In camper alla scoperta di Civita di Bagnoregio - la "città che muore"
Candidata per diventare Patrimonio Unesco, è uno dei Borghi più belli d'Italia, difficile resistere al suo fascino.
di Marta Pavesi - blogger di L'arca di Noi 3
L'itinerario che stiamo per raccontarvi nasce da un desiderio, plasmato, nella nostra mente, dalle tante sbalorditive immagini viste di CIVITA DI BAGNOREGIO (VT - m 443 s.l.m.). Così, un giorno, assecondando la nostra aspirazione, ci siamo trovati alle prese con l'organizzazione di questo viaggio verso uno dei borghi più belli d'Italia.
Due sono gli aspetti fondamentali che prima dobbiamo considerare: la possibilità di una sosta col camper adatta ai nostri bisogni e l'assenza di ostacoli o divieti per Milka, la nostra inseparabile amica a 4 zampe. Troviamo, a rispondere alla prima esigenza, l'area di sosta Paime, a Lubriano (VT), dotata di tutti i principali servizi e contornata dal verde del parco cittadino.
La nostra Civita di Bagnoregio è, però, da qui lontana ancora 6 Km. Scopriamo, così, che una pratica navetta privata, con una semplice telefonata, porta e riprende i camperisti a Civita, al prezzo di 10 euro per nucleo familiare. Non ci resta che informarci se i cani sono ben accetti, sia nell'area che sulla navetta. Quando abbiamo il via libera, non stiamo più nella pelle per iniziare il nostro viaggio.
Siccome l'impazienza è cattiva consigliera, al nostro arrivo, ci prendiamo del tempo anche per fare una passeggiata nei dintorni dell'area di sosta alla scoperta di LUBRIANO, che troviamo essere uno spettacolare balcone affacciato sull'interna valle dei calanchi e sul profilo di Civita, di cui abbiamo una romantica anteprima.
Prendiamo, poi, la navetta per Civita, ma ci facciamo lasciare un po' prima, a Bagnoregio, per avere occasione di visitare anche le vie di questo comune. Certo non è spettacolare come la suggestiva Civita, ma molti dei vicoletti laterali ci lasciano ugualmente incantati. Imperdibile è poi il Belvedere su Civita. Sotto questa terrazza panoramica si trova quella che in origine era una tomba etrusca ed ora è la grotta di San Bonaventura, che qui venne miracolosamente guarito da San Francesco. Fu proprio San Bonaventura, in uno dei suoi scritti, a denominare Civita, la città che muore, famoso appellativo ormai attribuito al borgo.
Ci avviciniamo sempre più a quella che è la nostra vera destinazione e sempre più capiamo il motivo di questo soprannome.
Civita di Bagnoregio se ne sta appoggiata su un’isola di tufo. Ci sembra un nido di cicogna, creato su un alto traliccio. Ricorda, da ogni prospettiva la si guardi, che nulla è eterno. Tutto il panorama circostante è modellato dall'erosione, ma Civita, chiusa tra il fossato del Rio Torbido e quello del Rio Chiaro, si distingue per la sua posizione isolata, erosa su tutti i lati.
La battaglia contro il dissesto idrogeologico ha portato, fin da tempi antichi, a costruire sempre nuove vie d'accesso verso l'interno del paese. Le prime strade garantivano un facile ingresso al borgo, che addirittura era permesso da ben 5 porte. D'altra parte, Civita sorgeva in posizione strategica lungo la via di unione della Valle del Tevere con il vicino lago di Bolsena e i suoi pendii non erano ancora così erosi e impervi come lo sono ora. Successive frane portarono alla costruzione di un lungo tunnel sotterraneo, detto Bucaione, ora purtroppo inagibile, che, seguendo l'antico acquedotto romano, collegava Civita direttamente alla vale dei calanchi e alla Via Romea. Venne costruito anche un ponte in muratura, che fu fatto brillare nella Seconda Guerra Mondiale. Fu, così, rifatto, ma crollò nel 1964, per effetto di uno smottamento, ancor prima della sua inaugurazione.
Ora solo un lungo e ripido ponte pedonale in cemento armato, risalente al '65 collega Civita, come un cordone ombelicale, a quel lembo di terraferma rappresentato da Bagnoregio. Questo unico accesso al borgo è a pagamento. Costa 5 euro a persona e i soldi vengono utilizzati per finanziare la conservazione di questa città in via di estinzione. Il forzato isolamento e la precarietà hanno fatto di Civita un luogo, che vive di turismo. Basti pensare che nel corso del 2017 i visitatori sono stati 850 mila, a fronte di un numero di abitanti che a stento raggiunge la decina.
Vediamo che per Milka non ci sono ostacoli nel percorre il ponte, che non presenta grate o ripide scale per raggiungerlo. Procediamo, così, spediti verso il centro di Civita, muniti di tutto l'occorrente per gustarci la visita: macchine fotografiche alla mano, ciotola per Milka e premietti, che non mancano mai, bottiglia d'acqua e sacchetti per pulire dove dovesse sporcare.
Alla fine del ponte, ad accoglierci, troviamo l'unica porta rimasta in piedi a Civita, la porta di Santa Maria. In pochi passi entriamo nel nucleo del borgo. Sembra di fare un salto indietro nel tempo, un tuffo nel Medioevo. L'isolamento ha permesso al borgo di mantenere intatta, nel corso dei secoli, l'architettura medievale. Anche il suo originario impianto etrusco con il cardo e il decumano è rimasto inalterato.
Panorami infiniti ci fanno perdere lo sguardo nelle bianche forme dei calanchi. Scorci romantici si alternano ad angoli suggestivi di antichi edifici in pietra. Ci sentiamo rimbalzati in sensazioni contraddittorie, tra l'immobilità del nucleo centrale in contrasto con la precarietà dei lati erosi nel tempo.
Un'aura affascinante si respira nella piazza principale, Piazza San Donato con la sua chiesa cinquecentesca e il pavimento in sabbia. Anche Milka, insieme a parecchi bambini e altri cani, nota con piacere questo particolare.
Visitare Civita con Milka ci permette di notare dettagli altrimenti lasciati inosservati. La nostra fedele amica è la prima ad accorgersi del gran numero di gatti che gironzolano per le caratteristiche vie di Civita. Il borgo vanta, infatti, un'attiva colonia felina e a tratti fatichiamo a tenere al guinzaglio una Milka scalpitante e curiosa.
Ci soffermiamo anche noi a seguire con lo sguardo le movenze eleganti di questi restii felini. Riusciamo così a vedere Civita di Bagnoregio come mai nessuna di quelle sbalorditive immagini, che tanto ci avevano fatto desiderare questo viaggio, è riuscita a raccontarcela. Questo è viaggiare con un cane: fermarsi per ammirare la natura, osservare gli animali, scoprire un mondo a cui non siamo soliti dare peso, guardandolo da un punto di vista differente.
Condividiamo altri scatti di Civita di Bagnoregio perché la sua bellezza è unica e insuperabile.
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