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Con la tenda da tetto in Grecia:

ecco come è cambiato il nostro modo di viaggiare

monica grecia

Monica, blogger di - Idee di tutto un po' - ci racconta come questo viaggio con la Maggiolina abbia consacrato una svolta nell'organizzazione (o il bello dell'improvvisazione) e un nuovo concetto di libertà.

di Monica Liverani - blogger di Idee di tutto un po'

Le prime due volte che andai in Grecia con i miei genitori e con la roulotte. Un anno via terra attraverso la vecchia Jugoslavia e un anno con il traghetto da Ancona, che a me sembrò quasi di essere in crociera.

Ci sono poi tornata quando già c’era Carlotta, con amici e due tende: abbiamo girato il Peloponneso facendo la Grecia Classica e la prima volta con la tenda da tetto di rientro dalla Turchia, godendo di una settimana di mare nella penisola calcidica.

Poi ci sono tornata ancora con la tenda da tetto visitando qualche isoletta dell’arcipelago delle Cicladi più la parte occidentale di Creta.

Ricordo come fossero organizzate le vacanze e i tour prima di aver compreso appieno quello che veramente voleva dire viaggiare con una tenda da tetto: dal primo viaggio in roulotte con i miei genitori, fatto via terra, fino al penultimo fatto in Grecia: vero che non si prenotava da casa il posto dove andare a dormire, ma si si informava su quelle che erano le possibilità di campeggio prima di partire: c’erano delle pubblicazioni che sembrano delle bibbie grosse come mattoni che mi indicavano le strutture in cui potersi appoggiare.

A me quei mattoni piacevano tantissimo, potevi scegliere un campeggio in quasi tutta Europa (in quella che allora era l’Europa), ogni campeggio era indicato con tutte le info necessarie, telefono, indirizzo, indicazioni più specifiche sulla localizzazione per trovare il campeggio in modo semplice (oggi non saremmo nemmeno più capaci di usare i punti di riferimento come facevamo allora, tanto siamo abituati ad usare i navigatori), distanza dal paese e dai servizi in zona e file infinite di simbolini stilizzati che indicavano i servizi all’interno del campeggio. Io con quelle file di simbolini mi immaginavo come poteva essere il campeggio e poi valutavo la “serietà” del giudizio una volta arrivati sul campeggio.

Questo ho continuato a farlo anche quando non ero più bambina, anche all’inizio che viaggiavo per conto mio. Quelle file di simbolini erano per me come un tesoro.

Ho continuato a comprare guide da tenere in auto fino a circa una decina di anni fa, guide che non usavo, che mi piaceva tenere in auto per guardare le file di quadretti con i simbolini.

Quindi il modo di viaggiare era questo, a casa mia, preparare un itinerario seguendo gli articoli di giornali del settore, di chi c’era già stato, avere in auto sempre una guida dei campeggi europei e non prenotare niente anche perché chi parlava inglese per poter sostenere una telefonata con un campeggio all’estero? I miei genitori no, ma forse anche i gestori dei campeggi. 

Però...

Però la prima cosa che si faceva quando si arrivava in un luogo di destinazione era quello di cercare un posto per la notte, quindi il campeggio, posizionarsi, tirare fuori tutto dalla roulotte e piazzarsi anche se la sosta era piuttosto breve.

L’altra cosa che si è sempre fatto era di cercare di arrivare in prossimità di un campeggio in orario diurno in modo da essere sicuri di trovare la reception aperta e la luce per poter lavorare alla sistemazione della sosta in modo più semplice.

Succede che quando sei cresciuto in una famiglia con determinate abitudini, quelle abitudini le fai tue anche quando ti stacchi dalla tua famiglia originaria e quindi anche per i nostri primi viaggi in tre con la tenda c’erano dei punti fissi che non potevano mancare: la guida dei campeggi europei, gli itinerari costruiti in modo da poter arrivare a piazzarsi in un campeggio con la luce del giorno, anche perché montare la tenda da terra di notte non era proprio il top.

Mi ricordo i primo viaggio che facemmo con la tenda da tetto nei paesi scandinavi, si doveva per forza arrivare in un campeggio e ci si doveva arrivare con la luce.

Nel corso degli anni, per noi è cambiato tutto! Sono cambiate anche le possibilità di ottenere informazioni e la possibilità di usare i navigatori.

Per noi è cambiato anche il modo di organizzare i nostri viaggi con la tenda da tetto, un modo che ci consente oggi di organizzare un itinerario di massima con conteggio dei chilometri senza preoccuparci di quando e dove arriveremo precisamente.
Con la tenda da tetto, oggi che abbiamo acquisito una certa esperienza e una certa sicurezza, non abbiamo più come punto focale della giornata quello di arrivare in una destinazione, di piazzarci e di arrivare con la luce del giorno.

Il nostro viaggio più bello, che ha definitivamente consacrato il nostro modo di organizzare i nostri itinerari è stato l’ultimo in Grecia, dove abbiamo navigato di isola in isola visitandone 7 tra cui anche una parte di Creta. (mamma mia che meraviglia e io che pensavo che fosse un’esagerazione turistica).

Questo viaggio in Grecia è stato un misto tra la libertà della tenda da tetto e l’organizzazione.

 I traghetti li avevo prenotati tutti da casa perché nel mese di agosto, dovendo spostare il mezzo avevo paura di non trovare posto per l’auto. 

Purtroppo ad un certo punto saremmo dovuti tornare a casa e quindi non potevo permettermi di rimanere incastrata in mezzo all’arcipelago delle Cicladi. Quindi ho prenotato tutti i trasferimenti tra isola e isola da casa (se fossimo stati a piedi non lo avrei fatto, i posti passeggero ci sono sempre).

In spiaggia ad Anafi

La cosa che invece non ho assolutamente fatto è stato quello di scegliere le isole in base alla possibilità di campeggiare in una struttura. 

Ho scelto le isole da vedere in base a quello che mi piaceva consapevole che non in tutte le isole avrei trovato un campeggio.

Quindi si sbarcava, si andava a fare le spesa se necessario (e per noi spesso lo è non avendo un frigo che si possa chiamare tale), e poi si andava a godersi la Chora o la spiaggia, o il monastero o quello che di bello l’isola ci poteva offrire.

Gli imprevisti non sono mancati, il Meltemi (il tipico vento greco che spesso spira in agosto) ci ha rovinato un po’ i piani lasciandoci “a piedi” sull’isola di Kimolos da dove avremmo dovuto traghettare verso Santorini.

in spiaggia a Kimolos

Kimolos, è un minuscola isola vicino a Milos (meravigliosa, ma quale isola non lo è?) con una spiaggia da favola e una Chora incredibilmente vivace ma autentica. Il traghetto per via delle condizioni del vento e del mare ci ha caricato con un ritardo incredibile facendoci perdere la coincidenza a Milos per l’isola di Santorini.

Più che per il poco tempo che avremmo avuto per vedere Santorini, la cosa non mi ha per niente disturbato, siamo tornati e sbarcati con enorme ritardo a Milos dove c’è un campeggio e la consolazione è stata che dopo due notti a dormire sulla spiaggia senza doccia (a kimolos non c’è campeggio) potevamo eventualmente farci una doccia.

campeggio a Milos

Il campeggio di Milos, invece, è piuttosto grande e attrezzato (con una piscina panoramica incredibile) ma è un campeggio dedicato per lo più alle tende (che noleggiano anche già montate) e i posti per i mezzi su ruote come il nostro, i van e i camper sono in tutto 7 o 8. 

Secondo me affrontare gli imprevisti con la necessaria tranquillità e anche il giusto menefreghismo per la consapevolezza di poterci fermare ovunque per dormire (eravamo già stati qualche giorno prima in una spiaggia favolosa per la sosta) aiuta anche ad avere fortuna e siamo comunque riusciti a fare la doccia di acqua dolce in campeggio.

È stato più complesso riprendere la strada per andare a Santorini: ci siamo imbarcati per tornare indietro verso la seconda isola del nostro tragitto che avevamo visto la settimana prima, Sifnos, abbiamo sostato un giorno qui e poi abbiamo nuovamente preso il traghetto per Santorini.

A Sifnos un campeggio c’è, ma noi avevamo dormito sempre sulle spiagge quando eravamo stati qui, anche perché il campeggio è più dedicato alle tende. Anche in questo caso non ci siamo preoccupati più di tanto per la nostra organizzazione: siamo sbarcati abbiamo fatto un giro, comprato qualche cosa da mangiare e poi ci siamo piazzati sulla spiaggia vicino al porto pronti a partire per Santorini.

Campeggio a Santorini

Santorini era l’isola che più poteva preoccupare anche perché è una meta molto gettonata, qui il problema rispetto alle altre isole era proprio poter parcheggiare da qualche parte perché l’isola, in agosto, è davvero congestionata di gente ma anche di traffico. 

In realtà siamo stati fortunati perché il campeggio, che anche in questo caso è molto più dedicato alle tende piuttosto che ai mezzi a motore ci ha sistemato nel campetto da basket fornendoci anche la corrente.

Passata quella che poteva essere l’isola più problematica abbiamo potuto davvero decretare questa vacanza come la più bella che abbiamo mai fatto: di intoppi ce ne sono stati tanti ma con la tenda da tetto non abbiamo mai avuto l’ansia di non trovare posti dove andare a dormire.

Quindi cosa è cambiato nel nostro modo di organizzare i viaggi?

in spiaggia a Sigfos

È cambiato che la nostra priorità non è più quella di scegliere una destinazione in base alle possibilità di trovare un campeggio, ma scegliamo le nostre tappe in base a quello che ci interessa. Le nostre giornate di viaggio non sono più scandite dal dover arrivare entro un certo orario, ma di poter decidere come gestire la nostra giornata in base a quello che ci interessa.

Lo so, anche il camper offre questa possibilità. Forse nelle Cicladi è un po’ più complicato portare un mezzo lungo e ingombrante su isolette non più lunghe di pochi chilometri e con stradine strette.

Noi possiamo dire davvero di aver trovato la nostra dimensione perfetta di viaggio caratterizzata da un’estrema “leggerezza” e da una grande libertà.

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