I fichi d'India dell'Etna, coltivati nella provincia di Catania, nella zona interessata all'eruzione del vulcano, hanno ottenuto dal 2003 il riconoscimento di Denominazione di Origine Protetta (D.O.P.). La zona di produzione D.O.P è una delle poche della Sicilia in cui la coltivazione ha dimensioni commercialmente di rilievo.
Il frutto di forma ovoidale appartenente a tre varietà (la Sanguigna, a polpa rossa e succosa con gusto corposo; la Sulfarina, di polpa gialla, consistente e saporita e la Muscaredda, di polpa bianca dal sapore molto delicato) cresce su piante spontanee tipiche del bacino del Mediterraneo, di grosse dimensioni (possono raggiungere anche i 5 metri!) formate da foglie carnose e spinose chiamate “pale”.
I fichi d'India vanno consumati preferibilmente freschi già sbucciati. Per prepararli bisogna fare attenzione principalmente alle spine, pertanto è ottimale utilizzare una forchetta; si tagliano le due estremità, poi si procede ad incidere longitudinalmente la buccia che si scalzerà dal frutto.
Nella zona, dove vengono coltivati i fichi d'India, oltre ad essere consumati come frutto, vengono utilizzati per la preparazione di liquori (utilizzando le bucce), la conserva di ficurignia (una sorta di marmellata) e una macedonia di fico d'India al marsala.