DOZZA – la rocca sforzesca e
il museo en plein air
In camper alla scoperta di Uno dei Borghi d'Italia famoso per i suoi murales e la bella rocca
di Marzia Mazzoni
La prima volta che visitammo questo borgo fu nel 1997, erano le prime gite da fidanzati che Lorenzo ed io ci concedevamo alla domenica e che dire? Ci rimase nel cuore e c'eravamo ripromessi di ritornarci e così è stato.
Lorenzo davanti alla Rocca di Dozza - maggio 1997
Sarà il suo aspetto naif dato dai murales oppure dalla sua rocca (e noi adoriamo i castelli), ma DOZZA ha un fascino a cui è difficile resistergli. È uno dei “borghi più belli d'Italia”, sorge affusolata (dall'alto sembra proprio un fuso!) sul crinale di una collina a 190 metri s.l.m. Siamo in provincia di Bologna che dista qui una trentina di chilometri, è proiettata verso la Romagna, qui ci sono i colli imolesi, coltivati a vigneti a tratti intercalati dai calanchi. Ci siamo ritornati una domenica di metà gennaio con il camper, abbiamo sostato ad inizio paese nel parcheggio gratuito. Sapete che cosa cattura di Dozza? Il perfetto equilibrio tra passato e presente, tra l'antico e il contemporaneo, tra la bellezza medievale della Rocca e il museo a cielo aperto dei murales, una mostra in continua evoluzione grazie alla rassegna biennale di pittura che si svolge dal 1960 a settembre negli anni dispari.
La ROCCA SFORZESCA
Possente ed imponente si erge ad inizio paese questa costruzione che nel periodo medievale nei sec. XIII-XV aveva funzione difensiva, per poi nel periodo rinascimentale diventare residenza fortificata. L'aspetto attuale è quello di un palazzo signorile che fu di proprietà dei signori Malvezzi-Campeggi che ne fecero la loro residenza fino al 1960, anno in cui il Comune divenne proprietario, quindi aperta al pubblico e visitabile. Alla domenica è aperta con orario continuato dalle ore 10 alle ore 19 (il biglietto d'ingresso di € 5,00 permette di visitare tutte le sale, compresi i camminamenti di guardia e i torrioni). http://www.fondazionedozza.it/ Oltrepassiamo quello che il tempo era il ponte levatoio ed entriamo all'interno della Rocca. Pagato il biglietto il primo ambiente che visitiamo è quello delle cucine, per me che adoro cucinare è un crescendo di scoperte, guardare e scoprire tutti gli angoli di questo fantastico mondo d'altri tempi contraddistinto da fuochi, camini, utensili e attrezzi. Proseguiamo poi la visita gustandoci tutti gli spazi visitabili che vanno dal piano terra, dove si trovano anche le prigioni dove sono tuttora presenti anelli e scritte riconducibili ai carcerati, fino all'ultimo piano dove si trovano la torre minore, maggiore (il mastio) e i camminamenti. Tra le varie sale arredate e abbellite dai dipinti della famiglia Campeggi, accediamo al primo piano anche ad un'esposizione di arte contemporanea, curiosa e singolare, illustrata dalla stessa artista. È bello curiosare tra una stanza all'altra e fantasticare del tempo che fu in questo castello, ci fa sorridere vicino alla Sala Maggiore una botola sul pavimento dove si scorgono aculei di ferri, questo è posto proprio davanti all'altare e confessionale in stile barocco, pensiamo a questo disarmonico abbinamento tra la religiosità e la malvagità e chissà a che cosa servisse!?!? Il piano nobile oltre a begli arredi si trovano anche manichini abbigliati come i signori dell'epoca. L'ultimo piano è quello dei torrioni e camminamento di ronda, da qui si gode un bellissimo panorama sulle colline circostanti e verso le due vie del borgo, che andremo a scoprire al termine di questa visita.
I MURALES e il CENTRO STORICO
Dozza è formata da un pugno di case e due strade: via XX Settembre, di ciottoli e un po' in salita partendo dalla rocca, e via E. De Amicis che corrono parallele fino a congiungersi da un lato con la Rocca e dall'altra parte, dove si trova una porta d'accesso al paese. Su entrambe le vie è bello passeggiare e scorgere sui muri delle case variopinte i fantastici murales che da tanti anni colorano questo borgo, alcuni più sbiaditi e sbirciando l'anno di realizzazione si scopre che hanno oltre 20 o 30 anni, altri con i colori più vivaci di recente realizzazione. Un museo en plein air (e questo termine francese che significa “all'aperto” ci piace tanto, perché identifica anche il nostro comparto turistico dei viaggi in camper, caravan e tenda!!!) che nei vari decenni ha visto oltre 200 artisti che hanno dipinto i muri delle case. Sbirciamo all'interno della chiesa, la Parrocchia di Santa Maria Assunta in Piscina, dove nell'oscurità scorgiamo un sonnacchioso gatto accovacciato sull'inginocchiatoio del confessionale, una scena così buffa che ci fa sorridere... e il simpatico felino si aggiudica carezze ed attenzioni da parte nostra per la sua simpatia!
Adocchiamo su qualche davanzale anche qualche curioso presepe, reminiscenze delle feste natalizie appena trascorse e scopriamo che durante il periodo natalizio si svolge una rassegna di esposizioni della natività che ogni casa allestisce e al termine vengono premiati i più belli. Ci attrae di Dozza questo fermento di iniziative che animano un paese così piccolo, di poche anime, ma ben consapevole delle proprie potenzialità e dalla propria particolarità. Chapeau!
Dozza a TAVOLA
Influenze emiliane e romagnole caratterizzano la cucina di questo borgo, dalla piadina ai garganelli, dai tortellini alla pasta al ragù, dal castrato alla tagliata e chi più ne ha più ne metta.
Noi, in questa giornata “slow” alla scoperta di Dozza, ci siamo concessi una sosta gustosa alla Piccola Osteria del Borgo, un tipico e rustico locale con tavoli in legno, tovagliette in carta gialla su cui è rappresentata la zona con i nomi delle località, quasi per accompagnare il commensale a conoscere il territorio. Fanno bella mostra tante bottiglie di vino, quadri e manifesti appesi alle pareti e vecchie fotografie in bianco e nero che scendono dal soffitto appese ad un filo. Un ambiente quasi avvolgente e il profumo che arriva dalla cucina, un invitante menù ci trasporta psicologicamente in un sollazzo del palato tra gustosi piatti e buone etichette di vini. Noi ci gustiamo un bel tagliere rustico che ci permette di assaporare la piadina locale, bella spessa come vuole la tradizione in questa zona, le crescentine (triangoli di pasta fritta), nonché salumi e formaggi locali. Concludiamo il pranzo con un piatto di biscotti e un bel bicchiere di Albana Passito.
Ecco appunto dell'Albana vi vogliamo parlare, il vino tipico di questa zona, che vanta la Denominazione di Origine Controllata e Garantita, per l'appunto la DOCG. Caratterizzano Dozza le distese di vigneti sulle colline attorno al paese, ma non solo, l'Enoteca Regionale dell'Emilia Romagna, nelle cantine della rocca sforzesca, è un'esposizione che consigliamo di visitare anche chi non si interessa di vini. Circa 800 sono le etichette di vini che si trovano in bella mostra in questa esposizione, divisi per tipologia e per l'abbinamento consigliato dei cibi. Bottiglie per tutte le tasche e per tutti i gusti esaltando l'eccellenza vitivinicola dell'Emilia Romagna partendo dai colli piacentini fino a raggiungere i vini delle sabbie verso la riviera Adriatica. La cosa meravigliosa è l'ambiente e il contesto in cui si trova che le fa da cornice in maniera decorosa ed ospitale. Un calendario apposto all'entrata cattura la nostra curiosità e ci fa scoprire una serie di appuntamenti che si svolgeranno alla domenica pomeriggio per la degustazioni di alcuni vini emiliano-romagnoli... chissà che non torneremo nuovamente qui!?!?!?
PIEVE SANT'ANDREA
Lasciamo Dozza, ripreso il camper ci dirigiamo verso Montecatone, famoso per un ospedale di riabilitazione, ma noi lo raggiungiamo perché da lì si gode di una bella vista su Dozza che si trova proprio a dirimpetto. Oltrepassato Montecatone ci avventuriamo per una strada solitaria che corre tra un bellissimo paesaggio di calanchi e colline, in alcuni punti così stretta, poco più larga del nostro camper, ma vogliamo raggiungere il Borgo medievale Pieve Sant'Andrea, posto a 370 metri s.l.m. Sorge isolato sulla cima di un poggio da cui spicca un torrione. Giunti al borgo, parcheggiamo il camper nell'unico spiazzo esistente prima di addentrarsi all'interno delle mura di questo paese-fantasma, dove l'unico locale esistente è un bar chiuso (pensiamo possa essere aperto soltanto nel periodo estivo), alcune case, una pieve che purtroppo troviamo chiusa, una targa a fianco riporta la sua storia iniziata intorno all'anno 1000 e dal 1911 considerata monumento nazionale... peccato non averla potuta trovare aperta e visitarla! Due cani abbaiano in un cortile, tre gatti randagi ci vengono incontro cercando una presenza umana, sono belli pasciuti, ci fa presagire che trovano cibo a sufficienza, un signore in tarda età che sta zappando: abbiamo la conferma che sia abitato questo borgo che avrebbe un fascino irresistibile, se fosse meglio valorizzato!
La giornata ormai volge al termine, a gennaio le ore di luce sono ahimè purtroppo ancora poche e noi ci dirigiamo verso casa appagati da una splendida giornata alla scoperta della nostra bella Italia. Alcune indicazioni verso Castel San Pietro ci fanno pensare che ad una ventina di chilometri da qui c'è il parco termale Villaggio della Salute Più, ricordi di fantastiche giornate trascorse l'estate scorsa nell'area estiva... ma questa è un'altra storia!
Dove sostare:
nome località | tipo sosta | indirizzo | contatti | note |
DOZZA (BO) | Punto sosta | Nel parcheggio all'entrata del paese | Gratuito - nr. 2 stalli per la sosta camper |
Per altre strutture ricettive consigliamo di consultare la nostra Web APP CAMP.VACANZELANDIA.COM
Indice regione
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