Il riso del Delta del Po ha ricevuto il riconoscimento comunitario per l'Identificazione Geografica Protetta (I.G.P.) nel 2013.
L'area tipica per l'ottenimento del Riso del Delta del Po si estende sul cono orientale estremo della pianura padana fra la regione Veneto e l'Emilia Romagna, nei territori formati dai detriti e riporti del fiume Po nonchè dalle successive opere di trasformazione fondi aria che ne hanno reso possibile la coltivazione.
La zona di produzione tipica del riso del Delta del Po si estende sul cono orientale estremo della pianura padana tra la provincia di Rovigo (nei comuni di di Ariano nel Polesine, Porto Viro, Taglio di Po, Porto Tolle, Corbola, Papozze, Rosolina e Loreo) e la provincia di Ferrara (nei comuni di Comacchio, Goro. Codigoro, Lagosanto, Massa Fiscaglia, Migliaro, Migliarino, Ostellato, Mesola, Jolanda di Savoia e Berra) l'area è delimitata ad est dal mare Adriatico, a nord dal fiume Adige e a sud dal canale navigabile Ferrara/Porto Garibaldi.
Il riso del Delta del Po è una coltivazione di antiche tradizioni, uno sviluppo che risale al XV secolo quando gli Estensi sfruttarono le acque acquitrinose. Una coltura che segnò l'urbanistica e l'economia della zona, in quanto creava posti di lavoro e soprattutto costituiva un elemento indispensabile per sfamare la popolazione.
Attualmente le risaie del Delta del Po ricoprono una superficie territoriale di circa 9000 ettari, la varietà di riso che viene prodotta è “japonica”, prevalentemente del tipo Superfino, nelle varietà Carnaroli, Volano, Baldo e Arborio. La distinzione con gli altri risi italiani si ha dal punto di vista delle caratteristiche organolettiche frutto di condizioni climatiche ed ambientale tipiche di questi terreni fertili e dal clima continentale mitigato dalla vicinanza del mare. Il risultato è di un tipo di riso sano e ricco di sapore.