5 - BUGATTI (aggiornato)
Dal febbraio 2022 questo storico stabilimento ha perso pure il suo CUSTODE STORICO, come si legge dai rotocalchi, "Ezio ed Enrico Pavesi, i Custodi che hanno preservato la storia e la memoria della Bugatti italiana, lasciano il loro presidio dello stabilimento modenese per lasciarlo al suo futuro già delineato dal nuovo proprietario, il collezionista e investitore americano Adrien Labi che ha già iniziato i lavori di trasformazione in officina e polo museale." [Motor1.com]
Quindi ciò che visitammo noi nel 2018, al momento non è più possibile farlo, attendiamo aggiornamenti di questo luogo storico!
o meglio quello che rimane della ex-Bugatti che tante volte ha catturato la nostra attenzione passando dall'autostrada.
“Il sogno di Romano Artioli, era il sogno di noi dipendenti”. Sono le parole di Ezio, ex-dipendente, in qualità di custode di questo pezzo di storia che tutt'ora si rende disponibile gratuitamente ad aprire i cancelli e ad accompagnare le persone all'interno della fabbrica blu.
(Per Informazioni e visite telefonare al 3389313173, risponderà Ezio Pavesi e sarà orgogliosi di accompagnarvi alla visita della “fabbrica blu” - pagina FB @BugattiCampogalliano – su Instagram @bugattiautomobilicampogalliano).
Una memoria storica la sua, una persona che ha vissuto le gioie e i dolori di questo grande progetto che nei primi anni '90, quando l'imprenditore Artioli voleva far rinascere il marchio Bugatti, partendo proprio da qui da Campogalliano, ma soprattutto portare avanti il progetto della sicurezza automobilistica.
E così camminando con Ezio all'interno di questi capannoni, dove ora rimangono secchi che raccolgono l'acqua piovana perché il tetto ormai da tempo ha dato chiari segnali di decadenza, e permane ancora oggi un forte odore di olio delle macchine utensili, ascoltiamo il racconto di questa azienda modello, dove i dipendenti erano al centro del progetto, dove il “lavorare bene” aveva un suo perché. Ogni spazio produttivo aveva una sua luminosità naturale e una sua postazione di lavoro in sicurezza e di ottimizzazione della produttività.
Ogni angolo era pensato affinché i lavoratori potessero dare il meglio per ottenere un prodotto di qualità, l'eccellenza in fatto di motori e soprattutto auto che fossero eterne e sicure. Dal 1990 al 1995 questo stabilimento contava 150 dipendenti, 150 persone che lavoravano affinché il sogno di Artioli fosse possibile, la produzione delle auto dall'inizio alla fine, perché qui a Campogalliano si curavano tutti i dettagli e i pezzi venivano costruiti internamente.
Continuiamo la visita in questi fabbricati dismessi, mentre le luci del pomeriggio novembrino ci danno sempre meno visibilità all'interno dei locali, ci facciamo aiutare dalle luci degli smartphone e da una torcia che Ezio porta con sé, il tutto diventa ancora più suggestivo. Il bagliore delle torce artificiali ci porta alla vista un vecchio centralino, le postazioni dei banchi di prova, gli uffici con i pavimenti galleggianti dove l'impiantistica era già a scomparsa (notare che risalgono agli inizi degli anni '90! La legge 626 fu approvata verso la fine del 1994...), la vetrata dell'ufficio di Artioli dove si scorgono le inconfondibili lettere EB che richiamano le iniziali del fondatore del prestigioso marchio – Ettore Bugatti.
Ma l'effetto WOW è quello dell'ala della palazzina delle maestranze riservata alla “creatività”, di forma circolare ospitava al piano terra la show-room, al primo l'ufficio progettazione. L'oscurità ci fa immaginare il tempo che fu... Fatto di idee, progetti, sogni e auto belle, blu, il famoso “Bugatti Light Blue”.
Ezio ci parla di condizioni di lavoro, di centri di lavoro automatici di altissima precisione (ci invita a guardare anche alcuni video su youtube che furono girati all'epoca – uno in particolare “Bugatti - MODICA 1995”), di progetti, della Bugatti Chiron che è una delle auto più veloci al mondo, che va da 0 a 100 orari in 2,5 secondi e velocità massima (limitata elettronicamente) pari a 420 km/h, ci racconta di quando questo sogno finì nel 1995, di sogni finiti quando nel settembre 1995 venne decretato il fallimento della “fabbrica Blu”... C'è chi dice per invidia, c'è chi suppone per complotti, c'è chi ha pure ipotizzato boicottaggio...
È ormai buio, è ora di rientrare, la visita è finita, così come il sogno di Artioli e dei suoi 150 ex-dipendenti. Salutiamo Ezio che tiene in mano un modellino di Bugatti, lui la memoria storica di questo SOGNO qui a Campogalliano.
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