GOD SAVE THE... CARAVAN
Il mondo del plein air oltremanica: le tendenze degli inglesi per le caravan e i camper
di Cesare Tomasini
Analizzando i dati del
mercato europeo dei veicoli ricreazionali (
clicca QUI per l'articolo precedente), avevamo notato come il
Regno Unito costituisca una singolarità evidente rispetto ai principali paesi europei; in quella sede ci eravamo chiesti se i produttori continentali dominassero anche quel mercato con i loro prodotti standardizzati o se non ci fosse qualcosa di diverso.
Sono stato nel Regno Unito poche volte nel corso della mia vita, e solo in un paio di esse mi sono fermato per qualche settimana: quindi per soddisfare la mia curiosità mi sono messo in ricerca di informazioni sfruttando quel Vaso di Pandora che è internet. E non è poco!
I britannici infatti comunicano moltissimo tramite il web, le loro riviste si sono digitalizzate molto rapidamente, i forum si sprecano; a livello personale poi trovo sempre molto piacevole ascoltare l’armoniosità degli accenti inglesi e il loro modo di esprimersi, rispetto all'imperante inglese americano che trovo abbastanza fastidioso. Ma torniamo a noi. I britannici ai nostri occhi son gente strana e le loro
caravan e camper riflettono in pieno questa loro singolarità: i principali marchi continentali sono conosciuti e apprezzati soprattutto per la solidità che viene da soluzioni molto standardizzate e diffuse, però a farla da padrone sono i
marchi di casa, perlopiù sconosciuti a noi.
Caravan
Guardando le caravan, il primo tratto distintivo è la porta sulla sinistra della carrozzeria, e questo è ovvio, ma anche l’onnipresente finestratura anteriore in tre parti che contribuisce molto all’effetto “bovindo”. Se da questa finestratura guardiamo all'interno, troviamo quasi sempre una dinette con divani molto comodi ma… senza tavolo! Il tavolo ovviamente c’è ma è riposto a parte perché nei momenti di pioggia continua o alla sera dopo cena (che per loro è molto presto), le persone amano distendersi a leggere o chiacchierare e quindi quest’area viene utilizzata proprio come un salotto. Va da sé che i tessuti sono tendenzialmente caldi ed è presente sempre una pletora di cuscini a non finire. Ma le differenze non finiscono qui. La cucina, sorprendentemente, è molto più ricca delle nostre: è praticamente uno standard avere un forno a gas e il piccolo grill sotto i fornelli, spesso è presente anche il microonde; in generale l’area dedicata alla preparazione delle leccornie isolane è molto abbondante e – vi confesserò – da italiano non riesco a non continuare a chiedermi PERCHÉ. Per contro il vano toilette è generalmente abbastanza trascurato, sia nelle dimensioni che nella dotazione che comprende sì il WC a cassetta (la Thetford è inglese …) ma lavandini abbastanza poverelli e vano per la toilette piuttosto piccoli. A livello d’impianti, per il riscaldamento c’è l’onnipresente Truma, anche se fino a poco tempo fa si trovava spesso anche uno scaldaacqua istantaneo di produzione locale; per l’approvvigionamento idrico i britannici usano un serbatoio rotante di grande capienza che, una volta riempito, viene fatto rotolare fino alla caravan: la pompa ad immersione viene inserita nel serbatoio che rimane all’esterno, di fianco alla caravan. Personalmente ho sempre trovato che questa soluzione sia particolarmente intelligente. Ovviamente esistono eccezioni a quanto ho descritto, ma in linea generale le cose stanno così.
Ma come mai la caravan è così apprezzata? I britannici la utilizzano da sempre e hanno nel sangue il gene dell’associazionismo: come conseguenza nel Regno Unito sono presenti alcuni club che con gli anni sono diventati delle potenze. Molti campeggi sono di proprietà di questi club e sono condotti da soci che di fatto si sono trasformati in gestori: sono grandi aree verdi con servizi essenziali, spesso disponibili anche fuori stagione, visto che i costi fissi non sono troppo alti. Ecco quindi l’infrastruttura ideale per la caravan, soprattutto se aggiungiamo che nelle bellissime campagne inglesi le strade non sono certo molto accoglienti per i camper con dimensioni importanti: meglio quindi lasciare il mezzo in campeggio e avventurarsi in giro con una più agile automobile.
Camper
Parlando di motorizzati, troviamo mezzi di grandi dimensioni come in Europa, ma in Gran Bretagna sono parecchio diffusi anche i piccoli furgoni camperizzati o piccoli abitacoli assemblati su meccaniche multispazio (per capirci tipo Berlingo). La relativamente alta percentuale di mezzi piccoli si potrebbe spiegare con quello che si è detto delle strade, ma allora sarebbe così anche in Italia! In realtà nel Regno Unito è diffusa la tendenza a sostituire completamente l’auto con un piccolo camper, soprattutto in caso di coppie di una certa età: questo dato anagrafico è sorprendente, ma non troppo se si pensa che i britannici sono da sempre gente abituata a viaggiare senza troppe comodità. Consideriamo anche che spesso alla sera la sosta di questi veicoli è nei campeggi e non in autonomia.Insomma, cosa si può concludere? Lascio ognuno alle proprie considerazioni, per parte mia vedo con soddisfazione che una volta tanto l’industria ha seguito le esigenze degli utenti e che si è realizzata la spirale favorevole che incentiva l’uso corretto dei mezzi ricreazionali. Vedo anche tanta passione e tanta voglia di scambiarsi esperienze e punti di vista: un po’ devo ammettere che sono geloso di questo, da noi è più complicato anche se non mancano ottime esperienze che spero tanto continuino a fecondare questo mondo del plein air.
Credits foto da:
Practical Caravan (https://www.practicalcaravan.com/advice/32060-guide-to-caravan-water-pipes-and-pumps);
Lunar (www.lunarcaravans.com) ; Bailey (www.baileyofbristol.co.uk);
Swift (www.swiftgroup.co.uk);
Ebay (https://www.ebay.co.uk/p/Genuine-40-Litre-Roller-Aquaroll-Fresh-Water-Rolling-Carrier-40l-Fast-Post/1305417597);
Dolphin motorhomes (http://www.dolphinmotorhomes.co.uk/motorhomes/model/491/romahome-r20-lo);
Nu Venture (http://www.nuventure.co.uk);
Sussex campervans (http://sussexcampervans.com)
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