Il mondo del plein air visto dal campeggio di Briançon (Delfinato, Francia)
Quest’anno abbiamo trascorso tre settimane di ferie a Briançon, facendo escursioni sulle montagne circostanti facendo base con il nostro carrello nel campeggio locale. Questa situazione di “stanziali” ci ha permesso di avere uno spaccato del mondo del plein air visto dalla nostra piazzola.
Il vario mondo dei campeggiatori
Il campeggio di Briançon presenta alcune caratteristiche peculiari: è posto a fianco di una direttrice di viaggio importante, collegando la Provenza all’Italia attraverso la valle della Durance e il passo del Monginevro, è anche tra passi alpini (Izoard, Lautaret) inclusi nella Route des Grandes Alpes e consacrati dal Tour de France; come se non bastasse, dal campeggio si raggiungono facilmente la basi di partenza per escursioni sulle Alpi del Definato e Graie, nonché la cittadina di Briançon che è un sito UNESCO per le fortificazioni progettate dall’architetto Vauban, al servizio del Re Sole Luigi XIV.
Una posizione privilegiata per un curioso come me, e infatti mi sono davvero divertito a vedere ogni sera cosa passava per le piazzole! Alla fine non so se interesserà, ma ho pensato di condividere questa esperienza con voi.
Le tipologie di campeggiatori
I viaggiatori in transito verso mete lontane
Normalmente questa tipologia non perde tanto tempo ad allestire la piazzola, si vede immediatamente che non è prevista che una breve sosta per una doccia e per la notte: i camper rinunciano a tendalini e livellamenti micrometrici, le caravan rimangono agganciate e gli specchietti in posizione, le tende sono quasi sempre degli igloo abbastanza compatti per non ingombrare troppo sui portapacchi delle moto. Ne consegue che il campeggiatore in transito solitamente è molto focalizzato allo sfruttamento dei servizi di base, si aggira in accappatoio (se italiano) o con un grande asciugamano cercando di individuare il blocco toilette, oppure vaga con la borsa del pattume cercando l’area ecologica.
I viaggiatori in transito per visitare la regione
Questi viaggiatori si muovono prevalentemente in moto, bicicletta o addirittura a piedi e quindi sono persone votate all’essenzialità; pur essendo fondamentalmente orientati alla “toccata e fuga”, non considerano la sosta in campeggio come un intervallo nel loro viaggio, ma come una delle tappe e quindi sono un po’ meno estremi nei comportamenti. Queste persone spesso fanno comunella con i propri simili, ovvero con altri motociclisti, cicloturisti o backpakers.
Gli stanziali che stanno visitando la regione
Una volta tanto ci siamo noi tra gli stanziali! La zona intorno a Briançon, ovvero le Alpi del Delfinato e Alpi Graie sono ricche di motivi di visita che vanno dalle escursioni a piedi o in MTB fino alla scoperta delle attrattive storico-culturali della zona. Noi stanziali chiaramente viviamo di più il campeggio, allestendo le grandi piazzole con le nostre attrezzature e talvolta creando estemporanee compagnie con le quali condividere esperienze, mete, consigli. È la modalità di campeggio più tradizionale, quella che ricordo legata alle mie esperienze di bambino di 6 anni alla prima vacanza in tenda a casetta al lago di Ledro: forse per questo non mi spiace ogni tanto ritornare alle origini.
Gli stanziali in villeggiatura
Questa tipologia di avventori è quasi tutta di stampo nazionale (intendo italiano) e favorita da due condizioni: la presenza della piscina interna alla struttura e la vicinanza ai confini nazionali e alla città di Torino. Non dico che anche altre nazionalità non seguano i dettami della “villeggiatura”, ma in quello specifico campeggio la situazione era quella che vi sto descrivendo. Il villeggiante non sarebbe troppo diverso dallo stanziale descritto sopra, se non fosse per la chiara e totale dedizione al rito della piscina, con i suoi momenti di pausa presi direttamente dalle liturgie balneari e per le visite di amici e parenti, specialmente i nonni. La cosa curiosa è che spesso il villeggiante si appoggia ad un … motorizzato! nell’accezione del mansardato, ovviamente.
Le nazionalità prevalenti
Una cosa che mi ha stupito è stato notare come in certi giorni gli avventori fossero quasi tutti della stessa nazionalità: non che mi abbia sorpreso vedere una valanga di italiani nella settimana di Ferragosto, lo reputiamo tutti un rito assurdo al quale per un motivo o per l’altro fatichiamo a sottrarci. La prima settimana, però, c’era una quantità incredibile di britannici, che non abitano proprio dietro all’angolo, poi sostituiti appunto dagli italiani e questi a loro volta da spagnoli e francesi; quando abbiamo lasciato il campeggio iniziava il turno di tedeschi e olandesi. Curioso, viaggiando non avevo mai notato il fenomeno.
I mezzi nel campeggio
Le tende
Davvero tante tende, come non ne vedevo da tempo: e se è vero che gli igloo sono un classico, adesso sono molto più frequenti le tende di taglia più grande, per intenderci quelle che aggiungono un piccolo living alla camera; in questi modelli più abitabili ora è più diffusa la paleria a camera d’aria rispetto alle tradizionali bacchette in vetroresina. Personalmente preferisco la soluzione tradizionale perché la trovo più affidabile nel tempo, non credo che vi sia un risparmio né di tempo né di spazio di stivaggio (infatti serve una pompa per la pneumatica) ed infine costa meno, che non guasta.
Però devo dire che è molto bello vedere anche coppie mature e famiglie scegliere questo strumento semplice ed economico che dona un gusto particolare al soggiorno in campeggio. Produttori? All’80% Decathlon, a cui va il merito di aver richiamato al plein air molte persone irraggiungibili dalle reti vendita tradizionali.
Le caravan
Un tempo regine dei camping, ormai sono al lumicino strette tra camper stanziali e tende economiche ed abitabili. Mi ha fatto piacere vedere un certo numero di caravan italiane in transito per le ferie e ritorno: mi pare di buon auspicio, sembra che finalmente qualche connazionale abbia capito le potenzialità di questi veicoli versatilissimi: se volete approfondire, insieme all’amico Lorenzo Gnaccarini abbiamo scritto un libro che contiene suggerimenti pratici e spunti di riflessione per chi si avvicina al mondo della roulotte, la chitarra del plein air. [Nella Sezione Guide e Manuali → libro "La caravan: chitarra del plein air"]
Ultima nota: abbiamo avuto il piacere di vedere anche un classico dell’industria francese, una rigida pieghevole Esterel in tutto simile a quella che illustrammo insieme Lorenzo ed io su YouTube. [Approfondimento → CARAVAN PIEGHEVOLE ESTEREL 39 modello 1985]
I carrelli tenda
Considerando la quota ormai largamente minoritaria di questi mezzi, già il fatto di averne visto qualcuno è un bel risultato! Marche francesi (Cabanon, Raclet, Trigano) ma anche tedesche (Camp-Werk), si conferma un bel mezzo per campeggio e, scegliendo il tipo giusto, anche adatto a vacanze itineranti.
I camper
Quasi tutti furgonati, il che mi porta a farmi qualche domanda sul senso che abbia avere un mezzo votato alla mobilità ed indipendenza quando poi alla sera ti rifugi in una struttura. Chiaro che erano presenti anche bestioni di un certo calibro tra motorhome, semintegrali e mansardati, questi ultimi prevalentemente italiani e usati a volte per le ferie di “villeggiatura” (vedi sopra). Misteri!
Furgoni e furgonette
Molto presente un’altra delle novità del mondo del plein air, ovvero il proliferare di mezzi professionali camperizzati più o meno artigianalmente: dietro questo fenomeno ci sono sicuramente molti fattori tra cui il costo sempre maggiore dei veicoli ricreazionali, spesso assolutamente non commisurato a quello che offrono, la monotonia degli allestimenti proposti, l’esempio trainante di persone che sui social dimostrano come sia fattibile e desiderabile questo tipo di esperienza; che poi questo sia fiction o realtà andrebbe indagato, io qualche dubbio ce l’ho.
Sta di fatto che quasi mai i mezzi trasformati hanno una vita lavorativa attiva, mi spiego meglio: il Berlingo trasformato non è poi quello dell’idraulico così come il Trafic non è quello del carpentiere. Si tratta di mezzi di tipo professionale, con omologazioni trasporto merci oppure autovettura, la cui vita ormai non si discosta molto da quella di un camper anche se magari vengono usati più spesso come alternativa all’auto grazie alle dimensioni più contenute.
Mezzi di questo tipo costringono a compromessi molto limitanti che praticamente obbligano all’uso delle strutture, alla faccia del mito che li vorrebbe in sosta in aree remote ed incontaminate; per inciso si vedono sui social dei personaggi che, fregandosene dei divieti, sostano in libera in mezzo ad aree protette, alpeggi, su scogliere … creando così astio verso i camperisti e illudendo soprattutto i giovani sulle potenzialità dei veicoli ricreazionali.
Tende da tetto
Quante! Quest’anno veramente il fenomeno è esploso, ibridandosi con quello dei furgoni ma non solo: fatto sta che non era infrequente vederne più di una dozzina al giorno, quando già solo qualche anno fa non se ne vedeva la stessa quantità nell’arco di un’estate (e io ci faccio caso, essendo già alla terza in 23 anni).
Le motivazioni si vanno intrecciando con quelle esposte per i furgoni a cui si aggiunge anche la maggior disponibilità di modelli e l’ampliamento della gamma verso versioni più economiche. Ormai anche Decathlon ne ha a catalogo (e ne abbiamo viste!), con un costo che è poco più di un terzo rispetto alla nostra: certo non si tratta di prodotti paragonabili, troppi sono i dettagli che alla fine fanno una voragine tra i due tipi, però è un bene che siano disponibili prodotti di classe diversa perché più è la scelta, meglio è. Temo solo che la spinta della moda giovanilistica possa spingere all’acquisto sottovalutando i limiti di questa soluzione (i vantaggi sono ben pubblicizzati), quindi poi ne segua una delusione e repulsa: spero di sbagliarmi.
Tendenze
Ho già ampiamente parlato sia dei furgoni auto-allestiti che delle tende da tetto, che sono le tendenze che ho potuto toccare con mano; mi rimane una considerazione che vorrei condividere e che riguarda proprio il Decathlon. Faccio subito chiarezza: non ho nessuna remunerazione o sconto o qualsivoglia interesse privato nei confronti di questa multinazionale per cui dico quello che penso con tranquillità d’animo, come faccio normalmente.
Credo che tutti noi appassionati di plein air dovremmo essere grati a questa azienda transalpina perché ha consentito e consente a tante persone di accedere al mondo del campeggio in modo semplice e relativamente economico; la rete vendita tradizionale non avrebbe mai reso possibile l’avvicinamento di una platea così vasta e culturalmente lontana dal mondo del plein air, direi anzi che Decathlon ha fatto davvero del bene anche agli operatori di mercato specializzati proprio perché ha ampliato la domanda permettendo a molti di sperimentare con un’attrezzatura base. Chi ha comprato una mitica 2 secondi poi forse ha preso un modello più grande e, frequentando i campeggi, ha visto prodotti più strutturati e magari ha fatto il salto di categoria.
Quindi grazie Decathlon.
Non solo campeggio, l’area sosta
A Briançon è presente anche un parcheggio/area sosta alla periferia della cittadina, vicino all’area dei centri commerciali. Francamente venendo da un campeggio di costo accessibile e in mezzo alla natura, la vista di un piazzale in asfalto con decine di scatoloni bianchi tutti vicini-vicini non m’ha fatto venire voglia di fare un giro. Sappiate che c’è anche quella possibilità, ma se il campeggio è aperto sicuramente vale la pena investire un po’ di soldini per vivere bene le proprie ferie; altro è se si fosse in un posto dove i campeggi non sono disponibili o costano follie o non ti accettano per una notte, ma qui si può scegliere.
Scusate la franchezza.
Ecco alcune immagini scattate in campeggio