In camper ad Arpino e Isola del Liri: un affascinante angolo di Ciociaria
Incantevoli borghi da scoprire a ritmo lento
di Marta Pavesi - blogger di L'Arca di Noi 3
Nel corso dei nostri viaggi in camper abbiamo presto capito che cosa faccia dell'Italia un paese invidiato in tutto il mondo. Mai, però, avremmo pensato potesse esistere un luogo che concentrasse in sé buon cibo, patrimonio archeologico, bellezze naturali, abitanti solari e tradizioni centenarie. Troviamo tutte queste qualità riunite nella media valle del fiume Liri, dove, adagiato su un dolce declivio collinare, sorge uno dei borghi più antichi della provincia di Frosinone, ARPINO.
Situato a 450 metri, Arpino deve il suo nome alla somiglianza della sua forma, se vista dall'alto, ad una piccola arpa. Noi, però, vi giungiamo dal basso e quello che ci accoglie è il suo spettacolare profilo. Mentre la strada sale sinuosa, intorno a noi si alternano uliveti secolari a rigogliosi boschi. Siamo immediatamente colpiti dal gran numero di persone intente nella raccolta delle olive. Capiamo quanto questo territorio, dedito più che altro all’agricoltura, profumi di cose semplici e genuine. Avvicinandoci al paese, case e palazzi si fanno sempre più definiti. L'iscrizione latina posta sulla porta di ingresso recita: “o viandante, stai entrando in Arpino, città dei Volsci, fondata da Saturno”. Ancora prima di addentrarci nel vivo del paese siamo suggestionati da leggende che si mescolano alla storia. Sebbene, infatti, a tutti gli effetti l’origine di Arpino sia da attribuire al popolo italico dei Volsci, le sue mura megalitiche sono talmente enormi da far si che la tradizione locale assegni al dio Saturno la sua fondazione.
Arpino si sviluppa su tre livelli, seguendo quello che è l’andamento armonioso della collina. Noi ci dedichiamo dapprima alla parte centrale. Tutte le strade, fatta eccezione per il corso Tulliano che attraversa il paese, sono veramente strette, quindi parcheggiamo il camper in Vicolo Porta dei Fiori e proseguiamo a piedi. Milka inizia ad essere stanca del viaggio e una bella camminata è quello che ci vuole. L’impianto urbano medievale ci sembra pressoché inalterato, ma ciò non ha impedito agli arpinati di adattarsi e gran parte dei vicoli, seppur strettissimi, restano percorribili in automobile. Attraversiamo il salotto del paese, la Piazza del Municipio, che ci accoglie e travolge con le sue tinte calde. I palazzi signorili si alternano agli scavi archeologici, che hanno portato alla luce parte dell’Antico Foro Romano. Una statua in bronzo del celebre Marco Tullio Cicerone ci ricorda che Arpino diede i natali all’oratore romano nel 106 a.C. Oggi istituti, scuole e strade portano il suo nome. Vanto e gloria di Arpino, anche Cicerone nei suoi scritti non fece mai segreto dell’affetto per il luogo natio. Ogni anno, qui ad Arpino, si disputa il Certamen, una competizione internazionale di traduzione di brani dell’oratore latino. Altra manifestazione, questa volta dal gusto folkloristico, è il Gonfalone, che si tiene, però, ad Agosto. È una gara con abiti tradizionali, dove immancabili sono le ciocie, le tipiche calzature che hanno dato il nome alla zona della Ciociaria.
Proseguendo poco oltre la piazza, facciamo ingresso nel quartiere di Civita Falconara. Col naso all’insù, ammiriamo la fontana dell’aquila, stemma della città. Essa rappresenterebbe l’impero Romano e le due torri su cui poggia sarebbero le due alture su cui si estende Arpino, Civita Falconara e Civitavecchia. Addentrandoci nel quartiere di Civita, siamo accompagnati dai profumi provenienti dalle cucine. Anche Milka, per una volta, fiuta l’aria e non la terra. Civita si presenta ai nostri occhi come uno sperone di roccia da cui è possibile controllare tutta la vallata sottostante. Da qui si vede chiaramente la parte più importante di Arpino, l’Acropoli. Detta Civitavecchia, con i suoi 650 metri, sovrasta la parte centrale del paese e Civita Falconara, dove ci troviamo.
Per raggiungerla, essendo distante un paio di chilometri, riprendiamo il camper. A pochi metri dal suo vero e proprio ingresso è possibile sostare in un’area camper dotata di tutti i servizi, immersa nel verde e annessa a parco giochi, bar e ristorante “I Giardini dell’Acropoli” in Via Civitavecchia. Visitiamo Civitavecchia ormai col buio. Il silenzio regna sovrano. Nell’Acropoli, infatti, sebbene sia tuttora abitata, una disposizione comunale vieta l’apertura di attività commerciali e il posto sembra davvero surreale. Civitavecchia è chiusa da quelle mura ciclopiche, così giganti da aver suggerito il mito sull’origine di Arpino. I blocchi di pietra calcarea hanno dimensioni enormi e sono sovrapposti senza l’ausilio di alcuna malta. Le mura raggiungono anche altezze di 6 metri e ci chiediamo da subito come facciano a stare su. La domanda si ripropone, nelle nostre menti, ancora più prepotente e insoluta, quando passiamo sotto all’unica porta ogiva ancora visibile in tutta Europa. È una porta sormontata da un arco a sesto acuto, alta 4,20 metri, costruita con immensi monoliti gli uni appoggiati agli altri. Nel silenzio totale, stiamo per qualche minuto ad osservarla da tutte le angolazioni, quasi a cercare conferma della sua reale esistenza. Di fronte alla porta, si staglia la Torre di Cicerone, di origine medievale, è una torre difensiva a pianta quadrangolare. Il cielo offre scenari romantici, ma le sorprese non sono ancora terminate.
Incuriositi da quella che ci dicono essere una vera rarità, decidiamo di andarla a vedere nel dopo cena. Ci rechiamo aI ISOLA DEL LIRI (FR), dove si può parcheggiare in Via Lungoliri Pirandello. Isola del Liri è una cittadina che si trova a valle e dista circa 6 chilometri da Arpino. È una località molto vivace e animata, soprattutto alla sera. È così chiamata, perché il fiume Liri qui si biforca in due rami, che formano una vera propria isola. su cui si sviluppa il centro abitato. In questo luogo, tra gli edifici, è possibile ammirare uno spettacolo davvero unico: una delle poche cascate a trovarsi in un centro abitato. Chiamata Cascata Grande, è alta 27 metri e alla sera viene illuminata da luci colorate, che rendono lo spettacolo ancora più strabiliante.
Osservando l’acqua scorrere incessante, ci mettiamo a ripensare a questo viaggio. Abbiamo, tutto ad un tratto, come l’impressione di aver conosciuto un uomo in carne ed ossa, un personaggio raro, dalle mani grandi abituate a lavorare la terra, un uomo genuino e solare, un personaggio dalla storia antica e dall’animo caloroso, che raccoglie in sé il significato e la bellezza di tutta una nazione.
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Condividiamo con gli amici di Vacanzelandia qualche scatto e vi renderete conto di quanto siano affascinanti questi due borghi...
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Commenti
Buongiorno Giancarlo,
noi non organizziamo viaggi di gruppi per il momento, questi itinerari sono uno spunto per realizzarli in autonomia.
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