Qualche ragionamento sul mercato europeo
dei veicoli ricreazionali
Un po’ per attitudine personale, un po’ per mestiere – lavoro nell'ambito dei sistemi qualità – mi piace ragionare il più possibile su dati oggettivi; il bello è che con internet molti dati sono disponibili al pubblico! Mi sono preso la briga di cercare dati riguardanti il mercato dei veicoli ricreazionali nuovi e li ho trovati molto facilmente sul sito dell’European Caravan Federation (www.e-c-f.com). Ho preso i dati del 2016 perché è l’ultimo anno completo ad oggi.
Precisazione: come Motorcaravan qui si intendono tutti i tipi di motorizzato.
La prima cosa che mi è saltata agli occhi è che, eccezion fatta per la Slovenia che è la patria di Adria, sembra una statistica dei tempi della guerra fredda: dove sono Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca ecc.? Evidentemente le “istituzioni” sono un po’ rigide ad adeguarsi alla realtà. Peccato perché l’unire nazioni come quelle citate alla popolazione russa (molto più numerosa ma con basso impatto nel settore) fa sì che non si colga la complessità di questi mercati.
Poi mancano informazioni riguardo ad altri mezzi per il tempo libero come carrelli tenda, moduli pick-up, tende da tetto… anche qui ci perdiamo qualcosa di importante perché queste realtà comunque costituiscono a volte il gradino di accesso al mercato soprattutto per i giovani.
Comunque questi sono i dati e li prendiamo così come sono, perché già così ci dicono tanto.
Se la tabella precedente la ordinassimo per numero di motorizzati venduti, vedremmo che l’Italia non se la passa male:
Un quinto posto dopo Germania, Francia, Regno Unito e Svezia (!) è forse meno di quanto immaginassimo ma comunque una posizione di rispetto per una delle principali nazioni del continente; d’altronde non può non colpire il fatto che in Germania si vendano 8,25 volte i motorizzati che si vendono da noi.
Altro è lo scenario se guardiamo all’immatricolato delle caravan:
In questo caso scivoliamo ad un poco onorevole 13° posto, ma probabilmente la cosa non sorprende più di tanto perché in effetti se ci guardiamo intorno di caravan italiane che viaggiano ne vediamo veramente poche, e di queste quelle di recente immatricolazione sono un’esigua minoranza. Però onestamente che in Germania si vendessero 26 volte le caravan che si vendono da noi mi ha messo di fronte ad un baratro.
Ho provato a mettere in relazione i dati dei motorizzati con quelli delle caravan per vedere se sia vero che Francia e Germania siano ancora la patria del rimorchio abitabile:
Mi sembra chiaro che questo luogo comune viene ampiamente smentito! Solo nel Regno Unito, nei Paesi Bassi e in Danimarca si vendono più caravan che motorizzati, negli altri paesi la tendenza è fortemente a sfavore del rimorchio abitabile. Perché? Sicuramente c’è più di un motivo, magari in futuro affronteremo l’argomento (o magari no, è un terreno spinoso!).
Ma quel ch’è certo è che l’Italia in questo caso mantiene saldamente il 1° posto. Direi che questo ce l’aspettavamo tutti.
A questo punto mi è venuto in mente di mettere in relazione la popolazione di uno stato con le immatricolazioni, perché non è sorprendente che la Germania acquisti tanto di più della Slovenia! Ho cercato i dati in Wikipedia, scegliendo le stime ONU per il 2013, in modo da avere dati omogenei (ogni stato ha una propria cadenza per i censimenti).
Il risultato è questo:
Con poca sorpresa, ammettiamolo, le immatricolazioni dei veicoli ricreazionali nuovi sono molto più frequenti nei paesi ricchi rispetto a quanto lo siano dove le condizioni economiche sono meno favorevoli; si tratta comunque di una scelta di fondo che denota un orientamento culturale, ma d’altronde i cittadini si trovano poi a fare i conti con quello che rimane nel portafoglio e questo è un fatto innegabile.
Chi compra oggi un mezzo ricreazionale nuovo investe un capitale notevole con il quale – se volesse – potrebbe concedersi parecchie stagioni in strutture fisse: questo dimostra in maniera inequivocabile che il binomio vacanza all’aria aperta / vacanza economica è assolutamente un retaggio del passato o, al limite, legato al concetto di uso di veicoli vecchi inglobati in strutture semifisse oppure all’eterno classico della tenda.
Questi i primi commenti che mi sono venuti in mente: sicuramente si può dire anche tanto altro.
Vedremo magari nei prossimi mesi di tenere ben presenti queste analisi negli approfondimenti che faremo. Uno per tutti: ma perché i britannici sono così legati alle caravan? Ma sono mezzi come i nostri?
Vedremo.
Buon Natale
Cesare