COMPLESSO MONUMENTALE DI SAN MARTINO DELLA BATTAGLIA
Cambio di regione, provincia, ma la storia non cambia... anche questo luogo racconta di morti e sangue. Visita a pagamento, optiamo per un biglietto cumulativo che ci permette di visitare anche altri luoghi storici dislocati a pochi chilometri da qui.
La torre è bella, imponente, elegante, oggi è considerata uno dei più importanti simboli del Risorgimento italiano, sorge sul colle dove si combatté la fase più cruenta della battaglia di San Martino (24 giugno 1859). Entriamo. Le note di “Va pensiero” di Giuseppe Verdi ci accolgono nell'ampia sala d'ingresso riccamente affrescata dove spiccano statue appartenenti a nomi noti del Risorgimento, al centro della sala quella di Vittorio Emanuele II, considerato il padre della Patria. Da pelle d'oca un inizio simile!
La salita al balcone panoramico è composta da rampe con pareti affrescate con scene appartenenti a questo periodo storico. Da qui si gode una meravigliosa vista panoramica fino a scorgere il monte Baldo e le Prealpi.
Isolata è la cappella dell'ossario. Conserva all'interno dell'abside e della cripta (oggi chiusa) i resti di migliaia di combattenti dell'Armata sarda e dell'Imperial regio esercito austriaco. Sulle pareti targhe, coccarde e lapidi commemorano questi morti in battaglia. Non ci sono parole per descrivere nuovamente la tristezza che scende nei nostri cuori al pensiero di tanti essere umani morti per ideali, conquiste di territori, ognuno per la propria fazione e propria bandiera, qui uniti da una sepoltura comune dove non c'è più distinzione di provenienza, dove i nemici in battaglia diventano fratelli nel sonno eterno. Una lapide recita:
“IIndiscretis Militum Reliquis
Date Serta
Pia Diciate Verba
Hostes In Acie
Fratres in Pace Sepulcri
Una Quiescunt”
ovvero
“Alle Commiste Reliquie dei Prodi
Porgete fiori
Recitate parole pie
Nemici in battaglia
Fratelli nel silenzio del Sepolcro
Riposano uniti”
(frasi diverse ma stesso concetto dell'ossario di Custoza!)
Ora non ci rimane che raggiungere Solferino, che fa parte del percorso dei musei e monumenti della battaglia di quel 24 giugno 1859. Riprendiamo il camper e ci spostiamo di una decina di chilometri, si cambia solo provincia, perché qui non è più Brescia, ma Mantova.