrezzatura, e con la possibilità di effettuare la prima tratta a bordo di furgoncini.
Noi invece, come la maggioranza dei turisti che vengono quassù, prendiamo il sentiero ben segnalato che dal parcheggio conduce fino ai piedi del ghiacciaio (un’ora per arrivare alle prime lingue di ghiaccio) affiancando e attraversando il corso di un torrente che si produce in impetuose cascate da togliere il fiato. Il sentiero non presenta difficoltà ed, anche se ci sono alcune salite e gradini, si percorre comunque con facilità. Dopo esserci fermati innumerevoli volte a fotografare le cascate da ogni angolazione possibile, arriviamo alle lingue del ghiacciaio che si specchiano su un laghetto dove galleggiano pezzi di ghiaccio da sembrare piccoli iceberg. È uno spettacolo imperdibile reso ancora più maestoso dalla bella giornata che si è venuta a creare. È sorprendente come a così bassa quota ci troviamo di fronte ad un ghiacciaio.
20 Luglio 2019 Sabato
Questa volta ci alziamo con il sole che preannuncia una bella giornata. Ritorniamo indietro verso Olden, proseguendo poi sulla statale 60 verso Utvik fino ad arrivare a BYRKJELO dove si prende la E39 e successivamente la 5, per arrivare all’imbarco del traghetto a MANNHELLER (N). In realtà giunti a Sogndal, facciamo l’ennesima deviazione per due mete, una culturale e una gastronomica. Prendiamo la statale 55 e percorriamo i 43 Km che ci permettono di raggiungere la cittadina di Luster.
Qui appena arrivati, ci fermiamo nel parcheggio per i clienti del panificio Lustrabui (impossibile non notarlo), considerato il miglior fornaio della Norvegia. È soprattutto per i dolci che qui la gente fa centinaia di chilometri per venirli a mangiare. Non ci sottraiamo neanche noi e oltre al pane compriamo vari tipi di dolci che mangeremo in seguito, oltre a quelli che, insieme ad alcune prelibatezze salate, consumiamo sul posto insieme a numerosi altri avventori.
Devo dire che la fama non è immeritata e consiglio vivamente la deviazione. Dopo aver nutrito il corpo, andiamo a visitare il secondo motivo della nostra venuta: la Dale Kyrkje. Questa è una piccola gemma medievale in pietra costruita nel 1250, per lo più in stile gotico. L’interno è molto bello, con vari dipinti risalenti al 500 e con un Cristo in croce che è il vanto della chiesa perché appartiene alla costruzione originale del 1250. Bellissima e da non perdere.
Usciti dalla chiesa il tempo è nuovamente cambiato e tende a mettersi al brutto. Torniamo indietro fino a Sogndal e poi verso il traghetto di Manheller (50 Km), che in 15 minuti di navigazione - partenze ogni 20 minuti al costo per il trasporto camper fino a 7 metri 248 Nok – ci conduce a FODNES (N).
Prendiamo la E16 in direzione FLÅM (N). Arrivati presso Leardal, dobbiamo cambiare il nostro piano. Avevamo intenzione di andare a Flåm prendendo la via chiamata “strada della neve”, che le guide turistiche indicano come una delle più belle della Norvegia con panorami da favola e un po’ lunari, ma nel frattempo il tempo si è messo decisamente al brutto, con una pioggia insistente.
Dato che questa strada è data molto impegnativa e con pendenze davvero ragguardevoli, ripieghiamo imboccando il Lærdaltunnel, il tunnel più lungo del mondo, 24.500 metri (queste sono le coordinate di ingresso del tunnel N 61.06416 - E 7.50111). All'interno, ogni 6 Km ci sono delle aree di emergenza illuminate con luce di colore blu e altre sfumature, che danno l’impressione di essere fatte di ghiaccio.
Arrivati a FLÅM , 51 Km da Fodnes, andiamo a parcheggiare gratuitamente sul fiordo, in posizione splendida, N60,86506 E7,11735 (la notte non si può assolutamente pernottare, ci sono espliciti cartelli di divieto di sosta dalle 22.00 alle 6.00).
Il paese, situato nel braccio più interno del Sognefjord, non è gran che dato che è diventato un polo prettamente turistico dove si svolgono tutte le classiche attività per questo. Ma il suo interesse primario è dato dalla ferrovia Flåmsbana, conosciuta in tutto il mondo: parte da Flåm e termina a Myrdal; con i suoi più di 65 anni di vita e 20 Km di lunghezza, è una delle ferrovie più spettacolari essendo quella più ripida al mondo non trainata da fune o cremagliera. Attraversa 20 gallerie e supera cascate impetuose.
Vengono effettuate 9-10 partenze giornaliere con cadenza ogni 70 minuti con prima corsa alle 8.35 e ultima alle 19.45.
Andiamo ad informarci alla biglietteria, ma il costo di 590 Nok a testa ci fa riflettere sulla prenotazione per il giorno dopo. Se il tempo dovesse rimanere così non ce la sentiamo di buttare via 110 euro per non poter godere appieno dello spettacolo.
Decidiamo di rimandare ogni decisione all’indomani e ci spostiamo per la notte in un area di parcheggio sulla statale che avevamo visto venendo qui (N60.8725 E7.14444).
21 Luglio 2019 Domenica
Ci alziamo con un pessimo tempo, con nuvole molto basse che delimitano la visuale. Decidiamo così un po’ a malincuore di non fare l’escursione in treno ma altresì di provare a fare gli otto chilometri della famosa strada della neve che non fatta all’andata, che ci permettono di arrivare al punto panoramico di STEGASTEIN.
Qui le guide turistiche riportano la presenza di un belvedere che si sporge a strapiombo sul fiordo, con una passerella in vetro di alcuni metri che termina con una barriera trasparente inclinata di 30 gradi dove appoggiandovisi si ha l’impressione di precipitare. La strada è a tornanti stretti con le area per poter permettere il passaggio di mezzi che si incrociano; ha una pendenza di 8 gradi e quindi va affrontata con la giusta concentrazione.
Arrivati al piccolo parcheggio che troviamo già affollato di visitatori, parcheggiamo e ci rechiamo sulla pedana a sbalzo. Il panorama doveva essere davvero impressionante, doveva, perché delle basse nuvole impediscono la visuale oltre i 200 metri. Pensiamo di aver preso la giusta decisione a non fare il viaggio in treno, rammaricati però da quello che doveva essere lo spettacolo offerto, che gli squarci tra le nuvole ogni tanto ci fanno intravedere.
Tornati a Flåm , si riparte per Voss, fermandosi lungo la strada ad ammirare le belle cascate di Tvindefossen N60.725899 E6.490063.
Dopo qualche km e qualche galleria, accompagnati da una debole pioggia, si arriva a VOSS (N)(64 Km), per andare a visitare la sua chiesa medievale, che dicono essere la più bella di questa regione della Norvegia (si parcheggia nel parcheggio sul lago, accanto alla chiesa, N60.62777 E6.415).
Oggi non è giornata; l’orario di chiusura è alle 16.00 e noi siamo arrivati alle 16.15. Ci limitiamo a fare un giro intorno all’edificio e al suo cimitero, per poi ripartire alla volta di BERGEN (N)(106 Km).
Qui ci sarebbe una AA in Vilhelm Bjerknes vei 24, alle coordinate N 60.35462, E 5.35822; costa 200 Nok e si trova a 7 Km dal centro di Bergen. In alternativa c’è il Camping Bergen GPS:N 60.485223 E5.382318 /Travparkvegen 65, questo a 12 km dalla città, dove ci si sposta verso il centro con bus collegato, o anche il Camping Lone (N60,37373 E5,45759) sulla strada 580, ad alcuni km dal centro, collegato vicino al campeggio.
Dato che in ogni caso siamo comunque lontani dalla città optiamo per una soluzione alternativa, andando a fare sosta presso il grande parcheggio gratuito dell’Ikea di Asane, centro cittadino a 8 Km dal centro di Bergen (N60.4748 E5.33166)
Da qui tutti i giorni, ogni ora, con inizio ore 10.00, parte una navetta gratuita che porta con una sola fermata alla stazione centrale dei bus di Bergen in circa 20 minuti. Nel frattempo ha smesso di piovere ed è anche uscito un timido sole che ci fa ben sperare per domani.
22 Luglio 2019 Lunedì
Ci svegliamo con un tempo molto nuvoloso, ma comunque non piove, e ci accontentiamo. Alle 10.30 prendiamo la prima navetta disponibile della giornata che ci porta direttamente in centro.
La città di Bergen fu fondata nel 1066, si trova nella regione di Hordalan, tra il fiordo più lungo (Sogneford) e il più spettacolare (Handargerfiord). Bergen è detta la città più piovosa d'Europa, piove in media 270 giorni l'anno, per questo ci accontentiamo che ci sia solo un bel nuvolo.
Ci dirigiamo subito verso l’ufficio informazioni, dove acquistiamo la Bergen card, che oltre ai servizi di trasporto, fornisce anche molti sconti sulle visite turistiche. La tessera che facciamo ha valenza 48 ore e costa 360 nok (280 nok per 24 ore).
Iniziamo la visita della città fotografando i bellissimi edifici del quartiere Bryggen, un tempo al centro di un'intensa attività commerciale per essere stati la sede della lega Anseatica; tutto il quartiere è costituito da bellissime case di legno colorate ed allineate lungo la banchina. Anche se le case originali vennero per lo più distrutte da un incendio all'inizio del '700, le attuali mantengo la struttura e lo stile medievale.
Un tempo erano, come detto, la residenza di mercanti tedeschi, ora le sue stradine strette ospitano musei, ristoranti e negozi, frequentati da numerosi turisti che come noi qui si muovono affascinati. Visitiamo il Museo della Lega Anseatica, dove sono stati ricostruiti i luoghi della lavorazione del pesce, gli alloggi del mercante e le stanze dei lavoratori. La Torget, la piazza affacciata sul Vaagen (il porto), è il cuore della città; è molto animata grazie al grande mercato del pesce; in uno dei tanti ristoranti mangiamo un misto di pesce che comprende salmone, aringa e merluzzo. Buonissimo; domani replicheremo sicuramente. Bella la chiesa in pietra Maria Kirken: la visita è a pagamento, ma gratis per chi ha la card, come è a pagamento, ma libero ingresso per la card, il castello Hakians Hallen, e la Torre Rosenkrantz.
Visitiamo anche il Bryggens Museum che presenta un’ampia panoramica della storia della città, dalla sua fondazione alle trasformazioni avvenute nei secoli, soffermandosi in particolare sui vari aspetti della Bergen medievale, con ampia esposizione di reperti antichi trovati nei siti archeologici della città che mostrano oggetti e illustrano la vita delle persone che abitarono questa zona in passato.
Avremmo voluto visitare anche il museo più piccolo del mondo, il Thetamuseet, una stanza che ricostruisce il rifugio della resistenza clandestina all’epoca della guerra e scoperta dai tedeschi nel 1942, ma il museo è aperto solo di Giovedì, Sabato e Domenica.
La città e resa ancora più suggestiva dalla festa che vi abbiamo trovato, una manifestazione relativa alle scuole della marina. Nel porto ci sono circa una cinquantina di velieri di grandi dimensioni che provengono da paesi di tutto il mondo. È possibile visitarli salendovi a bordo ed è da questa posizione privilegiata che assistiamo anche alla parata delle varie scuole marittime che sfilano per la città cantando e ballando. Tutto il centro è addobbato a festa, in ogni angolo ci sono spettacoli musicali e di ballo. È stata davvero una giornata bella ed intensa.
Alle 19.00 riprendiamo la navetta gratuita che ci riporta all’Ikea, dove troviamo la zona adibita a parcheggio per i camper, praticamente piena.
Andiamo a letto soddisfatti, convinti che domani sarà ancora una buona giornata.
23 Luglio 2019 Martedì
Dato che oramai abbiamo la Bergen card, andiamo a prendere il bus N. 4 che passa a circa 200 metri dal parcheggio in modo tale da poter partire prima ed essere alle 10.00 all'ingresso del Museo della marina mercantile (anche questo gratuito perché compreso nella card). È veramente interessante e ve ne consiglio la visita. Proseguiamo poi per il Duomo o Bergen Domkirke, nato come Chiesa cattolica di Sant'Olaf durante la prima metà del XIII secolo e poi, visto che è arrivata l’ora di pranzo, ci dirigiamo al porto dove fa bella mostra di se il mercato del pesce (Torget Fisk).
Qui è possibile trovare il pescato del mare di Norvegia; c’è di tutto, dai pesci ai crostaci, ed inutile dire che è un gran via vai di persone. Ad ogni pescheria poi è associato un piccolo ristorantino dove è possibile mangiare quello che vediamo sui banconi. Siamo in Norvegia, e qui niente è a buon prezzo; ma per una volta ci lasciamo andare. Ci sediamo ai tavoli e ci gustiamo un enorme piatto di crostacei che vanno dall'aragosta alle cozze, dai gamberoni alle agostiniane e agli scampi, per finire con una grande testa di granseola che arricchisce il piatto.
È una esplosione di sapori, e neanche il prezzo (890 nok) ci toglie il buonumore.
Nel frattempo è arrivata una nave da crociera, e le vie della città sono diventate un “carnaio”, tanto che decidiamo di andare a visitare il Gamle museum, che si trova fuori città e che raggiungiamo con un comodo bus.
Questo è un museo all’aperto dove sono state riassemblate circa una cinquantina di abitazioni della fine del 700, e usate fine alla fine dell’800. All’interno si trovano tutti gli allestimenti originali dell’epoca ed in alcuni edifici ci sono anche dei figuranti che interpretano i ruoli della gente che vi abitò. Molto carino.
Concludiamo la giornata assistendo ad alcune esibizioni di ballo che si svolgano ai margini della festa raccontata ieri. Alle 19.00 riprendiamo il bus gratuito dell’Ikea e ritorniamo al camper; stanchi ma ancora una volta soddisfatti.
24 Luglio 2019 Mercoledì
Lasciamo Bergen, ma in realtà ci spostiamo di poco (18 Km), per andare a vedere la chiesa in legno di Fantoft, (Stave church) che si trova a 6 km a sud della città N60,339495 E5,353429. Immersa in un bel bosco, è stata distrutta da un grave incendio negli anni 30 ma ricostruita rispettando l’originale. Il Cristo è l’unico pezzo datato 1300. Anche questa visita è compresa con la Bergen card e la visita risulta davvero interessante.
Riprendiamo il nostro viaggio che dovrebbe condurci verso Oslo, ma naturalmente facciamo l’ennesima deviazione. Abbiamo letto di un posto che le guide turistiche giudicano come il più bel panorama della Norvegia e. quindi, non possiamo esimerci dall’andare a vederlo.
Prendiamo la 580 in direzione INDRE ARNA (N), per poi immetterci nella E16 e, giunti ad Vossevangen, la 13 fino ad Eidfjord. Da notare che per arrivare qui percorriamo un ponte ultramoderno che collega due lunghe gallerie dove al loro interno ci sono addirittura 2 rotonde che regolano il traffico (la strada è a pagamento – 150 nok). Giunti ad Eidfjord si devono percorrere ancora 6 km per arrivare alla nostra meta finale: KJEÅSEN (N).
Qui siamo davvero in un altro pianeta; ci sono solo due isolate fattorie e considerate che per arrivarci si deve percorrere una strada in salita con pendenza del 10%, attraversando una galleria di 2,5 chilometri di lunghezze ad una sola carreggiata che permette il transito in salita alle mezze ore, e quello in discesa alle ore.
Fino al 1976 qui non arrivava né luce né acqua e l’unica strada di accesso era una mulattiera che in alcuni punti era come le nostre ferrate. Talmente pericolosa che durante l’inverno, nel periodo scolastico, i ragazzi che abitavano qui e che la percorrevano due volte al giorno nel periodo estivo, erano costretti a rimanere al villaggio di EidfJord perché la strada diventava troppo pericolosa. Oggi qui vi abita solo una vecchia signora che vi vive isolata da oltre quarant’anni.
Una volta percorso il tunnel, si parcheggia in uno spazio adibito a tale scopo (N60.50583 E7.128611) abbastanza grande da non presentare problemi, per poi discendere un breve sentiero che si affaccia sul fiordo sottostante.
Sinceramente non so se questo sia il più bel panorama o meno della Norvegia, ma sicuramente si rimane incantati dallo spettacolo tanto che decidiamo di trattenerci quassù a pranzare un po’ dimentichi di tutto, passandoci anche buona parte del pomeriggio a passeggiare e raccogliere mirtilli.
A malincuore riprendiamo la strada percorsa, aspettando l’ora consentita per la discesa, e rimanendo attaccati ai freni più del consentito per la notevole pendenza della strada. A valle ci rimettiamo sulla 13 e subito dopo Odda, in direzione Sand, facciamo fermata obbligatoria ad ammirare le bellissime cascate Latefossen, 90 Km da Eidfjord. Si parcheggia nel piazzale apposito N59.948406 E6.583760 e si vanno a visitare le cascate. Queste non sono particolarmente alte, ma sono molto larghe ed il loro potente scroscio mette quasi paura. Data l’ora, sono le 19.00, decidiamo di trattenerci qui per la notte, come faranno alcuni altri camper, “cullati” dal fragore delle cascate.
25 Luglio 2019 Giovedì
Riprendiamo la E134 fino a Haukeligrend, per poi immetterci nella più piccola 9 e, 50 km dopo, nella Fv337.
Queste due strade sono quelle necessarie per arrivare al paese di LYSEBOTN (N), ma attenzione, sono davvero molto impegnative; oltre ad avere in alcuni tratti pendenza del 10%, sono anche a carreggiata ridotta, per cui è necessario utilizzare gli appositi slarghi per permettere l’incrocio con gli altri mezzi. Il traffico è sostenuto e ciò porta ad avere i nervi tesi; questa situazione dura per quasi 75 chilometri, con un viaggio, che in queste condizioni, dura più di 3 ore. Ciliegina sulla torta, a 12 Km dall'arrivo una vertiginosa discesa ancora del 10% corredata di 22 tornanti a gomito ed una galleria in forte pendenza che si avvita su se stessa, sono li a dare il colpo di grazia.
Se uno pensa che questa è poi anche l’unica strada per tornare indietro, verrebbe da dire che si ha piacere ad essere masochisti.
La verità è che, se si è disposti a sottostare a questo disagio, si viene ripagati da uno spettacolo indimenticabile, un paesaggio che mozza letteralmente il fiato, con laghi ovunque lungo il percorso, e dove non c'è acqua vi sono sassi arrotondati grandi e piccoli, con panorami suggestivi che invitano alla sosta e spiegano perché questa strada, nonostante così impegnativa, sia tanto trafficata; mai come questa volta la meta non è l’arrivo ma il viaggio.
Purtroppo però alla fine dobbiamo riprendere il percorso inverso con le stesse difficoltà rifacciamo la strada già percorsa, impiegando ancora una volta più di 3 ore per arrivare a Valle, sulla strada 9, andando a fermarci al campeggio Flateland (N59.24412 E7.47651) per godere di un meritato riposo.
26 Luglio 2019 Venerdì
Dopo un buon sonno partiamo prendendo la statale 45 che attraversa da ovest ad est la Norvegia, percorrendo 160 chilometri di sali scendi con discrete pendenze, per arrivare dopo circa 3 ore a HEDDAL (N) per visitare la più grande chiesa (Stavkirke, 8 € l’ingresso) duecentesca in legno della Norvegia (N59.57956 E9.17361 - divieto di sosta notturna).
La chiesa di Heddal si trova a 3 km dalla città ed è fuori dal comune. Dipinti e sculture sono piuttosto naif, riflettono una devozione rurale nella quale si mescolano la fede cristiana con le leggende norrene. Dentro è più piccola di quanto appaia da fuori, ma vale sicuramente il prezzo del biglietto.
Siamo praticamente alla fine del nostro viaggio ed iniziamo l’avvicinamento verso il confine con la Svezia. Saltiamo Oslo, che avevamo già visitato in un precedente viaggio, e ci dirigiamo verso DRØBAK (N), parcheggiando sul porticciolo N 59.661388 – E 10.628055. Abbiamo ancora il tempo di visitare il centro dove c'è la piazza Torget con la casetta di Babbo Natale Tregaarden e l'ufficio postale dello stesso. Qui si trova la collezione permanente più grande della Norvegia in materia di Natale; si possono inviare cartoline con lo speciale timbro postale di Babbo Natale.
27 Luglio 2019 Sabato
Dopo tanto, prima nottata da bollino rosso, e la giornata che va ad iniziare sarà anche questa all’insegna del gran caldo. Ci apprestiamo ad effettuare l’ultima tappa del nostro tour in Norvegia: FREDIKSTAD (N).
Ci fermiamo presso l’area attrezzata Fredrikstad Gjestehavn, Dokka 1C, N 59.21417, E 10.92566, (150 nok per 24 ore ma è possibile pagare anche per le singole ore). Da qui, vecchio scalo portuale, percorriamo alcune centinaia di metri andando a prendere alla fermata dello stadio, il traghetto gratuito che ci condurrà nel centro della città e precisamente al quartiere di Gamlebyen sul fiume Glomma.
Questo era una città fortificata, nata come centro commerciale ma ben presto diventata presidio militare per difesa contro gli attacchi provenienti dal mare.
Il quartiere, fortificato nel 1700, conserva gli edifici di allora, che è possibile vedere percorrendo le sue larghe vie insieme agli innumerevoli turisti che provengono, anche per un solo giorno, da Oslo.
Personalmente sono rimasto ben disposto nel passeggiare per le sue vie alla scoperta degli edifici storici, ma assai deluso per come il quartiere è stato trasformato.
Tanto per intendersi, tutti gli edifici oggi non rappresentano più ciò che erano: nella vecchia prigione c’è un bar, il magazzino della polvere da sparo è diventato una galleria d’arte, la notevole casa Balaklava, stupenda con il suo tetto blu, residenza di un ricco mercante, è oggi un albergo.
Tutto quello che vediamo è solo ciò che rimane esternamente, mentre non si può più accedere ai locali interni che sono stati riconvertiti. È vero che questo è ciò che è successo anche al famoso Bryggen di Bergen, ma là è rimasta inalterata l’atmosfera, mentre qui non è successo la stessa cosa.
Dopo essere ritornati al camper e aver pranzato, ci apprestiamo a sconfinare in Svezia, ma prima ci fermiamo poco prima della cittadina di frontiera SVINESUND (SE)(N59.129264 E11.272360), dove presso l’ufficio turistico è possibile, presentando la relativa documentazione, ottenere il rimborso dell’IVA per gli acquisti effettuati nei negozi che esponevano la dicitura “Tax Free”
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Sono di Follonica anche io, non è che potremmo scambiare due chiacchere assieme?
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